La Casa delle donne di Milano: una risorsa per la città
Finalmente una Casa delle donne a Milano? Per realizzarla si è appena costituita l’Associazione di promozione sociale “Casa delle donne di Milano” che con il suo progetto sta iniziando a raccogliere grandi consensi tra le cittadine milanesi desiderose di poterla aprire e abitare.Della casa meneghina, però, non ci sono ancora né muri, né spazi ampi per eventi o spazi discreti, né spazi conviviali e nemmeno il giardino, così come vorrebbero le donne che l’hanno immaginata. Una casa pensata non come un “rifugio” o una separatezza, ma{{ come un centro vivo e aperto di irradiazione sociale e culturale per le donne e per la città}}.
L’Associazione e i suoi obiettivi verranno presentati{{ il 23 ottobre nell’ambito del 3° incontro “Milano un bene comune?” in sala Alessi, Palazzo Marino}}, la stessa sala dove il 28 settembre 2011 molte donne s’incontrarono la prima volta per discutere e interloquire con chi governa la città, dando poi vita a tre “tavoli” riguardo temi prioritari come gli spazi, il lavoro e la salute.
E proprio dal {{“tavolo spazi” è emersa la volontà di dare finalmente risposta a un’esigenza da molto tempo presente nel movimento milanese: avere una Casa delle donne}}.
“Credo sia importante per la città di Milano, così come accade in altre città italiane ed europee, avere una sede dove sia le donne che non fanno parte di alcuna associazione, sia le associazioni esistenti si possano incontrare. Dialogare, fare rete e fare progetti, studiare e divertirsi, fare cultura e darsi reciproco riconoscimento e sostegno… Un luogo ‘civico’ di cui sia riconosciuto il ruolo, l’autorevolezza e l’importanza simbolica sia da parte delle donne sia da parte delle istituzioni”, afferma {{Nicoletta Gandus,}} che ha appena concluso la sua carriera da magistrata, da tempo fa parte del collettivo “Donne e Diritto” e ora è stata eletta presidente dell’associazione insieme a Stella Okungbowa e Camilla Notarbartolo. Una presidenza a tre? Sì, una scelta del tavolo spazi per segnare una differenza non formale rispetto alla consueta struttura associativa e sottolineare la collegialità e la collaborazione fra tutte.
Nel progetto della Casa {{uno dei primi obiettivi è “includere”: mettere in campo reti ed esperienze e coinvolgere tutte le donne della città, in particolare le giovani e le migranti.}} E migrante è {{Stella Okungbowa}}, nigeriana e mediatrice culturale, che sottolinea la difficoltà delle donne straniere a far parte della vita cittadina. “Quando arriviamo a Milano, ci colpiscono i palazzi, così chiusi. Chi ci abita? E come faremo a conoscerci noi che veniamo da paesi dove siamo abituate a scambiarci di continuo parole e calore umano?” si chiede. “Ecco, queste barriere che non riusciamo a superare rischiano di dividerci le une dalle altre. L’apertura della Casa delle donne di Milano potrà essere un simbolo di apertura dei palazzi e un invito alle donne straniere affinché escano dal chiuso delle loro case”.
{{Camilla Notarbartolo}}, free-lance tuttofare, osserva: “Noi giovani donne i lavori non è che non li troviamo, anzi ne abbiamo troppi, spesso mal pagati, e poco o niente tutelati: in pratica siamo delle acrobate. Quelle di noi che hanno pure dei figli sono doppiamente acrobate. Vorremmo che la Casa fosse un luogo dove incontrarci, stabilire nuove relazioni con altre donne, valorizzare le nostre intelligenze. I figli? In questa casa potremo portarli con noi”.
Questi sono alcuni fra i bisogni e i desideri più sentiti dalle donne, emersi nel corso di un anno di intenso confronto, accesi dibattiti e anche tanta allegria, non al chiuso di una casa privata, ma nella saletta “Ester Angiolini” in via Marino 7 messa a disposizione dalla commissione Pari opportunità del Comune di Milano. Una delle poche volte che le donne come cittadine si sono potute riunire in un luogo “civico” per elaborare un progetto che coinvolga le altre donne della città.
