8 marzo 2011 – Riprendiamoci la legge contro le dimissioni in bianco
La riconquista della legge 188 oggi avrebbe il significato simbolico straordinario di riaffermazione della libertà contro ogni forma di soggezione e costrizione:ciascuna donna deve essere artefice della propria vita e delle proprie scelte procreative che solo uno spirito illiberale può contrapporre al lavoro.
Al Movimento e alle Associazioni delle donne, al “Comitato se non ora quando”,
_ a P.Bersani, A.DiPietro, O.Diliberto, I.Bocchino, P.Casini, N.Vendola,
_ a Susanna Camusso, R.Bonanni,L.Angeletti
[La legge 188 del 17 ottobre 2007->http://www.parlamento.it/parlam/leggi/07188l.htm] era una legge contro l’abuso di potere che viene spesso compiuto nei confronti di giovani lavoratrici e lavoratori al momento dell’assunzione.
L’obiettivo dell’abuso è quello di aggirare il divieto di licenziamento che vige nel nostro ordinamento in assenza di giusta causa e giustificato motivo (di aggirare dunque l’[art.18 dello Statuto dei lavoratori->http://it.wikipedia.org/wiki/Articolo_18_dello_Statuto_dei_Lavoratori]).
È al momento dell’assunzione infatti che capita che venga richiesto di firmare una lettera di dimissioni volontarie,definite in bianco perché senza data. La data verrà messa successivamente, quando quella ragazza sarà incinta, o quel ragazzo avrà avuto un infortunio o una lunga malattia.
La legge 188 approvata nell’ottobre del 2007 aveva {{una funzione preventiva}} basata su un’autodichiarazione codificata e non su norme post ,vanamente repressive. Le dimissioni volontarie,per qualunque tipologia di rapporto di lavoro, dovevano essere autodichiarate esclusivamente su moduli con numerazione progressiva che avendo una scadenza di quindici giorni non potevano essere compilati prima del loro utilizzo.
Si trattava di {{una legge semplice ed efficace, priva di costi}}. Quando fu presentata, si cercò il consenso delle donne di tutto il centro sinistra e del centro destra. Venne votata all’unanimità alla Camera e a maggioranza al Senato dove l’opposizione principale fu condotta dall’allora senatore e oggi Ministro del lavoro ,Sacconi.
{{
Appena insediato il governo Berlusconi}} ne annunciò l’abrogazione, dando dunque la prova dell’efficacia della legge stessa.
Subito dopo l’annuncio iniziò una raccolta di firme promossa da donne diverse tra di loro per formazione e cultura politica politiche, sindacaliste, giornaliste. Le firme raccolte furono migliaia ma la legge venne abrogata nel giugno del 2008.
Sappiamo che finalmente intorno ad essa è maturata una grande condivisione nel dibattito politico.
Siamo contente che il ripristino della legge sia tra gli obiettivi della piattaforma per l’8 marzo del Comitato “Se non ora quando” e nelle iniziative promosse in tutta Italia.
Per tutto ciò pensiamo che oggi occorra innanzitutto {{scegliere rapidamente quali strade imboccare per riavere quelle norme di civiltà e libertà.
}}
A questo fine chiediamo {{un incontro urgente }} {{ai partiti d’opposizione ,al “Comitato se non ora quando”,ai movimenti e alle associazioni delle donne,alle OO.SS.}}
{{
Marisa Nicchi}},{prima firmataria della legge 188,già deputata di Sinistra democratica,oggi Presidenza di Sinistra Ecologia Libertà}
{{Titti Di Salvo}}, {relatrice della legge 188,già capogruppo alla Camera di Sinistra Democratica,oggi Presidenza di Sinistra Ecologia Libertà,componente del Comitato “Se non ora quando”
}
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