PISA – Un incontro per capire se non dire donna fa danno
PISA – Sabato 22 Ottobre 2016 dalle 16 alle 19 presso la Casa della Donna, via Galli Tassi 8 Pisa, si terrà l’incontro: NON DIRE DONNA FA DANNO? Varie forme di violenza su noi donne nei linguaggi figurati e verbali.
Ma lentamente alcune cose stanno cambiando. Importante è stato che alcune donne ai vertici delle istituzioni, come la Presidente della Canera Laura Boldrini, prendessero posizione sull’uso maldestro della lingua fatto da giornalist* e politic* che così facendo penalizzando fortemente il protagonismo delle donne. Comportamenti che spesso sono involontari ma che testimoniano in ogni caso un uso nonpensato delle parole. E, questo è indice di fragile professionalità.
La Casa delle Donne di Pisa invita tutt* a partecipare e a portare il contributo di pensiero e diesperienze. Per saperne di più andare al blog:
ilsessismoneilinguaggi.blogspot.com
Questo quanto scritto da Cecilia Robustelli sulla Treccani
L’italiano attuale testimonia molti tentativi di eliminare tutti quegli usi della lingua che possono dare della donna un’immagine negativa, come provano i numerosi convegni e corsi di formazione finalizzati a richiamare i parlanti a una maggiore consapevolezza del potere simbolico del linguaggio. La situazione è in movimento, ma il piatto della bilancia che la tradizione aveva appesantito di usi linguistici sessisti si va lentamente alleggerendo. Si notano una maggiore attenzione, da parte dei media, a usare il genere femminile per i titoli professionali e i ruoli istituzionali – sui maggiori quotidiani l’uso di ministra e deputata è triplicato nel quinquennio 2006-2010 rispetto al precedente – e a evitare il maschile “inclusivo”, cosicché i diritti dell’uomo viene riformulato in diritti della persona, e molti interventi “antidiscriminatori” sul linguaggio amministrativo (vedi le Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo di Comune di Firenze e Accademia della Crusca). Vivo è anche l’interesse di interpreti, traduttori, e di tutti coloro che operano in contesti internazionali (la Rete per l’eccellenza dell’italiano istituzionale (www.reterei.eu) ha dedicato la sua X giornata al tema “Politicamente o linguisticamente corretto?”, la Confederazione Svizzera ha pubblicato nel 2012 la Guida al pari trattamento linguistico di donna e uomo nei testi ufficiali della Confederazione), a riprova che lo sforzo di evitare gli usi linguistici sessisti, condiviso da altre lingue europee, è ormai diventato un fattore di mutamento linguistico transnazionale.
L’italiano attuale testimonia molti tentativi di eliminare tutti quegli usi della lingua che possono dare della donna un’immagine negativa, come provano i numerosi convegni e corsi di formazione finalizzati a richiamare i parlanti a una maggiore consapevolezza del potere simbolico del linguaggio. La situazione è in movimento, ma il piatto della bilancia che la tradizione aveva appesantito di usi linguistici sessisti si va lentamente alleggerendo. Si notano una maggiore attenzione, da parte dei media, a usare il genere femminile per i titoli professionali e i ruoli istituzionali – sui maggiori quotidiani l’uso di ministra e deputata è triplicato nel quinquennio 2006-2010 rispetto al precedente – e a evitare il maschile “inclusivo”, cosicché i diritti dell’uomo viene riformulato in diritti della persona, e molti interventi “antidiscriminatori” sul linguaggio amministrativo (vedi le Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo di Comune di Firenze e Accademia della Crusca). Vivo è anche l’interesse di interpreti, traduttori, e di tutti coloro che operano in contesti internazionali (la Rete per l’eccellenza dell’italiano istituzionale (www.reterei.eu) ha dedicato la sua X giornata al tema “Politicamente o linguisticamente corretto?”, la Confederazione Svizzera ha pubblicato nel 2012 la Guida al pari trattamento linguistico di donna e uomo nei testi ufficiali della Confederazione), a riprova che lo sforzo di evitare gli usi linguistici sessisti, condiviso da altre lingue europee, è ormai diventato un fattore di mutamento linguistico transnazionale.