Quella indegna stazioncina di Tor di Quinto
Non abbiamo, non ho più parole per la violenza sulle donne; le abbiamo dette e ridette, è stata indetta una manifestazione nazionale. Vorrei soltanto che tutti gli uomini si denunciassero in massa. Vorrei, infatti, che non scaricassero tutto il problema sulle misure di sicurezza tipo espulsione dei rumeni e via dicendo. Vorrei che non ci fossero ipocrisie su questi fatti.
Ai primi di ottobre, l’assessora Cecilia D’Elia ha dichiarato che in una grande città come Roma il problema della sicurezza attiene anche ai servizi. E’ vero e la tragica vicenda di Giovanna Ruggieri lo dimostra. Conosco la stazione di Tor di Quinto lungo la Roma Nord, la ferrovia che prendono tanti/e giornaliste per arrivare a Saxa Rubra, sede della Rai; conosco la strada per arrivarci ma da un mare di anni – prima che arrivassero i romeni con baracche e quant’altro – non mi ci avventuro neanche di giorno benchè zona che potrebbe essere parco vicino al Tevere: è sempre stata talmente isolata da aver paura perfino dei cani randagi (almeno l’ultima volta che ci sono andata).
La stazione è stata a periodi alterni aperta, chiusa, poi rinnovata perché a poche centinaia di metri (lungo il viale Tor di Quinto,dove di notte cerco di non passare neanche con la macchina) hanno costruito gli alloggi per la Marina militare, un Comando dei Carabinieri con bellissimo parco attorno protetto da cancellata di ferro nero con tanto di simboli dorati (la fiamma dei Carabinieri). Passandoci davanti mi sono spesso chiesta quanto possa essere costato il simbolo della forza dell’Arma. Ma la cancellata non protegge chi è fuori.
Quì è stato istituito il capolinea della linea Atac 32 (passaggi non ben programmabili). Nessuno ha pensato a farlo arrivare alla stazione di Tor di Quinto per fare una sorta di navetta fra ferrovia e città (il Quartiere Fleming è lì dietro). Quelle poche centinaia di metri sono rimaste “terra di nessuno”. Quante donne – ma credo anche giovani, magari militari della vicina caserma dei lancieri di Montebello – l’avranno percorsa con il groppo in gola? Tutte e tutti incoscienti? Li ho spesso visti uscire dal buio della zona con il borsone in mano.
Ora la Tv, i politici, scoprono tutto ciò. Il sindaco di Roma chiede misure drastiche. Ma non ha voce in capitolo sui mezzi di trasporto?
Quante altre “stazioni di Tor di Quinto”, sperse nel buio ci saranno nella periferia di Roma, e non sto parlando della cerchia oltre il racordo anulare?
La città si espande, la città si fa bella ma nessuno pensa a progettarla come spazio vivibile. Purchè ci siano i Centri commerciali…
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