“A mio avviso – dice ancora {{Nicoletta Gandus}} – l’esperienza vissuta al tavolo spazi tra donne che per la maggior parte non si conoscevano può essere vista come un esempio di democrazia partecipativa: per noi significa un nuovo dialogo fra soggetti diversi della polis. Un dialogo aperto da alcune esponenti dell’Amministrazione cittadina e in particolare dalla presidente della commissione Pari opportunità, {{Anita Sonego}}. Il nostro obiettivo è quello di trovare la strada per dotare finalmente questa città di una Casa delle donne, ossia di una risorsa che risponda al concetto di bene comune”.
Info: casadonnemilano@gmail.com
Tel. 3393335598 / 3356077737
*******{{
Il progetto dell’Associazione di promozione sociale “Casa delle donne di Milano”}}
-{{Includere}}: mettere in campo reti ed esperienze per coinvolgere tutte le donne di Milano, in particolare le giovani e le migranti
-{{Unire le forze}}: fare rete tra associazioni, gruppi informali e donne singole, per uscire dalla segmentazione e sviluppare progettualità comuni
-{{Sostenere progettualità}}: cercare finanziamenti e dare spazio alla ideazione, sviluppo e realizzazione di progetti
-{{Ascoltare:}} raccogliere le istanze e i bisogni espressi dal territorio, perché la Casa sia sul serio di tutte
-{{Amplificare}}: Fare da cassa di risonanza per le iniziative e le istanze più rilevanti sul tema donne a Milano e a livello internazionale
{{Un estratto dallo Statuto dell’Associazione:}}
{Articolo 1}
_ 1.1 È costituita l’Associazione di promozione sociale denominata “Casa delle Donne di Milano”, di seguito chiamata per brevità “Associazione”.
_ 1.2 L’Associazione è democratica, è basata sull’uguaglianza dei diritti e sulle pari opportunità, si ispira a principi di nonviolenza, tutela i diritti inviolabili della persona e agisce per fini di promozione sociale, civile, culturale e scientifica.
[…]
{Articolo 2}
_ {Finalità e attività}
_ 2.1 L’Associazione non ha fini di lucro neppure indiretto e si propone di svolgere attività di utilità sociale a favore delle socie e di terzi nel pieno rispetto della libertà e dignità di ognuno. In particolare il progetto sociale e culturale “Casa delle Donne di Milano” è il risultato di numerosi e significativi incontri tra diverse donne che hanno accolto l’invito della Commissione Pari Opportunità del Comune di Milano a promuovere forme di democrazia partecipativa. Dal confronto è emersa l’esigenza di aprire una “Casa delle Donne di Milano” non solo come luogo fisico, ma come espressione da un lato della presenza attiva delle donne nella città e della loro volontà partecipativa, e dall’altro del riconoscimento da parte dell’Amministrazione comunale dell’impegno quotidiano delle donne in ogni ambito. La Casa vuol essere un punto di riferimento per una trasmissione costante di esperienze e conoscenze che favoriscano l’inserimento di ognuna e di tutte nel contesto cittadino, tenendo conto delle molteplici diversità dovute alla cultura di origine, all’età anagrafica, alla condizione sociale, alla scelta sessuale e alle posizioni culturali e politiche: un modo per fare rete e sviluppare progettualità comuni, un’occasione strutturata di comunicazione, un’opportunità di confronto con l’Amministrazione cittadina.
