Una sentenza che sconvolge l’impianto della legge 40
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dell’Associazione Madre Provetta che sottolinea i punti salienti della sentenza del Tribunale di Firenze che mette in questione la legge 40 in alcuni aspetti fondamentali.{{Legge 40, ordinanza del Tribunale civile di Firenze}}: si alla diagnosi genetica preventiva sull’embrione, linee guida parzialmente inapplicabili ed illegittime (erga omnes). Il centro di infertilità Demetra di Firenze condannato a procedere alla diagnosi genetica, richiesta dalla coppia. Il trattamento dovrà essere effettuato secondo le migliori regole della scienza {{in relazione alla salute della madre (e non del nascituro}} ex art. 13 c. 2 L. 40/04)).
{{Si alla diagnosi genetica sugli embrioni}}, se la madre rischia di
trasmettergli una grave ed incurabile malattia genetica. Inoltre, gli
embrioni che ne risultassero affetti, devono essere congelati e non
debbono essere trasferiti tutti quelli prodotti, contro il parere del
medico. {{Disapplicati alcuni articoli delle linee guida}} (“diagnosi
osservazionale” ), anche per il futuro, erga omnes, (legge 20 marzo
1865 n° 2248). Da oggi in poi tutti i tribunali amministrativi, che
dovessero rispondere ad una {{impugnazione delle}} {{linee guida}} (D.M 21 luglio 2004), su questo punto, dovrebbero tener conto di questa
ordinanza, che le definisce {{illegittime}}, perché sul punto specifico
della diagnosi genetica, hanno modificato il testo della legge 40 e
ristretto la sua interpretazione.
L’ ordinanza del giudice fiorentino, dott.ssa L. Mariani, ha risposto alla richiesta urgente (ex art. 700 cpc) di una giovane coppia milanese,che dopo tre anni di tentativi non riusciti, sospettando una infertilità, sceglie il centro Demetra di Firenze (responsabili: dott.ssa Claudia Livi e dott.ssa Elisabetta Chelo). Ma ad una diagnosi di infertilità inspiegata (sine causa) si aggiunge quella di {{una grave malattia genetica}}, l’esostosi, malattia autosomica dominante (50% di probabilità di essere trasmessa al nascituro), così la coppia chiede, come garanzia e per evitare qualsiasi rischio di aborto in corso di gravidanza, di conoscere
preventivamente lo stato di salute dell’embrione, attraverso la
diagnosi genetica.
Le responsabili del centro, in base alla {{corrente interpretazione della legge 40}}, negano la possibilità di poter utilizzare lo strumento diagnostico della diagnosi genetica. Inoltre, prospettano alla coppia tutte le limitazioni che la legge 40 impone e che non sarebbero confacenti, per alcuni aspetti, allo stato di salute della donna.
La coppia, quindi, attraverso internet contatta la Rubrica on line, {l’Esperto Risponde}, dell’associazione{{ Madre Provetta}} (www.
madreprovetta.org) che gli offre assistenza e gli propone la
consulenza del bioeticista ed avvocato Gianni Baldini, studio di
Firenze. L’avvocato Baldini ha poi assunto la difesa della coppia ed
ha presentato il ricorso, accolto con successo e di cui, oggi, diamo
notizia.
Per informazioni e contatti:
Associazione Madre Provetta
onlus
Presidente : Monica Soldano 345 212 7034 -348 2879901
www.
madreprovetta.org
22 dicembre 2007
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