pianto_lacrima (1)Abbiamo firmato insieme il documento a sostegno di Ruweida, e insieme oggi siamo sconcertate dal silenzio che la società civile mantiene su un evidente caso di minaccia verso una giovane donna e di evidente lesione dei suoi diritti personali e civili, stabiliti dalle convenzioni internazionali.

Noi crediamo che sia venuto il momento di mostrare apertamente la volontà di stabilire le alleanze offerte, ripetutamente, sul contrasto alle violenze sessuate: al femminicidio.

Nel caso di questa non ancora sedicenne, minacciata dall’esecuzione di pratiche orribili, si deve vedere l’occasione di progettare quella sessuazione dell’accoglienza che tutti dicono di voler realizzare.

Nominalmente il diritto di Ruweida viene riconosciuto come principio, ma non è esigibile: per motivi culturali, e per forse un tacito patto tra Stati. I corridoi umanitari, il diritto d’asilo sono misurati anche sul dramma che martirizza migliaia di donne? La risposta non semplice riguarda ancora purtroppo solo le istituzioni.

Noi pronte a trasgredire, a sostenere la fuga e affermarla come diritto, crediamo che sia venuta l’ora di nuovi passi verso la globalità dei diritti: un’ora che ogni singolo Stato deve autonomamente avvertire, dopo aver stipulato patti che non possono più giacere sulla carta. Cominciando da Ruweida.

RICORDIAMO CHE

Ruweida ha sedici anni, è intelligente e vuole essere libera. Vecchi retaggi e soprattutto il ricatto economico e sociale, quello della “vergogna”, vorrebbero mandarla su una strada che troppe ancora sono costrette a seguire controvoglia e con dolore.

La famiglia materna di Ruweida vuole mandarla in sposa a un uomo vecchio, e prima di questo vuole sottoporla alla barbarie dell’infibulazione. La famiglia è in Somalia, lei è rifugiata in Arabia Saudita dove l’infibulazione e il matrimonio coatto sono vietati. Ma alla fine di agosto la nonna materna, che provvede a mantenerla, l’andrà a prendere, dopo di che tutto sarà finito. Sarà finito tutto perché Ruweida sarà mutilata e “venduta”, non avendo alleati in Somalia e anche in un paese, l’Arabia Saudita, dove il suo diritto è scritto ma inesigibile. Lei è ancora straniera, minorenne e priva degli strumenti per davvero difendersi.
Noi non ci stiamo e vogliamo aiutarla a esercitare il suo diritto alla fuga, disposte ad accoglierla in un paese che crediamo disposto ad accoglierla.
Insieme a lei cerchiamo le strade per quello che è il suo diritto d’asilo tutto femminile. Diritto per il quale sono ancora troppi gli ostacoli.
Ruweida vuole raggiungerci in Italia, dove ci siamo attrezzate a provvedere a tutto quanto necessita. Ci attendiamo che le nostre Istituzioni siano dalla nostra parte

 ISKAFIRI, UDI di Napoli, Arcidonna di Napoli Onlus, Associazione Salute Donna, Le Kassandre, Associazione Fermaletuemani, Iroko Onlus, Resistenza Femminista, SNOQ Napoli