_ 2.2 Pertanto premesso:
_ – il riconoscimento delle donne come portatrici di cambiamento e di trasformazione nella società e nelle diverse forme di famiglia,
_ -il riconoscimento del loro impegno nella convivenza pacifica, nei processi di pace, nella lotta alla povertà, nel miglioramento delle condizioni di vita e nel rispetto dei diritti dei popoli all’esistenza, all’autodeterminazione, alle risorse, alla cultura e alla tutela dell’ambiente,
_ -il valore imprescindibile del dialogo tra le culture nel rispetto delle differenze costitutive dell’individualità di ognuna,
_ l’Associazione, nello specifico, si propone di perseguire le seguenti finalità:
_ -promuovere e sostenere l’incontro, il dialogo paritario e la reciproca conoscenza fra donne di culture diverse;
_ -favorire la fiducia delle donne e delle ragazze nelle proprie capacità;
_ -sostenere ogni azione volta al riconoscimento dei diritti delle donne e alla promozione del loro ben-essere e della loro salute psico-fisica;
_ -promuovere iniziative politiche e culturali volte a contrastare atteggiamenti omofobici e comunque discriminatori verso le persone di diversa identità e orientamento sessuale;
_ -contrastare ogni forma di discriminazione e promuovere le pari opportunità in ogni ambito;
_ – svolgere ogni attività sociale, culturale e di cittadinanza attiva a sostegno dell’autodeterminazione delle donne rispetto al proprio corpo, alla maternità e alle scelte di vita;
_ – affermare il diritto delle donne all’esercizio della piena cittadinanza e all’istruzione in Italia e nel mondo;
_ – attivare gruppi di lavoro e di studio in una prospettiva di genere;
– diffondere l’informazione e la sensibilizzazione sui temi delle Piattaforme delle Conferenze delle Nazioni Unite sulle donne, nel quadro dei programmi di azione per l’uguaglianza e le pari
opportunità dell’Unione Europea, sulle parti della legislazione italiana che li ha recepiti, e perseguire gli obiettivi strategici enunciati nella Conferenza delle Nazioni Unite di Pechino nel 1995;
_ – valorizzare i talenti delle donne che, in tutti i campi delle arti e dei saperi, hanno meritato e meritano un riconoscimento adeguato.
_ 2.3 Per la realizzazione delle suddette finalità l’Associazione, a titolo esemplificativo e non esaustivo, si propone di svolgere le seguenti attività:
_ – costituzione di una biblioteca/mediateca su temi riguardanti le donne;
_ – organizzazione e promozione di convegni, tavoli di lavoro, seminari, spettacoli, feste, concerti, mostre e altre iniziative artistiche, culturali e ricreative su tematiche femminili;
_ – pubblicazione di notiziari, cartacei e/o digitali, su temi inerenti le attività dell’Associazione;
_ – progettazione con le donne immigrate, rifugiate e profughe di attività di sostegno, promozione sociale e integrazione;
_ – organizzazione e gestione di corsi di aggiornamento culturale e di corsi di orientamento e formazione rivolti a donne che debbano entrare nel mondo del lavoro o che necessitino di riqualificazione professionale;
_ – istituzione di uno sportello informativo per le donne che vogliano accedere ai servizi del Comune o di altri enti;
_ – partecipazione a reti nazionali e internazionali rispondenti ai fini dell’Associazione.
_ 2.4 L’Associazione per il perseguimento dei propri fini istituzionali si avvale prevalentemente delle attività prestate in forma volontaria, libera e gratuita dalle socie.
_ 2.5 In caso di particolare necessità, l’Associazione può assumere lavoratori dipendenti o avvalersi di prestatori di lavoro autonomo o professionale, anche ricorrendo alle proprie socie.
_ 2.6 L’Associazione, qualora se ne presentasse la necessità, potrà per il raggiungimento degli scopi sociali, stipulare accordi o convenzioni con Enti sia pubblici che privati.
{Articolo 3}
_ […]
_ 3.1 Possono aderire all’Associazione tutte le persone che ne condividano le finalità istituzionali e gli scopi associativi senza alcuna discriminazione.
_ 3.2 Tutte le socie hanno parità di diritti e doveri e il loro numero è illimitato.
