LIPSIA – dopo l’incontro annuale “Che genere di medicina? Medicina di genere: una prospettiva per le donne” i semi del melograno mettono altre radici
Al KunstKraftwerk di Lipsia, il centro culturale che fa capo all’oncologa italiana Luisa Mantovani, si è tenuto il 24 settembre l’annuale incontro di Retedonne, associazione che riunisce donne italiane residenti all’estero. Tema proposto per il convegno “Che genere di medicina? Medicina di genere: una prospettiva per le donne”.
Lisa Mazzi in qualità di presidente dell’associazione ha aperto la giornata e, dopo i saluti istituzionali di Matteo Pardo, addetto scientifico presso l’ambasciata di Berlino, e di Laura Garavini, parlamentare eletta nelle liste PD degli italiani all’estero, si è entrati subito nel vivo del tema proposto.
E’ intervenuta Luisa Mantovani, primario oncologo presso l’ospedale St. Georg di Lipsia, fondatrice del centro culturale Kunstkraftwerk, e promotrice di molteplici iniziative che mirano a offrire al paziente oncologico e ai suoi familiari un trattamento interdisciplinare ed integrativo, come “Haus Leben Leipzig” un centro che offre una vasta gamma di attività di supporto per i pazienti affetti da tumore e il “Friesenest” dove vengono sostenuti ed accompagnati con programmi artistico/pedagogici bambini in età scolare di genitori malati di cancro.
Ha preso la parola anche Fortunata Dini, psicologa e psicoterapeuta, ideatrice ed organizzatrice del Festival “Donna e Salute”, un ponte di buone pratiche, ci ha parlato del riduzionismo che caratterizza l’approccio del modello biomedico della medicina occidentale a favore del modello biopsicosociale che apre la porta ad approcci di tipo olistico e centrati sull’individuo.
Poi è stata la volta di Anna Periz, psicoanalista di formazione junghiana ha ripercorso la storia della Psiche femminile come luogo di ricerca dalla prospettiva de-genere dei primi studiosi, ricordando i crudeli spettacoli del “museo patologico vivente”, come lo stesso Charcot chiamava l’ospedale psichiatrico Salpêtrièr, da lui diretto (1862).
Ed infine le relazioni si sono chiuse con l’intervento della farmacologa Flavia Franconi, professore ordinario di Farmacologia Cellulare e Molecolare presso la Facoltà di Farmacia di Sassari e Assessore alla Regione Basilicata, che avrebbe illustrato le implicazioni “di genere” nella ricerca farmaceutica, ha disdetto la sua presenza a causa della cancellazione del volo Lufthansa Monaco-Lipsia.
Obiettivo della giornata era affrontare sotto diverse angolazioni, esperienze e conoscenze, il tema della medicina di genere, in particolare attraverso un approccio clinico (Luisa Mantovani), istituzionale e sociale (Fortunata Dini), culturale (Anna Periz).
Il tema della medicina di genere è di grande attualità tanto che, ci ha anticipato l’onorevole Garavini, sarà nell’agenda del prossimo incontro dei G7 in Italia.
Ma, dopo la presentazione delle relatrici, ripercorriamo nello specificio gli interventi. Interessante quello di Fortunata Dini, che, alla luce dell’esperienza maturata all’interno dell’associazione “Salute&Genere” di cui è presidente, ha ripercorso le tappe dell’affermazione di una medicina “complementare” a quella tradizionale dal punto di vista teorico e metodologico, ricordando anche esperienze esemplari avviate in tal senso nella regione Toscana e in Emilia. Impegno sul campo, politico e civile il suo, che è ha trasmesso la fiducia che in un legame possibile tra la politica e movimenti civili.
Luisa Mantovani ha conquistato il pubblico con una relazione tecnica sulla diffusione e del tumore della mammella. Tabelle, statistiche, confronti hanno restituito il quadro dell’importanza della prevenzione, dell’incidenza dei fattori che incidono sulla diffusione della malattia, sulle implicazioni sociali e umane di malattia e cura. Dietro ai numeri tutte hanno percepito una solidissima preparazione, un’enorme passione e rigore, ma soprattutto un’energia e una vitalità straordinarie, una fiducia nel fare, nel prevenire, nell’essere parte attiva, anzi promotrice di molti progetti. Una grande donna, insomma.
L’intervento forte e delicato insieme di Anna Periz ha concluso la giornata. Anna Periz dopo aver ricordato alcune tappe della storia dello studio della “malattia” mentale, termina con le poesie di Alda Merini e il suo racconto piano che hanno condotto tutte dentro a un mondo doloroso e in verità non così lontano.
E poi: Un bellissimo e raffinato intermezzo musicale di Elettra Bargiacchi alla chitarra classica (elettrica) con pezzi di Tárrega, Paganini, Villa-Lobos. Il bel workshop di danza terapia Annalisa Maggiani “Donne in dialogo con il corpo”, mirato ad attivare la recettività, la capacità di ricevere, fare tesoro, contenere, rispecchiare e trasformare.
Il mio lavoro è stato quello di aver ideato e curato l’evento e di aver moderato il dibattito. L’essere stata attenta ai dettagli e all’insieme, ha fatto si che quest’incontro di Lipsia sia stato qualcosa di più di un convegno: un incontro e un scambio, tra donne diverse, che si interrogano, cercano di capire, di conoscere, di conoscersi.
Lipsia è stata una nuova tappa per ReteDonne. Lipsia sono ora volti, storie, contatti: Nicole Rundo e Anna Costalonga in primis, che sono state il riferimento costante per tutta l’organizzazione della giornata. E un chicco del melograno rimane sul loro terreno fertile visto che hanno già deciso di organizzarsi in un gruppo locale.