Vorremmo una moratoria contro la precarietà dell’esistenza dei
nati. Una moratoria che impegni realmente, che non sia una facile fuga
ideologica per occultare negazione di libertà ed ingiustizie sociali. Moratoria viene dal verbo latino moràri, che significa indugiare su
qualcosa, impedire qualcosa. Quindi anche essere liberati da qualcosa.

Allora noi vorremmo invitare ad indugiare a riflettere sulle condizioni della maggior parte degli umani, perché si impedisca il più possibile la
sofferenza, rimuovendo gli ostacoli -come prevede la nostra Costituzione-
che sbarrano il passo a che ognuno/a viva con dignità: nel riconoscimento
solidale del diritto ad autodeterminarsi responsabilmente. Vorremmo che alla carità si sostituisse il diritto alla libertà dal bisogno.

Vorremmo che i mezzi di informazione non fossero la camera di risonanza
del mantenimento del potere politico ed economico di chi già ha tutto, e
in nome di falsi liberismi, espropria gli altri di tutto.
_ Vorremmo che i diritti civili fossero pratica attuativa contro le
discriminazioni sessiste che imperversano anche nel nostro “civile”
occidente.
_ Vorremmo liberare le menti dai condizionamenti, dai pregiudizi, dal
dogmatismo.
_ Vorremmo essere liberati dai pelosi detrattori della scuola pubblica,
ultimo baluardo della libertà di pensiero: viatico della formazione di
coscienze critiche.
_ Vorremmo che i risultati della ricerca divenissero patrimonio collettivo,
a cui ognuno possa accedere, anche se sprovvisto di carta di credito.
_ Vorremmo essere liberati dalle speculazioni che rendono impossibile a
tanti di abitare in edifici, che possano chiamarsi case.
_ Vorremmo questo e tanto altro…

Insomma vorremmo la massima estensione dei principi di libertà e giustizia
che fanno la dignità degli individui su cui si misura il grado di civiltà
dell’umanità.
_ Insomma
Maria Mantello