La Casa delle donne di Milano: una risorsa per la città
Finalmente una Casa delle donne a Milano? Per realizzarla si è appena costituita l’Associazione di promozione sociale “Casa delle donne di Milano” che con il suo progetto sta iniziando a raccogliere grandi consensi tra le cittadine milanesi desiderose di poterla aprire e abitare.Della casa meneghina, però, non ci sono ancora né muri, né spazi ampi per eventi o spazi discreti, né spazi conviviali e nemmeno il giardino, così come vorrebbero le donne che l’hanno immaginata. Una casa pensata non come un “rifugio” o una separatezza, ma come un centro vivo e aperto di irradiazione sociale e culturale per le donne e per la città.
L’Associazione e i suoi obiettivi verranno presentati{{ il 23 ottobre nell’ambito del 3° incontro “Milano un bene comune?” in sala Alessi, Palazzo Marino}}, la stessa sala dove il 28 settembre 2011 molte donne s’incontrarono la prima volta per discutere e interloquire con chi governa la città, dando poi vita a tre “tavoli” riguardo temi prioritari come gli spazi, il lavoro e la salute.
E proprio dal “tavolo spazi” è emersa la volontà di dare finalmente risposta a un’esigenza da molto tempo presente nel movimento milanese: avere una Casa delle donne. “Credo sia importante per la città di Milano, così come accade in altre città italiane ed europee, avere una sede dove sia le donne che non fanno parte di alcuna associazione, sia le associazioni esistenti si possano incontrare. Dialogare, fare rete e fare progetti, studiare e divertirsi, fare cultura e darsi reciproco riconoscimento e sostegno… Un luogo ‘civico’ di cui sia riconosciuto il ruolo, l’autorevolezza e l’importanza simbolica sia da parte delle donne sia da parte delle istituzioni”, afferma {{Nicoletta Gandus}}, che ha appena concluso la sua carriera da magistrata, da tempo fa parte del collettivo “Donne e Diritto” e ora è stata eletta presidente dell’associazione insieme a {{Stella Okungbowa e Camilla Notarbartolo}}. Una presidenza a tre? Sì, una scelta del tavolo spazi per segnare una differenza non formale rispetto alla consueta struttura associativa e sottolineare la collegialità e la collaborazione fra tutte.
Nel progetto della Casa {{uno dei primi obiettivi è “includere”}}: mettere in campo reti ed esperienze e coinvolgere tutte le donne della città, in particolare le giovani e le migranti. E migrante è {{Stella Okungbowa}}, nigeriana e mediatrice culturale, che sottolinea la difficoltà delle donne straniere a far parte della vita cittadina. “Quando arriviamo a Milano, ci colpiscono i palazzi, così chiusi. Chi ci abita? E come faremo a conoscerci noi che veniamo da paesi dove siamo abituate a scambiarci di continuo parole e calore umano?” si chiede. “Ecco, queste barriere che non riusciamo a superare rischiano di dividerci le une dalle altre. L’apertura della Casa delle donne di Milano potrà essere un simbolo di apertura dei palazzi e un invito alle donne straniere affinché escano dal chiuso delle loro case”.
{{
Camilla Notarbartolo}}, free-lance tuttofare, osserva: “Noi giovani donne i lavori non è che non li troviamo, anzi ne abbiamo troppi, spesso mal pagati, e poco o niente tutelati: in pratica siamo delle acrobate. Quelle di noi che hanno pure dei figli sono doppiamente acrobate. Vorremmo che la Casa fosse un luogo dove incontrarci, stabilire nuove relazioni con altre donne, valorizzare le nostre intelligenze. I figli? In questa casa potremo portarli con noi”.
