La repressione è la norma in via dei Volsci
L’ultimo attacco dinamitardo è dell’altro ieri, mentre la sera del 30 dicembre quando arriviamo in via dei Volsci per la quarta bomba in 3 giorni, ci accoglie il coretto faccetta nera cantata da uno sulla porta del civico 26, noi reagiamo verbalmente e un altro ci dice ‘qua semo tutti fascisti’.Poco dopo ritrattano dicendo ‘daje semo tutti compagni’ e in due escono dalla sede con i bastoni, per poi rientrarvi… la solita merda che aggredisce da anni le compagne femministe e lesbiche in via dei Volsci e che ora vive e vegeta dentro la sede del civico 26 e 28 della via.
Come abbiamo già scritto sono attacchi che hanno danneggiato in maniera molto grave la porta e l’interno della sede. I locali confinanti alla nostra sede sono stati infatti dichiarati inagibili per il cedimento della parete divisoria a seguito dell’esplosione. Ovviamente quella che più ci guadagnerà da questa situazione sarà la proprietà che sta cercando di sgomberarci da quattro anni, ed ora ha la bandiera dell’inagibilità da sventolare.
Dove non arriva lo stato, dove le società immobiliari e finanziarie trovano la nostra resistenza, ci pensa la bassa manovalanza dello spaccio di San Lorenzo, funzionale al mantenimento del controllo del territorio, in difesa di interessi economici della ‘Bamba Spa’, altra faccia della repressione che ci vuole sottomesse e docili.
Sono nove anni che questo genere di attacchi si ripetono, sempre più alla luce del sole e con modalità sempre più gravi, nella quasi indifferenza e normalizzazione di questa forma di repressione.
Questa è la repressione patriarcale che ci vorrebbe solo silenziose, tranquille, concentrate sul “nido familiare”, convinte che meglio non fare, meglio non dire… meglio non muoversi mai, così non si vedranno le nostre catene!
Attacchi intimidatori di matrice patriarcale, lesbofobica e fascista, quindi, che colpiscono un luogo che ha raccolto negli anni le molteplici esperienze politiche di donne e lesbiche, che ha ospitato autorganizzazione e saperi. Le azioni violente contro le lesbiche e le femministe, i tentativi di minare la nostra agibilità e ricondurci all’ordine, al silenzio e all’obbedienza, non trovano una ferma opposizione in via dei Volsci, ma anzi un terreno fertile dove proliferare in un clima di complicità e omertà diffusa.
Politica territoriale, di cui si riempiono la bocca i nostri vicini di casa tra una campagna elettorale e l’altra, è contaminare il territorio e i/le sue abitanti con contenuti e comportamenti che trasformino l’alienazione, la sopraffazione e lo sfruttamento in consapevolezza, solidarietà tra i vissuti e le lotte, socialità non mercificata. In via dei Volsci non accade nulla di tutto questo, anzi accadono repressione, lesbofobia, machismo e fascismo nel linguaggio, nei comportamenti e nell’iconografia, e questo come prassi accettata della strada.
Le condizioni di difficoltà che attraversa questo territorio sono note a tante e tanti che questa via l’anno abitata e abbandonata, lasciando cadere la possibilità di un ragionamento politico che si assumesse la messa in campo di una reazione di fronte al dilagare di una politica sempre più machista e prepotente, di una politica della connivenza con la Bamba S.p.a che, anche se in maniera meno evidente, controlla anche altri territori di Roma, di una politica che parla di beni comuni e pratica l’utilizzo privatistico di sedi politiche cittadine.
Noi Via del Volsci l’abitiamo da anni e non ci cacceranno né le aggressioni sessiste e lesbofobiche, né le bombe, né tanto meno le minacce di inagibilità che la proprietà userà contro di noi. Sappiamo quanto sia importante che i luoghi liberati da alcune restino liberati per le altre, in modo da accogliere sempre “il possibile” delle esperienze politiche di tutte le femministe e le lesbiche della città.
Per questo ci avranno solo e sempre guerrigliere, ci avranno sempre in lotta contro tutte le forme di oppressione, contro tutte le strategie per ridurci al silenzio.
Invitiamo tutte e tutti a sentirsi coinvolt* nella lotta contro la normalizzazione della situazione in via dei Volsci (perché anche il controllo della Bamba Spa con tutto il suo portato cultural-fascista è normalizzazione!) e ad esprimere ognun* con le sue forme che il 26 e il 28 sono sedi politiche storiche del movimento romano e che gli spazi occupati dai compagni e dalle compagne, sono i compagni e la compagne a decidere se chiuderle e non certo fasci e consimili.
Noi femministe e lesbiche la via l’occupiamo da anni e confidiamo che altri e altre sceglieranno di attraversarla e di occuparla, trovando la loro forma di resistenza alla repressione e al controllo che disciplina i corpi, le vite, le lotte in via dei Volsci.
Invitiamo tutte le donne, le femministe, le lesbiche sabato 18 gennaio dalle 11 in via dei volsci 22 per risistemare la sede e animare quella parte di quartiere mostrando come alla repressione noi rispondiamo con la lotta.
{{Ricordiamo a tutte la prossima colazione resistente antisgombero venerdì 24 gennaio alle ore 8h30 puntuali.}}
non un passo indietro
{compagne femministe e lesbiche del 22}
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