L’Egitto è entrato nel Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu ma l’Italia non ha votato assime ad altri 19 Paesi
L’Italia dunque non lo ha votato e ha ritirato l’ambasciatore in Egitto (all’epoca Maurizio Massari) e non ha ancora presentato le credenziali del nuovo rappresentante. Non lo hanno votato altri 19 Paesi: alla fine, il pregevole posto è stato guadagnato con 173 voti su 193 votanti.
Stiamo sereni? Io non ricordo nessuna protesta dei “nostri bravi ragazzi”, a centinaia nelle piazze italiane all’ epoca del caso di un loro coetaneo quale era Giulio Regeni, a malapena ce ne erano una decina sparsi su tutto il territorio. Il 27 febbraio riportai su FB l’appello della sorella Irene di Giulio Regeni: “Appendete striscioni, condividete le foto, per mio fratello, per Giulio Regeni, per il mondo intero”: era la richiesta di “Verità per Giulio Regeni“, con un sit-in davanti all’ambasciata d’Egitto Manifestazione a Roma a trenta giorni dalla scomparsa al Cairo del ricercatore italiano.
Quindi? Una sola parola e un punto interrogativo corredavano una delle tante vignette di Mauro Biani dedicate al caso di Giulio Regeni. Le madri egiziane, le famiglie di decine di ragazzi egiziani desaparecidos, ancora e sempre li piangeranno, come quella di Giulio e si batteranno per chiedere Verità e Giustizia.
Allego al presente post quanto scrissi su Facebook, con una foto, il 29 marzo del 2016. Già… le sparizioni forzate in Egitto. Il Corriere della Sera decise di pubblicare i nomi degli egiziani vittime di sparizioni forzate dall’agosto 2015 ad aprile 2016, in base ai dati finora diffusi da due Ong: la Commissione Egiziana per i Diritti e le Libertà, diretta dall’ex ricercatore di Amnesty Mohamed Lotfy, e il Centro El Nadim della psichiatra Aida Seif Al Dawla. Il totale è di 533 casi.
Noi ancora non sappiamo chi ha sequestrato torturato e ucciso Giulio Regeni.