Questi sono alcuni fra i bisogni e i desideri più sentiti dalle donne, emersi nel corso di un anno di intenso confronto, accesi dibattiti e anche tanta allegria, non al chiuso di una casa privata, ma nella saletta “Ester Angiolini” in via Marino 7 messa a disposizione dalla commissione Pari opportunità del Comune di Milano. Una delle poche volte che le donne come cittadine si sono potute riunire in un luogo “civico” per elaborare un progetto che coinvolga le altre donne della città.
“A mio avviso – dice ancora {{Nicoletta Gandus}} – l’esperienza vissuta al tavolo spazi tra donne che per la maggior parte non si conoscevano può essere vista come un esempio di democrazia partecipativa: per noi significa un nuovo dialogo fra soggetti diversi della polis. Un dialogo aperto da alcune esponenti dell’Amministrazione cittadina e in particolare dalla presidente della commissione Pari opportunità,{{ Anita Sonego.}} Il nostro obiettivo è quello di trovare la strada per dotare finalmente questa città di una Casa delle donne, ossia di una risorsa che risponda al concetto di bene comune”.
Info: casadonnemilano@gmail.com
Tel. 3393335598 / 3356077737
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{{ Il progetto dell’Associazione di promozione sociale “Casa delle donne di Milano”}}
{Includere}: mettere in campo reti ed esperienze per coinvolgere tutte le donne di Milano, in particolare le giovani e le migranti
_ {Unire le forze}: fare rete tra associazioni, gruppi informali e donne singole, per uscire dalla segmentazione e sviluppare progettualità comuni
_ {Sostenere progettualità}: cercare finanziamenti e dare spazio alla ideazione, sviluppo e realizzazione di progetti
_ {Ascoltare}: raccogliere le istanze e i bisogni espressi dal territorio, perché la Casa sia sul serio di tutte
_{ Amplificare}: Fare da cassa di risonanza per le iniziative e le istanze più rilevanti sul tema donne a Milano e a livello internazionale
{{Un estratto dallo Statuto dell’Associazione}}
{Articolo 1}
_ 1.1 È costituita l’Associazione di promozione sociale denominata “Casa delle Donne di Milano”, di seguito chiamata per brevità “Associazione”.
_ 1.2 L’Associazione è democratica, è basata sull’uguaglianza dei diritti e sulle pari opportunità, si ispira a principi di nonviolenza, tutela i diritti inviolabili della persona e agisce per fini di promozione sociale, civile, culturale e scientifica.
[…]
{Articolo 2
_ Finalità e attività}
_ 2.1 L’Associazione non ha fini di lucro neppure indiretto e si propone di svolgere attività di utilità sociale a favore delle socie e di terzi nel pieno rispetto della libertà e dignità di ognuno. In particolare il progetto sociale e culturale “Casa delle Donne di Milano” è il risultato di numerosi e significativi incontri tra diverse donne che hanno accolto l’invito della Commissione Pari Opportunità del Comune di Milano a promuovere forme di democrazia partecipativa. Dal confronto è emersa l’esigenza di aprire una “Casa delle Donne di Milano” non solo come luogo fisico, ma come espressione da un lato della presenza attiva delle donne nella città e della loro volontà partecipativa, e dall’altro del riconoscimento da parte dell’Amministrazione comunale dell’impegno quotidiano delle donne in ogni ambito. La Casa vuol essere un punto di riferimento per una trasmissione costante di esperienze e conoscenze che favoriscano l’inserimento di ognuna e di tutte nel contesto cittadino, tenendo conto delle molteplici diversità dovute alla cultura di origine, all’età anagrafica, alla condizione sociale, alla scelta sessuale e alle posizioni culturali e politiche: un modo per fare rete e sviluppare progettualità comuni, un’occasione strutturata di comunicazione, un’opportunità di confronto con l’Amministrazione cittadina.
