Lo sport sia uno spazio di libertà, di benessere, di lavoro, per tutte e per tutti.
Questa mattina (8 settembre 2016) ho partecipato alla cerimonia di presentazione dei calendari di serie A e B del calcio femminile, organizzata dalla FGIC-Lega Nazionale Dilettanti. Ho voluto esserci perché credo che lo sport femminile sia una risorsa importante per il nostro Paese, ma che sia colpevolmente sottorappresentato dai media e tenuto ai margini del professionismo, anche a fronte di grandi risultati delle nostre atlete, come dimostrano le 10 medaglie su 28 vinte dalle nostre ragazze alle olimpiadi.
Il calcio, lo sport più seguito nel nostro Paese, ha una responsabilità grande grazie alla sua popolarità: serve l’impegno della federazione, dei calciatori, dei dirigenti, insomma di tutto il mondo del calcio maschile, per superare stereotipi e discriminazioni nello sport. Per questo ho tenuto molto ad essere presente, dare un segno di attenzione da parte delle istituzioni e portare il mio sostengo a chi da anni si batte per la dignità della sport femminile ed il mio stimolo a chi è il caso che cominci a farlo partecipando più attivamente ad una sfida per la parità che deve partire da una maggiore presenza dello sport nelle scuole e nella vita dei giovani, libero da discriminazioni, pregiudizi e stereotipi che troppo a lungo lo hanno inquinato, per arrivare ad una reale parità fino al professionismo.
Lo sport sia uno spazio di libertà, di benessere, di lavoro, per tutte e per tutti.