Simone de Beauvoir: una donna che ancora dà fastidio
“L’annata 2008 comincia decisamente molto male”: così aprono il 2008, senza fare i soliti auguri di “bob ton”, “Les Penelopes”, le femministe francesi che nel loro sito preferiscono piuttosto soffermarsi sul modo con cui i media celebrano il centenario della nascita di Simone de Beauvoir. Il titolo con cui aprono l’anno: Une femme derangeante, una donna che disturba, fa dis/ordine.
_ “Si celebra il centenario della nascita di Simone de Beauvoir. No, non gridate al lupo. Non è la celebrazione in sé che ci fa drizzare il capelli in testa, ma la poltiglia per gatti che i media ci offrono e anche lo scandalo che rappresenta il loro perverso {{bisogno di fare del sensazionalismo piuttosto che informazione.}}
Di anestesizzare il pensiero piuttosto che di suscitarlo. Certamente, nulla sarà stato risparmiato a Simone de Beauvoir, la donna libera e fiera, la militante, la filosofa, la scrittrice, la grande testimone impegnata del suo tempo. Quella che ha segnato le nostre vite, lo si riconosca oppure no, quella che ha dato senso all’intuizione delle ribellioni isolate, dei tormenti individuali, delle inquietudini impossibili a formularsi. Lei, la prima a descrivere la fabbricazione della donna. Quella che ha dimostrato razionalmente che non si nasce donna ma lo si diventa”.
Sotto accusa è in particolare “le Nouvel Observateur” che – per illustrare il carattere scandaloso per la morale borghese di quei tempi del modo di vita di Simone de Beauvoir, e soprattutto delle “idee di libertà e d’indipendenza che lei rivendicava fieramente ed incarnava” – pubblica una foto di Simone de Beauvoir, nuda, nell’intimità di una sala da bagno, titolando “la scandalosa”.
{{Les Penelopes si chiedono il perché di questa operazione}}: “Il pensiero di Simone de Beauvoir sarebbe ancora così attuale da meritare … che la si desacralizzi non con le argomentazioni, il ragionamento ma con l’immagine delle sue natiche? Come se occorresse innanzitutto mostrare che lei era donna come le altre, donna come si guardano le donne, sarebbe a dire sempre e prima di tutto i loro corpi, le loro forme, i loro culi. E che così, … sia messo in scena quello che era impensabile immaginare di questa filosofa deliberatamente ribelle mai rientrata nei ranghi? Come se fosse così possibile depennare tutti gli effetti del pensiero rivoluzionario (si, osiamo questo aggettivo) di quella che ha voluto vivere come credeva giusto pensare”.
E’ una donna che ancora disturba “ molto semplicemente perché {{in fondo il patriarcato non ha ceduto granché}}. Malgrado le lotte delle donne, le leggi, e l’esplosione delle famiglie tradizionali, la discriminazione persiste, il dominio permane. Se noi siamo meglio attrezzate oggi per farvi fronte, per comprenderne le radici, è in gran parte perché Simone de Beauvoir ha liberato uno spazio concettuale in cui alcune donne si sono riversate, per dire, produrre idee, analizzare la realtà di milioni di altre donne.
_ Milioni di donne di tutti i paesi si sono riconosciute nei suoi scritti, nelle sue parole, le sue azioni. {{L’universalità dell’opera di Simone de Beauvoir}} è attuale, vivente, vibrante. Cento anni dopo la sua nascita, quasi sessanta dalla pubblicazione de “il secondo sesso”, continua a suscitare ammirazione e denigrazione.
A lei che non credeva al destino eterno, sarebbe terribilmente piaciuto di poter dire che la lotta da lei condotta ha portato alla vittoria per l’eguaglianza, la libertà ma poiché non è ancora vero, noi non abbiamo altra scelta che {{proseguire questa lotta e passare la fiaccola}} a quelle che, bambine di oggi, avranno domani bisogno di armi per resistere al ritorno del conservatorismo, dell’oscurantismo, dell’integrismo e del liberismo, tutti predatori dell’eguaglianza e dell’emancipazione. Per questo, dobbiamo innanzitutto non perdere la memoria di quelle che ci hanno preceduto”
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