TORINO alla Galleria Narciso le opere di Marisa Laurito
In occasione della grande kermesse di Artissima 2016 a Torino, la Galleria Narciso ha inaugurato venerdì 4 Novembre la personale dell’artista Marisa Laurito con la mostra dal titolo “Radici Squadrate” nel suggestivo spazio di inizio ‘800 in Piazza Carlo Felice 18, sede storica della Galleria d’Arte dal 1960.
La mostra promossa dalla gallerista Sally Paola Anselmo Pinottini si sviluppa su un ampio percorso con la curatela di Paola Colombari che segue l’artista da alcuni anni.
La mostra che durerà fino al 21 Gennaio 2017 è corredata da un catalogo a cura della Galleria Narciso e con i testi di Marzio Pinottini, Sally Paola Anselmo Pinottini, Daniele Radini Tedeschi, Michela Tamburrino e Paola Colombari.
Marisa Laurito è nata a Napoli e non avrebbe voluto nascere in nessun altra parte nel mondo. Ama il teatro e lo respira nelle strade fin da piccola. ”La commedia, l’ironia i tempi comici” – dice Marisa – “ti avvolgono come ti avvolge il mare”. La sua tenacia e la sua voglia di scoprire le sue emozioni artistiche l’hanno portata attraverso una lunga esperienza d’amore per l’arte da Eduardo De Filippo, suo grande maestro con sei anni di lavoro in teatro con lui, alla televisione, alla commedia musicale fino alla sua nuova esperienza di artista iniziata ufficialmente da alcuni anni ed ora in piena evoluzione con molte mostre e appuntamenti importanti.
Marisa Laurito è, infatti, un’appassionata pittrice fin dalla giovane età e da alcuni anni è entrata a fare parte del mondo dell’Arte Contemporanea. Ha, infatti, esposto alla Triennale di Roma nel 2014 curata da Daniele Radini Tedeschi ed ha inaugurato ad Aprile 2015 presso la Sala Nucleo della Presidenza alla Regione nel Palazzo Lombardia una grande Colonna d’Arte permanente che ha promosso il simbolo dell’ “eccellenza italiana” e, in particolare, della Regione Lombardia durante Expo nel progetto “Colonne d’Arte”.
Ha partecipato inoltre, come artista italiana, alla Biennale di Venezia 2015 ospite nel Padiglione del Guatemala. Artista eclettica, si esprime con un suo personale concept artistico in cui il linguaggio artistico convive con quello teatrale di cui è recente brillante espressione la sua recitazione teatrale di grande successo al Toronto Solo Show nel 2016 con il suo nuovo spettacolo “Sud and South” di cui ha curato la regia ed è stata protagonista insieme al soul man Charlie Cannon. Un concerto-spettacolo tutto dedicato al calore e alla passione della gente del sud, in una carrellata di famosissimi pezzi napoletani, spagnoli e sudamericani.
La mostra di Marisa Laurito “Radici Squadrate” approfondisce un tema molto attuale e sentito dall’artista dedicato al disorientamento dell’Uomo e della Natura, un’indagine sui “Corpi Estranei” e sul disordine fisico e mentale dell’Uomo e della natura causati in parte da una alterazione dell’equilibrio cosmico ed energetico; il conflitto eterno in cui l’Uomo vive tra la percezione interna ed esterna del mondo ovvero tra il mondo materiale razionale ed il mondo metafisico astrale. In questo gioco sono importanti le varianti delle energie positive e negative dei pendoli da cui dipende l’Uomo che mai come oggi si trova imprigionato nella sua razionale e banale materia invece di elevare le sue radici verso l’unicità dell’energia positiva. “Da un legno così storto come quello di cui è fatto l’uomo, non si può costruire nulla di perfettamente dritto”. Da questo aforisma di Kant prende il titolo una raccolta di saggi di Isaiah Berlin “Il Legno storto dell’Umanità” in cui esprime i suoi due concetti di libertà distinguendo “tra una forma di libertà positiva, come capacità di agire in conformità ai propri desideri e scopi, e una negativa intesa come assenza di interferenza e costrizioni”.
La mostra di Marisa Laurito è straordinariamente interessante proprio perché l’artista indaga con forza, ironia e drammaticità la perdizione dell’Uomo, mettendolo a nudo nella sua idolatria terrestre e facendoci riflettere sulle trasformazioni che sono in atto e non avulse da manipolazioni sociali. Marisa ci parla di “Radici Squadrate” cioè …sradicate …a soqquadro. Una mostra che vuole, seppur con ironia, far riflettere su come il nostro modo di vivere sia degenerato in modo inequivocabile”. In mostra una quindicina di opere tracciano questo solco profondo che si è venuto a creare nelle diverse identità della gestione della realtà, da una parte l’ordine cosmico con le sue soluzioni di armonia e dall’altra il disordine mentale della società che si sta proiettando verso un video gioco dell’horror dove la normalità è messa in discussione e la follia degenerante in un alterazione schizofrenica sociale sta prendendo il posto della realtà. Marisa Laurito urla come Edward Munch con forza e dolore per farsi sentire, per denunciare “ sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura », queste le parole di Munch quella sera davanti al crepuscolo del sole e il tutto davanti a due figure immobili e lontane, la società impassibile e assuefatta davanti al dolore e al dramma umano.
