Colonie di casa nostra
Che cosa accomuna le lotte contro il Tav , le proteste dei terremotati/e de L’Aquila, le lotte contro l’Expò 2015……le retate di Senegalesi al Pigneto…i “Centri di identificazione ed espulsione” per le migranti ed i migranti…..?
Ad una prima lettura potrebbero sembrare realtà diverse e, al massimo, le
accomunerebbe il fatto che, nei confronti delle une e nelle altre, si eserciti
repressione.Ma c’è qualcosa d’altro e di nuovo.
E'{{ l’occupazione militare del territorio}}: metodi e modalità sono quelli
applicati nelle colonie.
Le logiche utilizzate nei territori coloniali oggi vengono usate nei territori
metropolitani.
Questo due volte:
_ la prima come presa di possesso fisica del territorio da parte di unità
militari/poliziesche che si muovono come truppe di occupazione e come tali
vengono percepite e subite dalla popolazione; tanto che militari e uomini in divisa si permettono stupri e violenze sulle donne come se fossero bottino di guerra,
_ la seconda perché ,come gli indigeni e i nativi, così i valsusini/e e le/gli aquilane/i e gli abitanti di Rho….
vengono presentati come popoli senza storia.
In pratica ci troviamo di fronte, da parte dei governi, ad un tipo di risposta
e di {{gestione tipicamente coloniale}}.
Alle cittadine/i viene detto che l’unica strada per loro percorribile è
l’assoggettamento volontario.
Se questo non avviene si usa la forza.
Ottenuta la pacificazione del
territorio, sarà dato spazio, come nelle colonie, a forme di paternalismo,
promuovendo sul campo quelle associazioni e quei soggetti che, oggi, brillano
per il silenzio o per i distinguo, pronte/i a gestire le briciole del banchetto
e ad occupare quegli spazi che saranno loro assegnati, trasformandosi in ascari
nei confronti delle loro concittadine/i.
E’ con questa pratica, che rimuove la dimensione politica delle lotte dei
popoli del terzo mondo e degli oppressi nel mondo occidentale, non riconoscendo
loro lo status di soggetti politici, negando agli uni la dimensione
antimperialista e agli altri/e quella di lotta di classe e di genere, che{{ la società delle
multinazionali,}} attraverso il braccio esecutivo dei governi e quello armato di
polizie ed esercito, si arroga il diritto di essere l’unica che dà patenti,
esercita l’odio e la repressione di classe ed etnica ed è, in definitiva,
l’unico soggetto politico.
Un vero e proprio delirio di onnipotenza gravido di conseguenze devastanti su
tutti i piani, da quello della distruzione dell’ambiente, a quello del mondo
del lavoro ,da quello delle libertà culturali ,politiche ed individuali, a quello
della lotta di liberazione delle donne….
Oggi, come mai in passato, è necessario {{autodeterminarsi, autorganizzarsi,
progettare e muoversi in direzione di un’altra società.}}
Questa è {{l’attualità e l’importanza del movimento femminista }} nella sua
consapevolezza che, uscire dalla società patriarcale, passa, necessariamente,
attraverso la rottura dell’involucro capitalista dentro il quale, oggi, si
perpetua.
{{GLF-GRUPPO DI LAVORO FEMMINISTA-ROMA}}
_ contro i Cie e contro il controllo sociale
_ glfroma@autistiche.org
{{
dpcumento prodotto in occasione manifestazione No-Tav a Roma, 12 aprile 2012}}
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