Nella già drastica riduzione dei luoghi deputati al servizio di
interruzione volontaria di gravidanza, l’Amministrazione del Secondo
policlinico, presidio ospedaliero della Federico II di Napoli, ha sospeso
gli interventi e chiuso le prenotazioni.Una decisione inaccettabile, frutto della sostanziale deroga ad una
responsabilità precisa: quella di prevenire il ricorso a pratiche
clandestine, con particolare riguardo alla già difficile cittadinanza
delle donne migranti.

Nel contesto regionale degli accorpamenti, con l’aumento delle distanze
causato da queste per il trasferimento di interi reparti maternità, il
secondo Policlinico, rimane il più noto ed affidabile presidio in materia
di IVG nella Provincia e nella Regione.
_ La sospensione del servizio e la
prospettiva di una chiusura anche temporanea sono inaccettabili ed
improponibili.

Il ricorso all’obiezione di coscienza assume in Campania livelli
tali da indurre l’intelligenza che tale scelta da parte del personale
medico possa costituire un elemento di incentivo alla carriera. Inoltre
l’estensione di questa facoltà, estensione a dir poco fantasiosa ed al
limite della legalità, al personale paramedico e ad altre figure presenti
nei luoghi di cura, conferma che quest’anomalia tutta italiana (solo nel
nostro paese i medici ospedalieri possono rifiutare di svolgere il
servizio, ove presente nel settore d’impiego) assume la dimensione di una
pratica vessatoria verso le pazienti.
_ Più volte avviamo dovuto verificare
quanto aperta fosse l’ostilità di certi ambienti sanitari verso la libertà
femminile. Nelle aziende ospedaliere il ricorso massiccio all’obiezione non
costituisce però valido motivo per sospende o addirittura negare il
servizio, che va comunque garantito, per legge. Il personale disponibile va
comunque reperito, al di là degli incoraggiamenti più o meno aperti verso
questa pratica che rappresenta un vero e proprio danno per l’azienda
ospedaliera, oltre che per le utenti.

L’UDI di Napoli e il comitato Legge 194 nello sporgere denuncia per
interruzione di pubblico servizio verso l’amministrazione dell’ AOU
Federico Secondo, e denuncia verso il Presidente Caldoro, in qualità di
commissario alla Sanità per la disapplicazione diffusa della 194, si
trovano a ripetere un atto che si rende ciclicamente necessario per
l’imprevidenza e la negligenza, ormai usuali in Campania, di fronte ai
diritti delle donne.

La Regione ha operato il rientro dal debito sanitario riducendo l’accesso
alla salute delle donne anche in materia oncologica, oltre che per quanto
riguarda la sfera materna. La nostra denuncia è l’ennesima per disservizi
subiti dalle donne in momenti tra i più dolorosi della loro vita.

In assenza di un deciso e decisivo provvedimento per il ripristino ottimale
del servizio, la denuncia verso l’amministrazione dell’AOU Federico II,
sarà depositata presso la Procura di Napoli lunedì 19 Marzo dall’Avv. Maria
Pia de Riso, in occasione della denuncia vs il Presidente Caldoro.