Tra l’inverno demografico e l’inverno nucleare
Oggi, tempi scellerati di nucleare bipartisan, vale la pena ricordare un vecchio testo del 1986 che si intitola “Scienza potere e coscienza del limite – dopo Cernobyl oltre l’estraneità” (Editori Riuniti – quaderni di donne e politica) in cui donne dell’allora Pci e altre discutevano di quanto in oggetto tracciando dei parallelismi tra la gestione “scientifica” e di potere sul nucleare e la gestione “scientifica” e di potere sul “riproduttivo” femminile; atomi e ovuli insomma.{{Dell’inverno demografico. La colpa è delle donne}}, naturalmente di quelle che abortiscono ricorrendo alla legge 194. Così dice “Famiglia Cristiana” che attribuisce all’uso della nefasta legge il demerito di aver contribuito, lo dicono i numeri, all’inverno demografico.
_ Poco prima la nuova ministra per le pari opportunità Carfagna era così intervenuta a spiegare le sue tre idee, delle quali una è che “la 194 è una ferita che ha provocato al paese un danno spirituale e demografico…”
_ Il papa poi, beh quello parla sempre e sempre male delle donne che abortiscono; non fa testo se non in quanto i politici poi gli obbediscono… , ma questa dell’inverno demografico è piuttosto pesante perché {{non è la solita sanzione morale. Ha in sé una sanzione sociale e politica}} che solo in questi tempi di cupezza razzista e neofascista poteva riaffacciarsi a palesare precetti normativi, che non tarderanno ad arrivare, sull’utero delle donne.
Tempo fa il mondo cattolico fibrillò davanti al sorpasso musulmano; l’annuario della santa sede lo ammise; i musulmani sono di più, questo perché ahinoi loro fanno più figli. Vero.
Se la natalità in Italia non va giù è perché gli immigrati compensano con almeno il 10% un saldo che altrimenti sarebbe negativo…
E allora ecco il richiamo a ripristinare buoni livelli di razza. Politica di natalità. Fu già applicata nel ventennio con “politiche maternaliste ad ampio raggio, ovvero: “…criminalizzazione dell’aborto, assegni familiari, assicurazione di maternità, prestiti per matrimoni e nascite, titoli di preferenza nella carriera per padri di famiglie numerose, istituzioni per l’assistenza sanitaria e sociale alla famiglia ed all’infanzia.
_ {{Nel 1933, si istituì la Giornata della Madre e dell’Infanzia}}, (un analogo del nostro family day) stabilita per il 24 dicembre, la vigilia di Natale, una scelta che sfruttava il culto cattolico della Vergine Maria.
_ In questo modo il regime accostava la madre italiana alla Madre di Dio, alla castità della Vergine, alla gioiosa nascita di Gesù, al supremo sacrificio dell’unico figliolo… Non a caso, il vero oggetto della celebrazione non erano le madri qualsiasi, ma quelle prolifiche.
_ Il momento più alto del cerimoniale del primo anno fu l’adunata nazionale a Roma, alla presenza del Duce, nel corso della quale le madri più prolifiche di ciascuna delle novanta province italiane furono passate in rassegna come i migliori esemplari della razza. {{L’altoparlante non le chiamò per nome, ma per numero di figli}}: quattordici, sedici, diciotto…”[(1)->http://www.storiain.net/arret/num107/artic5.asp]
I numeri proposti dal pro natalismo fascista, certo oggi risultano grotteschi, ma lo spirito della politica maternalista sembra comunque essere sempre quello; nella punizione o viceversa nell’esaltazione.
_ Non lo potrà, suo malgrado, essere nella compensazione economica.
_ No money today.
Neanche per la povera {{ministra Carfagna}} che appena dopo essersi prodigata nello spiegarci (dimostrando di [non aver capito poi molto->http://www.ecologiasociale.org/pg/dum_violsess_carfagna3.html]), che alla violenza sulle donne si rimedia con l‘[affido condiviso->http://www.ecologiasociale.org/pg/dum_violsess_carfagna.html] (sic!), si è vista [togliere i fondi->http://www.ecologiasociale.org/pg/dum_violsess_carfagna2.html] a disposizione del suo ministero, perché spediti a compensare la propagandistica sparizione dell’ICI voluta dal suo governo.
E quando parliamo di governo, beh, qui i paradossi si sprecano; tra tasche vuote e grandi opere, tra ambiente esausto ed esaltazioni energetiche… Appunto; qui [è riemerso Scajola->http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/ambiente/nucleare1/nucleare-scajola/nucleare-scajola.html] a ripresentarsi con credenziali nucleari; subito dopo Scajola, arriva [Emma->http://www.repubblica.it/2008/03/sezioni/economia/confindustria-marcegaglia/nucleare-ponte/nucleare-ponte.html] ad avvalorare il futuro energetico atomico.
E così anche su questo {{si torna indietro, a un dibattito uguale a quello di vent’anni fa}}, perché in vent’anni o più, {{nessun problema del nucleare è stato risolto}}, né in termini di sicurezza né di siti né di scorie… né si può allontanare dalla mente l’incubo dell’inverno nucleare cioè di quell’ipotesi di danno planetario climatico ambientale generato da un possibile conflitto o da un incidente di vaste proporzioni (Cernobyl è ancora là e chiuso nel suo bozzolo di cemento armato finchè dura…).
_ Almeno quell’inverno non sarà colpa delle donne; tutt’al più Emma avrà le sue responsabilità, ma non sarà la sola, perché in compagnia del papa, che benedice (sempre le cose sbagliate), di molti altri (industriali e politici) che già sbavano per il nuovo business, per l’energia: tanta e a buon prezzo (per loro).
