Ecco perché mio fratello è stato condannato a morte
Dalla mailing list Italiarawa riprendiamo questa intervista a al fratello di Sayed Parwez Kambakhsh, l’aspirante giornalista 23enne, imprigionato e condannato a morte dal governo Karzai, in seguito ad un processo sommario portato avanti da una corte islamica di Balkh che lo ha accusato di blasfemia, lo scorso 22 gennaio. Ieri a Kabul, capitale dell’Afghanistan, c’è stata una manifestazione alla quale hanno partecipato centinaia di persone. Questa gente portava un’immagine di Sayed Parwez Kambakhsh.
In pratica il ragazzo è stato accusato di aver scaricato da internet un testo a dir poco blasfemo – in cui Maometto è definito un ladro e un fornicatore – scritto da un pensatore iraniano che si fa chiamare “Arash Senza Dio” e aver fatto circolare il documento tra i suoi colleghi universitari dopo averlo firmato personalmente.
Un’azione del genere non sarebbe solo scellerata ma completamente idiota, molto peggio di recarsi all’angelus domenicale in Piazza San Pietro con un megafono per insultare il Santo Padre.
_ Infatti, Parwez, che era stato imprigionato il 27 ottobre 2007 ha sempre negato tutto con veemenza. Dal momento del suo arresto è però stato tenuto in isolamento e minacciato di morte.
_ Secondo suo fratello, Parwez non avrebbe ovviamente mai fatto una cosa del genere, ed è per questo che sono in molti a credere che le autorità afghane gli abbiano estorto una confessione forzata.
_ Il {{bersaglio della corte islamica non era Parwez, ma suo fratello Yaqub}}, affermato giornalista che lavora per il britannico IWPR (Institute for War and Peace Report) che si occupa di documentare quello che succede a livello umanitario nelle zone di crisi.
_ Yaqub Ibrahimi ha scritto molti articoli nel corso degli ultimi cinque anni, raccontando di quello che succede nel suo paese tra fondamentalisti islamici, signori della guerra, oppio e talebani.
Alcuni di questi pezzi, però devono aver davvero urtato la suscettibilità di qualcuno di questi signori, infatti Yaqubu non ha esitato a fare dei nomi di tanto in tanto, ricevendo come risposta una serie di minacce rivolte contro di lui ma anche contro la sua famiglia.
_ {{Suo fratello più piccolo è stato arrestato per fermare lui}}, cosa che effettivamente è riuscita. Solo che in seguito alla pressione internazionale che si è fatta sempre più consistente, la corte islamica che aveva condannato a morte Parwez è tornata in un certo senso sui propri passi, ammettendo un “errore tecnico” ma Yaqub ci spiega come in realtà si dovranno attendere i verdetti della corte secondaria e di quella suprema, prima di poter cantare vittoria. Yaqub, per prima cosa vorremmo sapere come sta tuo fratello…
Non sta male fisicamente ma è troppo preoccupato e sottoposto ad un forte pressione psicologica, ha paura per quello che sarà il suo futuro, sai, è un ragazzo così giovane.
{{È vero che tuo fratello ha commesso il crimine di blasfemia nei confronti dell’Islam?}}
No, l’Afghanistan National Directorate of Security (NDS) lo ha costretto a confessare quel crimine facendo pressione su di lui e minacciandolo di morte, ma ora mio fratello ha rigettato le accuse.
{{Credi che Kambaksh potrà uscire dalla prigione?}}
Ora la pressione internazionale sul governo afghano e specialmente su Karzai sta crescendo, speriamo che cambino questa decisione. Stando alla legge afghana, una sentenza per essere valida deve essere emanata da tre corti, per ora si è espressa soltanto la prima corte – quella locale – ora ci sono le altre due: la secondaria e la suprema. Speriamo che queste due corti cambino la loro sentenza e lo rilascino immediatamente, lo speriamo davvero.
