La trasparenza dei metodi con cui si adottano politiche di genere è fondamentale
Pubblichiamo il testo di un comunicato sttoscritto da 8 associazioni calabresi a proposito delle decisioni assunte dal Coordinamento del Progetto Donna della Regione Calabria sul piano di attività per il 2007 (sic!)E’ con estremo rammarico e sconcerto che apprendiamo le decisioni assunte lo scorso novembre dal Coordinamento del Progetto Donna della Regione Calabria; e comprendiamo solo adesso le difficoltà a conoscere nel merito tali decisioni, al punto da dover chiedere formalmente copia del verbale e della delibera, inviateci – di fatto – soltanto qualche giorno fa.
_ Il coordinamento del Progetto Donna si è riunito lo scorso 27 novembre 2007 per esaminare i progetti per il piano di attività 2006 e per programmare l’anno 2007.
_ Non ci sono errori di scrittura nel riportare le date, è proprio così, a fine 2007 sono stati esaminati progetti per il piano di attività del 2006 e sono state programmate le attività per l’anno 2007.
Nonostante, i continui solleciti delle associazioni e degli uffici provinciali del Progetto Donna, il coordinamento si è riunito con estremo ritardo rispetto ai tempi normali di programmazione ed ha deciso, anacronisticamente, su tempi già trascorsi.
Ma di normale nelle decisioni assunte dal Coordinamento c’è ben poco, poiché nella valutazione dei progetti {{non si è tenuto conto dei criteri indicati nell’avviso pubblico del Progetto Donna}}, bensì sono stati ripartiti i fondi per provincie, escludendo tral’altro Crotone, e {{si è privilegiato il tema della violenza a scapito dei criteri indicati nel bando}}.
I criteri pubblicati nell’avviso, a cui le associazioni hanno aderito presentando le loro proposte, erano ben altri. Nell’avviso pubblico di aprile si leggeva, infatti, che le associazioni iscritte all’albo regionale potevano presentare progetti nell’ambito dei settori: lavoro, informazione, servizi, cultura.
Pertanto, le proposte presentate dalle associazioni sono state articolate su questi quattro specifici settori d’intervento e non già sui criteri decisi,
successivamente, nella riunione del 27 novembre 2007.
Quest’ultimo aspetto pone {{una questione di trasparenza e di legittimità}} grave non solo oggettivamente poiché si tratta dello stanziamento di denaro pubblico – seppure esiguo per le politiche di genere – ma anche simbolicamente poiché si sviliscono le
finalità della legge.
L’intera provincia di Cosenza, ma nono solo, è stata penalizzata da queste scelte e nessun progetto è stato approvato al di fuori del Centro Lanzino.
_ Pur condividendo l’urgenza del tema violenza, per il quale non a caso sono stati previsti dal Ministero delle Pari Opportunità linee di intervento specifiche con rilevanti sostegni finanziari, {{la trasparenza dei metodi con cui si adottano politiche di genere è fondamentale}}.
Pertanto, chiediamo le dimissioni della Coordinatrice On. Frascà, nonché dell’intero coordinamento che non ha vigilato sulla corretta applicazione di una importante legge regionale a favore delle donne, e chiediamo altresì che venga convocata al più presto l’assemblea delle associazioni iscritte all’albo.
La Legge n. 22, istitutiva del Progetto Donna, è nata nel 1995 per volontà delle associazioni femminili calabresi che con il loro impegno hanno consentito alla soggettività femminile di divenire legge.
Questo importante strumento legislativo rappresenta un valore per la nostra regione che intendiamo difendere fino in fondo.
_ Associazione MEDiterranean MEDIA, Cosenza
_ Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti (AIDIA) sez. Calabria, Cosenza
_ Donne Europee federcasalinghe, Cosenza
_ Associazione Donne in movimento, Francavilla Maritima
_ Associazione Donne Insieme, Spezzano della Sila
_ Associazione Donne di casa nostra, Spezzano della Sila
_ Associazione DIS Donna, Impresa & Sviluppo, Catanzaro
_ Associazione Donne per le Donne, Vibo Valentia
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