E la chiamano estate e la chiamano pace.
Telegiornale della notte con chi è senza acqua nè cibo…Alla luce del lampione qui sotto, in Piazza della Tartaruga, c’è una gatta bianca e nera che sta pulendo i suoi 3 micetti, ormai vispi e batuffoli in carne, contribuisco a dare loro cibo e acqua fresca ogni giorno. E’ una mamma come altre, come tutte quelle povere donne che vivono in guerra e hanno scordato cosa sia il tempo di pace, sperano solo di non vedere morire i loro piccoli, nati sotto un bombardamento, per atti d’amore che sembrano di rabbiosa struggente disperazione.
Cosa hanno fatto quelle genti per meritare una vita così precaria, così tanto dolore, per vedere persa ogni possibilità di casa e lavoro, di vita?
Un giorno ci spiegheranno, se mai avranno questo coraggio, a cosa gli è servita questa guerra. E’ una notte d’ estate che mi ricorda il profumo degli oleandri ad agosto e il primo bacio al mare, un ragazzino con la camicia fresca di bucato e magari era sapone di Aleppo.Ero felice e ci aspettavamo cose da grandi come tutti i ragazzini del mondo, che ancora non sanno quali mostri girano indisturbati a giocare con la vita degli altri.Noi, la generazione che non ha vissuto la guerra…nata dopo.E la chiamano estate e la chiamano pace.
Doriana Goracci