Lombardia: una Regione contro le donne
Comunicato di Usciamo dal silenzio sulla proposta di legge approvata in Terza commissione Sanità della Regione Lombardia: “l’attacco alla legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza avviene in sordina e in forma indiretta”. Prevista la mobilitazione in piazza il giorno della discussione in consiglio regionaleImmaginatevi di vivere in una città dove le ragazze e i ragazzi, durante l’ora di educazione sessuale a scuola, apprendono che il metodo contraccettivo più efficace è quello dell’astinenza oppure del conteggio dei giorni fertili.
Immaginatevi una città dove una donna si reca in consultorio per l’interruzione di gravidanza e si sente rispondere che non può avere le informazioni che cerca, ma in compenso viene indirizzata al più vicino {{Centro di aiuto alla vita}}. Aprite gli occhi: se abitate in Lombardia, la città che state immaginando è già quasi la vostra, e rischia di diventarlo per legge.
{{La tutela della vita sin dal concepimento figura infatti tra i principi cardini della proposta di legge sui servizi sociali e sociosanitari che è stata approvata oggi in Terza Commissione sanità della Regione Lombardia}}. Non solo: si vuole che questa “tutela” diventi un “requisito dell’unità di offerta”. Tradotto: {{se vogliono continuare a svolgere il proprio lavoro, tutti i servizi di rilevanza sociale che fanno riferimento all’Asl dovranno tenere conto che un embrione ha più “tutele” della donna che lo porta in grembo.}}
E non basta, nella Pdl si dice che le prestazioni sanitarie e sociali sono finalizzate a “sostenere la persona e la famiglia, con particolare riferimento allo sviluppo di una sana e responsabile sessualità”. Qui {{siamo veramente al moralismo più bieco e al più ipocrita esercizio di discriminazione}}.
Come già in occasione dell’approvazione del nuovo regolamento cimiteriale, che introduceva l’obbligatorietà della sepoltura dei feti, l’attacco alla legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza avviene in sordina e in forma indiretta.
Stavolta però anche l’opposizione di centrosinistra si è mobilitata e ha dato battaglia.
Noi donne di Usciamo dal Silenzio {{il giorno della discussione del provvedimento in Consiglio regionale ci mobiliteremo per tutelare la nostra vita in carne ed ossa.}} Tuteliamo la vita perchè sappiamo che essa può esprimersi solo liberando le relazioni tra donne e uomini dalla violenza maschile. Tuteliamo la vita perchè denunciamo che case troppo costose e stipendi troppo bassi e discontinui bloccano il desiderio di genitorialità e un bonus una tantum non è sufficiente. La tuteliamo perchè affermiamo che la cura di figli e figlie non deve ricadere sulle spalle delle donne, ma ci deve essere una condivisione da parte maschile. La tuteliamo perché sosteniamo che {{la libertà e la responsabilità personale devono essere la guida per elaborare regole pubbliche.}}
25.10.2007
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