I nessi rimossi nel dibattito attuale sull’aborto
Lea Melandri ha messo il dito nella piaga con il suo scritto apparso nel sito della Libera Università delle Donne “L’uso globale del corpo femminile: gli anelli mancanti nella discussione sull’aborto”.
La “crociata” aperta da Giuliano Ferrara e da eminenti personaggi ecclesiastici italiani , vede protagonisti quasi unici uomini contro altri uomini dalla parte o contro le donne. Così appare anche in un’intervista di {{Orazio La Rocca}} (la Repubblica 24.1.08, “’Inviato del papa contro l’aborto chiederò al mondo la moratoria”) al {{cardinale Trujillo}}.
_ Il giornalista chiede come spiegare il parallelo tra la moratoria sulla pena di morte e la moratoria sull’aborto e il cardinale risponde secco e lapidario : “L’Aborto è una pena capitale inflitta ad un innocente indifeso. Se la Chiesa – come gli Stati che all’Onu hanno firmato per la moratoria- è contro la condanna a morte, a maggior ragione deve ricordare che è peccato uccidere i bimbi mai nati. (…)” Segue un’altra opportuna domanda:”Ma come si fa a vietare l’aborto alle donne violentate?” Risposta: ”Si tratta certamente di drammi enormi e la Chiesa è pronta a fare la sua parte. Ogni uomo deve farsene carico. Si tratta però di drammi che non si risolvono uccidendo un bimbo innocente. Giovanni Paolo II scrisse una storica lettera a Seraievo durante la recente guerra a portare comunque a fine le loro gravidanze. “
{{Lea Melandri}} commentando un articolo di {{G.Zagrebelsky}} (28.1.08, La Repubblica) , fa notare che anche lui rimuove , nella sua appassionata difesa delle donne, il nesso della gravidanza con la sessualità , e della sessualità con il dominio maschile.
{{Gli uomini di Chiesa come gli “atei devoti”, straparlano dell’aborto}} sempre certi del loro diritto a mantenere i corpi femminili nell’obbligo riproduttivo e ci ricorda Lea Melandri , in un libro di {{Paola Tabet}} ({La grande beffa}, Rubettino 2004) , tutto ciò secondo un percorso ritenuto naturale e unico: penetrazione/eiaculazione/fecondazione.
Zagrebelscky annota l’assenza, nelle tesi di Ferrara e degli altri eminenti uomini di Chiesa, l’omissione voluta della donna come soggetto a favore, del suo essere contenitore “naturale” di un possibile, vero, soggetto.
_ {{Al massimo la donna ha diritto all’aiuto}}, una volta fecondata, sia psicologico che sociale affinché possa portare avanti la gravidanza ; anche se “opera” di una violenza carnale.
_ {{Nessuna parola sulla sessualità eterossessuale}} in tempi segnati da un escalation spaventosa di violenze sessuali nei riguardi delle donne; per le strade e in famiglia.
_ La donna deve essere preservata dalla violenza con tutele che possono riguardare il suo “pudore”: come nell’Islam soprattutto dell’emigrazione.
Verso la fine di gennaio il giudice di Brescia Silvia Milesi ha spiegato le motivazioni della {{condanna a trent’anni inflitta a Mohammed Saleem}}, il padre della giovane pakistana che voleva vivere all’occidentale perché “è provato che la vittima sia stata attirata nell’abitazione paterna con la finalità specifica di indurla a rivedere tutte le sue scelte di vita, pena la morte”. Vi era , da parte del padre, la pretesa “di disporre ancora della vita della figlia , ‘come “di una cosa, pena la soluzione finale”.
La ragazza, che conviveva con un fidanzato italiano e che vestiva come le ragazze miscredenti e lavorava in un locale pubblico, diventa “la favola della comunità pakhistana”. Dunque, {{il corpo delle donne tutela l’onore delle comunità mussulmane}} perché deve essere visibile integralmente soltanto dai legittimi proprietari maschi: padri, fratelli, figli mariti. E se una donna si emancipa vuol dire che gli uomini di casa sono deboli, come quelli che “si fanno mettere sotto dalle donne”. Ormai è diffusa l’imposizione, già in quarta elementare del velo alle bambine che devono sedere nei banchi accanto alle femmine.
Ha scritto {{Silvia Vegetti Finzi}} (Il Corriere della Sera, “Un grido di dolore” , 25.1.08) che le donne aggredite, sequestrate picchiate, violentate come le due badanti su un vagone abbandonato della stazione centrale di Milano e la polacca vittima di un tentativo di violenza carnale in piazzale Loreto , ci pongono la domanda :”Che cosa sta succedendo?
_ {{L’odio rivolto contro le donne e i bambini}} rappresenta la cartina di tornasole dello stato di una società e, poiché il nostro reagente segna sempre più frequentemente ‘allarme rosso’, dobbiamo dedurne una grave patologia della città.”
La disgregazione della famiglia, la difficoltà di integrare gli immigrati, la crisi economica e l’eclissi dei tradizionali centri di appartenenza ecc., spiegano a sufficienza il fenomeno in crescendo? A me pare che siano motivi, più o meno inconsci, del bisogno maschile di conferma del tradizionale potere patriarcale che si sta sgretolando anche, e che soprattutto le giovani donne manifestano , per esempio. con una migliore resa negli studi.
L’iniziativa di {{G. Ferrara che equipara la pena di morte all’aborto ha un forte impatto simbolico ed emotivo}}: così come il boia dà la morte al condannato, così la donna dà la morte al “nascituro”.
_ Questo “potere” (autodeterminazione) le va tolto riportandola così nell’alveo della famiglia “naturale” dove , di nuovo, potrà apparire la Madre con il Bambino. Appunto, come ha detto di recente un cardinale in una trasmissione: la Madonna non aveva concepito Gesù con Giuseppe. Ma lo ha amorevolmente allevato in obbedienza alla richiesta divina. O, detto con le parole di {{[L.Melandri}}->http://www.universitadelledonne.it/lea31-1.htm]}: “L’immaginario che cancella il rapporto uomo-donna, sovrapponendogli la coppia madre-figlio, deve essere una delle ‘invarianti’ più coriacee della cultura maschile…”.
Molto funzionale a una gestione della cosa pubblica come vediamo in questi giorni di crisi politica e che Lidia Menapace nelle sue “lettere dal Palazzo” (“[Bene Marini, ma le donne?->article1506]” ) ci dimostra a proposito della bella idea di Marini di ricevere delegazioni delle forze sociali, meno le associazioni delle Donne.
_ D’altronde, sottolinea L. Menapace, molte delegazioni dei partiti non avevano nemmeno una donna: “Ma le due che le avevano (cioè se non ho visto male il Pdci e il Pd, oltre la Rosa nel Pugno citata) hanno messo la Palermi quasi fuori dallo schermo, eppure lei è presidente del gruppo al Senato e Anna Finocchiaro, una presidente di gruppo e autorevolissima senatrice, in seconda fila e in ogni modo nemmeno nominate…”. Così va il mondo. In Italia.
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