L’Università di Catania ha inaugurato il 30 settembre 2024 il nuovo anno accademico 2024-25, il 590esimo dalla propria fondazione avvenuta nel 1434 ad opera del re aragonese Alfonso il Magnanimo, con una suggestiva cerimonia che si è tenuta nel teatro antico greco-romano di Catania. Un’occasione, come sottolineato dal rettore Prof.re Francesco Priolo, che punta al traguardo dei 600 anni e aspira a lasciare il segno per affermare il ruolo del più antico ateneo siciliano, uno dei più antichi d’Italia e d’Europa. Quest’anno, per la prima volta la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno accademico si terrà anche a Ragusa e Siracusa, città in cui si tengono corsi di studio. In tal modo si vuole esprimere l’impegno nel valorizzare il territorio dell’Isola, recuperando l’antica vocazione del Siciliae Studium Generale, e la volontà di creare sinergie e opportunità di crescita reciproca, attraverso iniziative che abbiano un impatto positivo sulla società e sulle comunità locali.

L’Università di Catania è infatti la più antica della Sicilia, fondata nel 1434, quando il re Alfonso d’Aragona autorizzò la fondazione dello Studium Generale che rilasciava titoli di studio legalmente validi: licenze, baccellierati e lauree. Bisognerà attendere tuttavia il 1444 perché il pontefice Eugenio IV firmi la bolla istitutiva del Siculorum Gymnasium. L’inizio delle attività accademiche è fissato il 18 ottobre 1445.

Sin dalla fondazione esistevano tre facoltà: Teologia, Giurisprudenza, Medicina e Arti. Gli insegnamenti impartiti erano: teologia, filosofia, diritto civile, diritto canonico, medicina. La prima laurea venne conferita in Diritto civile al siracusano Antonio Mantello nel 1449.

Il numero e la varietà degli insegnamenti crebbero così come le facoltà. Fino all’inizio del secolo XIX gli studenti provenivano dall’intera Sicilia, dato che non erano ancora state fondate le Università di Palermo (1805) e di Messina (1838). Per quasi quattro secoli Catania godette del privilegio esclusivo di rilasciare lauree nel Regno di Sicilia. Il numero complessivo degli studenti iscritti superò il migliaio alla fine del Settecento, mentre i titoli di studio rilasciati (lauree dottorali e licenze professionali per farmacisti, agrimensori eccetera) arrivarono fino a oltre cento l’anno. Lo Studio venne più volte riformato: la riforma del 1779 portò le cattedre a 27, affiancando ai tradizionali insegnamenti giuridici, medici e teologici, il nuovo corso di economia, commercio e agricoltura, mentre venivano potenziati gli insegnamenti scientifici ed umanistici.

I corsi vennero inizialmente tenuti in locali della platea magna o “piano di Sant’Agata”, l’odierna Piazza Duomo: a fianco della Cattedrale, con l’annesso Seminario, e del palazzo del Comune. Distrutti quei locali per la sistemazione della piazza, lo Studio per molti anni ebbe sede mobile, per lo più in luoghi privati, civili ed ecclesiastici. Nel 1684 l’Università fu trasferita nei locali dell’ospedale San Marco, nello stesso luogo dove ora si trova il Palazzo Centrale universitario. Nel 1693 il catastrofico terremoto “del Val di Noto” rase tutto al suolo. La costruzione del nuovo palazzo dell’Università cominciò subito dopo nel medesimo sito e venne completata intorno al 1760, dando alla piazza, il nome di piazza degli Studi, oggi piazza dell’Università.

Fino all’inizio del XVIII secolo il rettore, come in tutte le antiche università, veniva eletto tra gli studenti di ultimo anno e aveva il compito di protettore e giudice degli studenti: questi godevano infatti di uno status privilegiato. Dal 1779 la carica venne abolita e ripristinata nel 1840: il rettore è ora un professore, vertice del governo dell’Ateneo. Da allora infatti si ragiona di autonomia dell’università, in precedenza assoggettata ai poteri locali: la governance dell’Ateneo era costituita dal vescovo di Catania come gran cancelliere dello Studio, affiancato dal patrizio/sindaco della città e dal senatore seniore, il decano del consiglio comunale.

Il 18 ottobre saranno 590 anni accademici dell’Università di Catania, storia secolare di ricordi che fonde i catanesi di ieri e di oggi

Il prof. Emanuele Coco, ha raccontato come nasce l’ateneo, il più antico di Sicilia e uno dei più antichi d’Italia, di come cambia il territorio e come vi si lega, indissolubilmente. Da una terra di barbari senza stelle, descritta da Omero nell’Odissea, il territorio catanese divenne culla della cultura nel 1434, con la fondazione del Siculorum Gymnasium, suscitando l’ammirazione e l’invidia di altri luoghi dell’Isola.

In una sera di settembre del 2024, le storie dell’ateneo e dei catanesi di ieri e di oggi si fondono in un unico racconto, fatto di resilienza e di speranza per il futuro.