Comitato diritti umani: RICONOSCERE IL GENOCIDIO DEGLI YAZIDI
Il Comitato permanente sui diritti umani, presieduto da Pia Locatelli, ha svolto l’audizione di Nadia Murad, attivista per i diritti umani del popolo yazida, tenuta prigioniera per tre mesi dagli uomini dell’Isis nel corso dei quali è stata oggetto di stupro individuale e di gruppo. Nadia Murad è stata di recente candidata al premio Nobel per la pace per il 2016 in virtù della sua attività di testimone del genocidio subito in Iraq dal suo popolo ad opera dell’autoproclamato Stato islamico e che la rivista statunitense Time l’ha definita come «un faro di luce e di verità».
All’audizione, che si è tenuta nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla tutela dei diritti delle minoranze per il mantenimento della pace e della sicurezza a livello internazionale, erano presenti, oltre a Nadia Murad i membri della Yazda Organization Luba Suleiman e Ismael Murad.
Gli attivisti hanno lanciato un appello all’Italia per il riconoscimento del genocidio del popolo yazida e hanno chiesto un impegno a fare il possibile per liberare le donne, le ragazze e le bambine che si trovano tutt’ora nelle mani dell’Isis e che subiscono quotidianamente torture e violenze. Pia Locatelli ha proposto ai membri del Comitato diritti umani di presentare una mozione in cui si chiede al Governo italiano di farsi promotore di queste richieste
Ma chi è Nadia Murad Basee Taha? è una donna yazida di 21 anni, riuscita a sopravvivere alle violenze dell’Isis dopo essere stata rapita, schiavizzata sessualmente e venduta a gruppi di miliziani. Dopo questa esperienza, ha deciso di fare del suo trauma una forza. La sua missione umanitaria consiste innanzitutto nel denunciare alle Nazioni Unite, alla Corte Penale Internazionale e alla comunità mondiale il genocidio degli yazidi e i crimini contro l’umanità perpetrati dai combattenti Isis, ma si rivolge anche al mondo islamico, perché siano condannati i crimini compiuti soprattutto a danno di donne e bambini, e perché i giovani musulmani possano difendere i veri valori della loro religione, nel rispetto e nella tolleranza verso le fedi altrui.
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