Maternalismo e nuclearismo; ovvero a volte ritornano e, sembra incredibile, sono sempre le cose peggiori.
_ La [violenza contro le donne->http://www.ecologiasociale.org/pg/violenzasessuale.html] impazza dentro le migliori e le peggiori famiglie; quell’[autodeterminazione->http://www.ecologiasociale.org/pg/dum_aborto.html] piena che le donne volevano raggiungere sotto i colpi del clericofascismo si allontana sempre di più; né è possibile un’autodeterminazione che si estrinsechi sul territorio in cui si vive perché pure l’ecofascismo avanza; come disse quella signora a Chiaiano dopo i pestaggi della polizia mandata da Berlusconi: “ Mussolini ci ha messo quattro anni per fare le leggi speciali, loro due giorni”. (Repubblica, 24.05.08).
_ Così {{tornano i figli per la nazione e per la razza}}; ad un apologeta della razza si vogliono intitolare vie cittadine e imperversa la pura razza padrona, che poi non era mai andata via, e che con le grandi opere e le centrali nucleari, consuma territorio, soldi e salute senza risolvere problema alcuno che non sia il proprio interesse.
Il controllo clericale e maschile sulle donne, politico mafioso sul territorio.
_ Oggi, {{tempi scellerati di nucleare bipartisan}}, vale la pena ricordare un vecchio testo del 1986 che si intitola “{{ {Scienza potere e coscienza del limite – dopo Cernobyl oltre l’estraneità} }}” (Editori Riuniti – quaderni di donne e politica) in cui donne dell’allora pci e altre discutevano di quanto in oggetto tracciando dei parallelismi tra la gestione “scientifica” e di potere sul nucleare e la gestione “scientifica” e di potere sul “riproduttivo” femminile; atomi e ovuli insomma.
Non sono poi così distanti; non per l’ovvio motivo che la materia tutta è fatta di atomi, né per il fatto che la radioattività di alcuni interferisce con gli ordinati legami molecolari di altri (dna) e provoca danni chiamati tumori; come ironicamente ricorda [Galatea->http://ilnuovomondodigalatea.wordpress.com/2008/05/28/le-ultimissime-di-galatea/] nel suo blog: richiamando la trovata di Scajola sugli sconti da offrire a chi ospiterà i siti nucleari: “Per esempio, dopo i primi due, il terzo tumore te lo fanno venire gratis…”, non sono così distanti, dicevamo, perché a metterci le mani sugli uni e sugli altri sono sempre gli stessi. {{Chi benedice la famiglia benedice il nucleare}}, ah! Guarda che roba! In sociologia si parla di famiglia nucleare: babbo mamma e figli. Le donne vorranno mica distruggerla con l’inverno demografico?
Se gli ovuli sono nostri, saremmo noi a decidere quanti destinarne alla riproduzione, è ovvio; l’inverno demografico? {{Accogliamo gli extra comunitari con le loro numerose figliolanze, mettiamole insieme con le nostre}}, dedichiamo le intelligenze a risolvere i problemi di integrazione invece che negare gli asili anche ai fuori-norma, come accade, tanto per cambiare a Verona, e il problema è risolto; tutto il resto si chiama razzismo e integralismo.
E l’atomo? Così potente, così ingovernabile? (cavalcare la tigre, si diceva una volta), lasciamolo stare e il problema non si pone. [L’uranio sta finendo->http://www.greenpeace.org/italy/news/cernobyl-nucleare] e chi ce l’ha lo cederà a caro prezzo, così come la tecnologia per l’uso; quella idealmente definita “sicura” verrà matura quando probabilmente la materia prima sarà finita.
_ {{Intanto soldi saranno spesi}}, qualche popolazione resistente sarà ranganellata e tutti saremo più poveri perché in realtà né la cara Emma, né i suoi colleghi industriali hanno molta voglia di investire in questi artefatti né in grandi opere; {{le pagherà il pubblico}} cioè noi come già, al momento, stiamo mantenendo l’Alitalia e stiamo restando senza treni perché i soldini devono andare al [TAV che non ci serve->http://www.ecologiasociale.org/pg/dum_notav08.html].
{{Non si risolve così il [problema energetico->http://www.ecologiasociale.org/pg/energia.html]}}, anzi, questi sgraditi ritorni testimoniano che molto si è fatto in consumi energivori e poco in tecnologie rinnovabili.
_ {{L’inverno nel cuore ci viene nel vederci intorno questo continuo fare le cose sbagliate}}, e pure le peggiori. Tutti intorno a elogiare il governatore Draghi che richiama alla crescita. Chi è quell’idiota che pensa che una popolazione possa crescere all’infinito e che un sistema bioantropologico anche?
_ E la coscienza del limite? (Come si diceva nel 1986). Oggi ce la sta segnalando in modo ormai inconfutabile il cambiamento climatico, e le varie catastrofi ambientali: al limite siamo già arrivati.
Noi, a differenza delle nostre nonne che figliavano e tacevano, per quanto ci riguarda, non sopportiamo più ingerenze; né l’ambiente le sopporta dall’invasività del progresso illimitato foraggiato dall’energia infinita …
_ Rispettiamo l’autodeterminazione e impariamo le leggi della termodinamica. Supereremo l’inverno.
…Forse il TAV in [Val Susa->http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/05/30/237qui.html], prima che arrivi Berlusconi con i suoi Manganelli a mazziare la popolazione, la fermerà la prossima frana, il prossimo alluvione primaverile…
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