{{I tuoi articoli riguardo la situazione nel nord del paese con I fondamentalisti ed I talebani devono aver toccato un nervo scoperto, devi aver colpito il bersaglio, giusto?}}
Certo, da quando lavoro per l’IWPR ho coperto diversi casi “scottanti”, specialmente riguardo la vera situazione nell’Afghanistan del nord, come sai le persone che abitano li sono sotto scacco dei signori della guerra e dei gruppi fondamentalisti. Io stesso ho dovuto sopportare questa pressione più volte. Ho ricevuto spesso chiamate minatorie e intimidazioni ma l’ho ignorate, per via della nostra professione. Il giornalismo, specialmente quello investigativo, comporta molti rischi in una nazione come l’Afghanistan. Comunque non potevano arrestarmi direttamente e non avevano niente su di me per mettermi dentro, ecco perché hanno minacciato mio fratello, per fare pressione su di me e, più in generale, sulla libertà di espressione in Afghanistan.
{{Tu una volta hai detto che l’Afghanistan diventerà come l’Iran, una nazione nelle mani dei fondamentalisti, la legge è nelle loro mani, il governo è nelle loro mani e così via…}}
Sì, sai che i fondamentalisti hanno una forte influenza nel governo afghano e nel parlamento, insomma, hanno molto potere nei distretti e nelle province, specialmente nel nord dell’Afghanistan. Ma sfortunatamente la comunità internazionale ed il governo afghano lo ignorano, per questo credo che il fondamentalismo rappresenti un gravissimo ostacolo sulla strada della democrazia. Il fatto è che la comunità internazionale se la prende con i talebani ma ignora i signori della guerra ed i fondamentalisti. Tra l’altro, il loro potere cresce giorno dopo giorno in certe regioni; questa gente può fare quello che vuole, ha piena influenza sulle province ed esistono perfino leggi speciali, i fondamentalisti ed i signori della guerra possono arrestare le persone, rubargli le proprietà ed i soldi, perfino ucciderli come è successo in passato. Il governo centrale e la comunità internazionale, come ho già detto, ignorano questo grande problema.
{{Cosa credi che questo governo possa fare contro una tale realtà?}}
Secondo me il nostro governo e la comunità internazionale stanno perseguendo una politica sbagliata in Afghanistan. Dovrebbero combattere contro i talebani e i signori della guerra, ma invece l’esecutivo di Karzai sta concedendo dei poteri a questa gente. Nel nord le province sono sotto il controllo dei signori della guerra. Invece [Karzai e la comunità internazionale, ndr] dovrebbero tentare di mettere in piedi un governo democratico. Per esempio, ci sono più di 2000 soldati tedeschi nel nord del paese, ma dovrebbero fare qualcosa contro i signori della guerra, sarebbe veramente utile, invece sono bloccati. Ci sono più 15.000 truppe straniere in Afghanistan ma non stanno facendo quello che dovrebbero, stanno seguendo una politica sbagliata, se solo volessero potrebbero fare qualcosa, ma credo ci sia confusione tra il governo afghano e le forze di sicurezza internazionale. Non credo nemmeno ci sia un buon coordinamento tra l’esercito nazionale e quello internazionale.
{{Hanno colpito tuo fratello a causa di quello che hai scritto, ora continuerai a scrivere le stesse cose?}}
Il giornalismo in Afghanistan, come ho detto prima, è un grande rischio. Se vuoi fare un lavoro critico o investigativo, ci saranno sempre forti rischi. Il caso di mio fratello mi ha creato molti problemi. Comunque continuerò a scrivere della realtà afghana. Amo il mio lavoro e la mia professione. Ma questa decisione contro mio fratello ha rappresentato un grande avvertimento ed uno shock per me. Ho smesso di scrivere articoli troppo pericolosi da pubblicare. In condizioni normali continuerei, ma durante gli ultimi due mesi ci sono stati troppi problemi. Ora sto scrivendo articoli più “normali”, tratto di temi culturali e scrivo anche riguardo la situazione politica istituzionale. Ho finito di scrivere storie pericolose. Ma, se mai sarò in grado di pubblicare in futuro, credo che potrei spiegare un sacco di cose riguardo ai signori della guerra.
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