Caro amico, fratello, figlio, cher frère noir, Faye Dame
Ho saputo che ti hanno riportato su senza vita dopo le 17 del 22 gennaio. Sei oltre che una vittima di calamità naturale, come quella valanga, anche sul lavoro: non stavi in vacanza all’Hotel Rigopiano ma contento del tuo posto, facevi in cucina il lavapiatti.
Avevi 22 anni, eri un immigrato senegalese residente a Torino con lo status di rifugiato. Eri regolarmente assunto all’Hotel Rigopiano da due anni, in possesso di un permesso di soggiorno. Lo sapeva anche una tua amica 22enne, originaria del Camerun come te, che è stata ascoltata dagli inquirenti. So che hai un fratello in Senegal ma i tuoi familiari vivono anche in Francia, Belgio e si, il Senegal, dove è rimasta la tua famiglia: solo a pronunciare Senegal, è una nuvola di colori.
Chissà se avrai ripensato li sotto alla tua calda terra, a me è venuta in mente come un’onda felice la voce di Youssou Ndour come quella di Akon o forse Domou Dialaw…La tua pelle nera è una perla in tanta neve che non voleva farvi del male.
Lo so che non c’è nessun piccolo o grande paese ad aspettarti ma la tua comunità a Torino, in Italia, nel Mondo…la Comunità Umana in questi casi si abbraccia e stringe forte. Riposerai in pace anche se avevi ancora tutta una vita davanti a te.Ciao Faye Dame