Il percorso espositivo si apre con un immediato impatto fisico – visivo con la grande installazione “L’Attesa Disattesa”, esposta alla Biennale di Venezia, un enorme bosco di alghe che avvolge una sedia ed un tavolino inglobandoli con i filamenti, sul tavolino un bicchiere con un vecchio Campari ed un sigaro acceso in una ceneriera di silicone accartocciata dal tempo. Ovunque spuntano dei gatti in silicone. È la natura che si ribella e si rivolta prevalendo sull’uomo ed impossessandosi dei suoi sogni, quello per cui si era combattuto negli anni sessanta per un mondo migliore, ed ora rimasti avvinghiati e fermi nel giardino del disordine che ancora aspetta di essere liberato. A completare il percorso della prima sala l’opera “Radici Modificate” composta da quattro tele di rame aperte su un lato, dal quale fuoriescono radici intagliate, sovrapposte e dipinte in acrilico, con vari passaggi di colore uno sopra l’altro. Racconta dei disastri fatti dall’uomo alla natura. Nella seconda sala in un’atmosfera settecentesca scende dall’alto come una meteorite una grande scultura a forma di fragola dal titolo “Non ho rughe purtroppo”. La morte del cibo rappresentata in una enorme fragola rossa in silicone sta a dichiarare l’organismo vivente dell’Uomo geneticamente modificato tramite le tecniche di ingegneria genetica (OGM). La scultura prende la dimensione surreale e diventa un segno ludico-drammatico, sulle consolle laterali due grandi vasi “Radicato nero” e “Radicato rosso e nero” in silicone completano un linguaggio visivo surreale-pop con le radici che escono sospese nel vuoto e si proliferano in cerca di radicamento. Dall’altra parte il vaso “Sogno di Radici Aeree” un vaso in silicone bianco con le radici di vetro di Murano che vanno verso l’alto. Nel grande Salone una serie di opere come la grande installazione composta da due grandi opere a forma di ali di cui la prima “Dividiamoci le merendine in Pace” è un omaggio allo scrittore siciliano Andrea Camilleri, un’opera su tela in acrilico nero, con delle piume di quotidiani siliconate, che raccontano – dice Marisa Laurito – “il disagio degli emigranti, la tortura che subiscono quelli che espatriano alla ricerca di un posto al sole, i tanti dispersi in mare, l’orrore delle guerre e delle dittature”. L’altra ala bianca è su tela in acrilico bianco, disegnata matericamente in silicone bianco, sottile e quasi evanescente ed è una richiesta di pace. Altre opere in mostra provocatorie e forti stimolano la nostra percezione come “Mia” in omaggio a Mia Martini, una delle prime a cantare contro la violenza alle donne, segue l’installazione “Preghiera Con-Fusione” tre tele in acrilico rosso con una radice in silicone nera capovolta. Il tronco dell’albero cresce verso il basso e le radici vanno verso l’alto oltrepassando la tela e poggiandosi su un’altra in acrilico nero dove una donna araba, disegnata in rosso, prega con un rosario bianco tra le mani in silicone, che fuoriesce dalla tela. L’artista Marisa Laurito sottolinea la “Con-Fusione” tra le religioni ma nello stesso tempo anche “la speranza che queste si fondino e si smetta di fare guerre per interessi economici in nome di Dei che non hanno mai inneggiato a stragi”. A seguire le installazioni “Non sono un Bambolotto” una scatola di legno con delle radici spezzate e all’interno una foto di due uomini seduti ed un bambolotto che viene allattato, con questa opera Marisa Laurito stimola alla riflessione sul cambiamento della famiglia in cui I figli non sono solo più il frutto dell’amore appartenenti ad una famiglia genetica matriarcale ma anche ad una famiglia patriarcale, una tema delicato in cui l’artista vuole sottolineare il cambiamento in atto del dono della fertilità femminile e della sua procreazione. L’altra installazione “L’unico vero assente” è composta da una scatola di legno con delle radici spezzate e quando si ci avvicina per guardarla si illumina all’interno e su un fondo nero appaiono cinque file per sette di falli rossi stilizzati in resina. Al centro di queste file ordinate, uno è mancante. Marisa Laurito parla della “Con-fusione” e del cambiamento dei ruoli nella società nel fragile rapporto tra la il femminile ed il maschile. Al centro della grande Sala chiude la mostra l’opera “Spaghetto assoluto e solo, su petali di rose con tris di pomodori all’azoto”. L’opera raffigurata da un tavolo – scultura è stata esposta alla Biennale di Venezia 2015.
L’artista vuole rappresentare la morte dei valori della nostra grande tradizione culinaria, in un gioco di un tavolo spaghetto in ferro e vetro che sostiene un grandissimo piatto in silicone bianco, su cui sono poggiati due petali di rosa, una goccia di tris di pomodori cristallizzati da cui spunta un solo spaghettino. Marisa Laurito con questa mostra mette in luce quelle presenze-assenze, quelle luci-ombra, quella forza della natura che ha dato vita all’Uomo formato da cellule cosmiche radicate nel nostro DNA e che nella percezione del reale sta perdendo la bellezza della sua metafisica.