bruxelles Quando l’assemblea plenaria del Parlamento Europeo  ha votato il “Rapporto annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo, l’eurodeputato popolare slovacco Miroslav Mikolasik ha proposto un emendamento contro la maternità surrogata che è passato.  Il 15 marzo, la deputata belga Petra de Sutter ha proposto alla Commissione del Consiglio d’Europa di regolamentare la maternità surrogata basandosi su un corposo dossier di quanto sta già avvenendo anche in Europa e auspicando l’unificazione delle legislazioni U.E. in proposito.  Con 16 voti contro 14 (su 30), il Consiglio ha respinto la proposta e i due voti decisivi sono state di due   deputate italiane del Pd, Teresa Bertuzzi ed Eleonora Cimbro, in sintonia con le richieste del movimento internazionale contro la maternità surrogata. Si è impedito, così  che la proposta di Peter de Sutter fosse discussa a porte chiuse. “Abbiamo vinto noi! L’appartenenza a questo o a quel partito non c’entra. Abbiamo risposto solo a noi stesse” hanno esultato le due psrlamentari italiane.

Il testo dell’emendamento afferma che il Parlamento «condanna la pratica della surrogazione, che compromette la dignità umana della donna dal momento che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono usati come una merce; ritiene che la pratica della gestazione surrogata che prevede lo sfruttamento riproduttivo e l’uso del corpo umano per un ritorno economico o di altro genere, in particolare nel caso delle donne vulnerabili nei paesi in via di sviluppo, debba essere proibita e trattata come questione urgente negli strumenti per i diritti umani» (paragrafo 114).

In prossimità delle votazioni al Parlamento Europeo,  Se Non Ora Quando Libere  ha fatto  uscire un appello pubblicato, in evidenza, anche su sito della Fondazione Nilde Iotti.

Questo il testo

“Noi rifiutiamo di considerare la “maternità surrogata” un atto di libertà o di amore. In Italia è vietata, ma nel mondo in cui viviamo l’altrove è qui: “committenti” italiani possono trovare in altri paesi una donna che “porti” un figlio per loro”. Comincia così l’appello pubblicato sul sito chelibera.it e che sta raccogliendo centinaia di firme per chiedere un no chiaro e netto all’Europa sulla maternità surrogata.

“Non possiamo accettare, solo perché la tecnica lo rende possibile, e in nome di presunti diritti individuali – prosegue l’appello di SNOQ Libere –  che le donne tornino a essere oggetti a disposizione: non più del patriarca ma del mercato. Vogliamo che la maternità surrogata sia messa al bando”.“Oggi, per la prima volta nella storia, la maternità incontra la libertà. Si può scegliere di essere o non essere madri. La maternità, scelta e non subìta, apre a un’idea più ricca della libertà e della stessa umanità: il percorso di vita che una donna e il suo futuro bambino compiono insieme è un’avventura umana straordinaria. I bambini non sono cose da vendere o da “donare”. Se vengono programmaticamente scissi dalla storia che li ha portati alla luce e che comunque è la loro, i bambini diventano merce”.

“Siamo favorevoli al pieno riconoscimento dei diritti civili per lesbiche e gay – sottolinea ancora l’appello -, ma diciamo a tutti, anche agli eterosessuali: il desiderio di figli non può diventare un diritto da affermare a ogni costo”.

“CI APPELLIAMO ALL’EUROPA”

“Nessun essere umano può essere ridotto a mezzo. Noi guardiamo al mondo e all’umanità ispirandoci a questo principio fondativo della civiltà europea.
Facciamo appello alle istituzioni europee – Parlamento, Commissione e Consiglio – affinché la pratica della maternità surrogata venga dichiarata illegale in Europa e sia messa al bando a livello globale”, conclude l’appello.

Clicca qui per andare al sito chelibere.it

Il paese delle donne tornerà sull’argomento.