Egitto, nuovi attacchi contro le manifestanti
Amnesty International ha sollecitato le autorità del Cairo a indagare immediatamente sulle denunce di molestie sessuali e aggressioni contro le donne che prendono parte alle manifestazioni. L’ultimo episodio è avvenuto venerdì 8 giugno a piazza Tahrir, quando un gruppo di attiviste e attivisti che stavano protestando proprio contro i precedenti attacchi è stato circondato e preso a pugni da una folla di uomini. Gli aggressori, che erano riusciti a superare un cordone di protezione formato dagli attivisti, hanno cercato a più riprese di palpeggiare le donne, di togliere loro i vestiti e di derubarle. Alla fine, le attiviste sono riuscite a fuggire e a trovare riparo negli edifici circostanti fino a quando la situazione non si è calmata.
“Nelle proteste dello scorso anno, piazza Tahrir era un luogo dove le donne manifestavano insieme agli uomini per pretendere la loro libertà. Ora è diventato un posto in cui vengono prese di mira e sottoposte a molestie sessuali” – ha dichiarato Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
“Sentivamo le loro mani addosso, ci palpeggiavano e frugavano nelle nostre borse. Non riuscivamo a capire chi fosse con noi o contro di noi” – ha raccontato Lobna Darwish, una delle organizzatrici della protesta dell’8 giugno e attivista di Mosireen (Determinate), un collettivo di film maker e citizen journalists.
In precedenza, il 2 giugno, Nihal Saad Zaghloul e tre sue amiche erano state aggredite da un gruppo di uomini, sempre in piazza Tahrir, dove si erano recate per protestare contro le assoluzioni del processo all’ex presidente Mubarak. È stata spintonata e palpeggiata, le hanno tolto il velo dalla testa ed è stata salvata solo dall’intervento di altri uomini presenti nella piazza.
A maggio, alcune donne arrestate dopo il violento intervento delle forze armate per disperdere una manifestazione contro il Consiglio supremo delle forze armate hanno denunciato di essere state picchiate e molestate.
Lo scorso dicembre, altre manifestanti erano state picchiate, prese a calci e trascinate a terra dai militari. Almeno otto donne erano state portare all’interno di un edificio parlamentare e qui prese a bastonate, molestate e minacciate di stupro.
“Che le violenze siano compiute da aggressori non identificati o che provengano dalle forze di sicurezza, non ha importanza: sono attacchi alle donne e ai loro diritti umani, che hanno l’obiettivo di intimorirle e impedir loro di prendere pienamente parte alla vita pubblica. Le autorità finora non hanno fatto nulla per indagare. L’epidemia delle molestie sessuali in Egitto, una tattica ampiamente in voga ai tempi di Mubarak, finirà solo quando le autorità e la società nel suo complesso prenderanno posizione contro gli uomini che considerano le donne alla stregua di oggetti a loro disposizione. Il clima d’impunità dev’essere fermato portando davanti alla giustizia i responsabili degli attacchi contro le donne” – ha dichiarato Sahraoui.
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