Se anche quella del 25 novembre diventa un rituale
Il consiglio provinciale di Mantova del 27 novembre ha approvato un ordine del
giorno contro la violenza sulle donne presentato da tutti i capigruppo consiliari. Perchè i Comunisti Italiani non hanno votato l’ordine del giorno contro la violenza sulle donne presentato nel consiglio provinciale di MantovaIl consiglio provinciale di Mantova del 27 novembre ha approvato un ordine del
giorno contro la violenza sulle donne presentato da tutti i capigruppo consiliari: sottoscrivendolo ho aggiunto in calce alla proposta che avrei approvato il testo se integrato da alcuni emendamenti, ritenendolo, in alcuni punti, inesatto dal punto di vista tecnico – giuridico e troppo generico da quello politico.
_ Si tratta, infatti, del medesimo, identico documento presentato dall’Unione delle Province, peraltro alcune settimane prima della manifestazione nazionale contro la violenza maschile sulle donne, svoltasi a Roma lo scorso 22 novembre e degli ultimi episodi di violenza che hanno visto come vittime di femminicidio donne uccise da mariti e conviventi e lavoratrici, morte sul proprio posto di lavoro.
{{La proposta emendativa consisteva nel rammentare nell’elaborato l’impegno del movimento delle donne}}, ricordando la grande manifestazione dell’anno
scorso e quella recentissima del 22 a Roma ove si è chiesto l’impegno dei governi verso politiche di genere e di tutela della salute di tutte le donne,
come la Regione Lombardia non abbia ancora emanato una propria normativa in materia, come la Provincia debba attivare l’osservatorio proposto in collaborazione con le associazioni e i gruppi locai di base attivi nelle politiche di genere e in difesa dei diritti edella salite di tutte le donne, che la violenza sulle donne è maschile ed avviene principalmente in famiglia, come
ci dicono i dati ufficiali e che occorre che l’ente pubblico si attivi per chiedere il ripristino dei finanziamenti, precedentemente concessi, ai centri antiviolenza ed alle case delle donne in difficoltà ma eliminati dall’ attuale govenro di destra che li ha destinati ad altri scopi.
{{Senza un impegno concreto, senza la rivendicazione di quanto anche gli enti pubblici debbono impegnarsi a svolgere}}, pure in contrasto con le politiche dominanti, consideravamo {{inutile approvare un documento}} che, pur apprezzabile nell’intento, {{conteneva solo parzialmente quanto, in questi anni, le donne hanno affrontato nella vita quotidiana}}, in famiglia, nei rapporti interpersonali, nel lavoro, preferendo una sorta di soluzione unitaria (con Forza Italia) a favore di documento preconfezionato, frutto probabile di una mediazione amministrativa.
A seguito dell’intervento del capogruppo di Forza Italia, infatti, che dichiarava
di votare l’ordine del giorno solo nella sua formulazione originaria, come gruppo comuista abbiamo chiesto di votare in alternativa il medesimo comprensivo degli emendamenti ma il Pd, per voce della consigliera Anna Bonini, sindaco di Suzzara, ha preferito sostenere la proposta della destra, anzichè la nostra, così che l’odg è passato coi voti di PD e PDL.
_ Abbiamo quindi preferito comportarci coerentemente, non sostenendo la proposta, con l’assenza dal voto e l’astensione.
Questo il resoconto formale. Aggiungiamo: se manca l’anima, carte che parlano di violenza alle donne non hanno, per noi, ragione d’essere.
_ Se anche quella del 25 novembre diventa un rituale a cui tutti, uomnini, donne, destra e sinistra debbono uniformarsi, smarrendo i contenuti di decenni di lotte e sofferenze, rinunciando persino a ricordare e chiedere ciò che spetta, ci chiediamo a cosa possano servire le commemorazioni sia pure celebrate con l’autorevolezza dei convegni istituzionali.
Inoltre: come si comporterà il consiglio provinciale e non solo quando e
preseumibilmente, visti i continui tagli ai bilanci pubblici imposti dalla destra,
arriveranno le richieste dei centri e della case di accoglienza di donne e minori in difficoltà che, nella realtà territoriale mantovana, sono gestite unicamente
dal volonatriato cattolico ma sostenute fortemente dalla stessa Provincia insieme
a Piani di Zona e Comuni, che non potranno più usufruire dei fondi che il
passato governo aveva assegnato ma che la ministra Carfagna ha tolto.
Saranno indirizzati alla benevolenza del volontariato, con richieste di sostegno da
inoltrare in “opportune, altre sedi”, come PD e destra hanno avanzato in aula?
Per noi i diritti sono tali e dopo averli conuisitati con la lotta vanno difesi, a
qualsiasi costo.
Monica Perugini
per la delegazione dei Comunisti Italiani nel consiglio provinciale di Mantova
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