_ 2.2 Pertanto premesso:
_ – il riconoscimento delle donne come portatrici di cambiamento e di trasformazione nella società e nelle diverse forme di famiglia,
_ – il riconoscimento del loro impegno nella convivenza pacifica, nei processi di pace, nella lotta alla povertà, nel miglioramento delle condizioni di vita e nel rispetto dei diritti dei popoli all’esistenza, all’autodeterminazione, alle risorse, alla cultura e alla tutela dell’ambiente,
_ – il valore imprescindibile del dialogo tra le culture nel rispetto delle differenze costitutive dell’individualità di ognuna,
_ l’Associazione, nello specifico, si propone di perseguire le seguenti finalità:
_ – promuovere e sostenere l’incontro, il dialogo paritario e la reciproca conoscenza fra donne di culture diverse;
_ – favorire la fiducia delle donne e delle ragazze nelle proprie capacità;
_ – sostenere ogni azione volta al riconoscimento dei diritti delle donne e alla promozione del loro ben-essere e della loro salute psico-fisica;
_ – promuovere iniziative politiche e culturali volte a contrastare atteggiamenti omofobici e comunque discriminatori verso le persone di diversa identità e orientamento sessuale;
_ – contrastare ogni forma di discriminazione e promuovere le pari opportunità in ogni ambito;
_ – svolgere ogni attività sociale, culturale e di cittadinanza attiva a sostegno dell’autodeterminazione delle donne rispetto al proprio corpo, alla maternità e alle scelte di vita;
_ – affermare il diritto delle donne all’esercizio della piena cittadinanza e all’istruzione in Italia e nel mondo;
_ – attivare gruppi di lavoro e di studio in una prospettiva di genere;
_ – diffondere l’informazione e la sensibilizzazione sui temi delle Piattaforme delle Conferenze delle Nazioni Unite sulle donne, nel quadro dei programmi di azione per l’uguaglianza e le pari
opportunità dell’Unione Europea, sulle parti della legislazione italiana che li ha recepiti, e perseguire gli obiettivi strategici enunciati nella Conferenza delle Nazioni Unite di Pechino nel 1995;
_ – valorizzare i talenti delle donne che, in tutti i campi delle arti e dei saperi, hanno meritato e meritano un riconoscimento adeguato.
_ 2.3 Per la realizzazione delle suddette finalità l’Associazione, a titolo esemplificativo e non esaustivo, si propone di svolgere le seguenti attività:
_ – costituzione di una biblioteca/mediateca su temi riguardanti le donne;
_ – organizzazione e promozione di convegni, tavoli di lavoro, seminari, spettacoli, feste, concerti, mostre e altre iniziative artistiche, culturali e ricreative su tematiche femminili;
_ – pubblicazione di notiziari, cartacei e/o digitali, su temi inerenti le attività dell’Associazione;
_ – progettazione con le donne immigrate, rifugiate e profughe di attività di sostegno, promozione sociale e integrazione;
_ – organizzazione e gestione di corsi di aggiornamento culturale e di corsi di orientamento e formazione rivolti a donne che debbano entrare nel mondo del lavoro o che necessitino di riqualificazione professionale;
_ – istituzione di uno sportello informativo per le donne che vogliano accedere ai servizi del Comune o di altri enti;
_ – partecipazione a reti nazionali e internazionali rispondenti ai fini dell’Associazione.
_ 2.4 L’Associazione per il perseguimento dei propri fini istituzionali si avvale prevalentemente delle attività prestate in forma volontaria, libera e gratuita dalle socie.
_ 2.5 In caso di particolare necessità, l’Associazione può assumere lavoratori dipendenti o avvalersi di prestatori di lavoro autonomo o professionale, anche ricorrendo alle proprie socie.
_ 2.6 L’Associazione, qualora se ne presentasse la necessità, potrà per il raggiungimento degli scopi sociali, stipulare accordi o convenzioni con Enti sia pubblici che privati.
{Articolo 3}
_ […]
_ 3.1 Possono aderire all’Associazione tutte le persone che ne condividano le finalità istituzionali e gli scopi associativi senza alcuna discriminazione.
_ 3.2 Tutte le socie hanno parità di diritti e doveri e il loro numero è illimitato.
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