3060841-kbmH-U10901843184903TLB-1024x576@LaStampa.itGiovedì 23 febbraio, alle ore 17.30, nella Sala Carla Lonzi della Casa Internazionale delle donne, in Via della Lungara 19 Roma, proiezione del documentario di Mara Chiaretti “Essere Rossana Rossanda

La regista ne parla con Maria Luisa Boccia e Ida Dominijanni

Il documentario, presentato in anteprima al cinema Sacher, ricostruisce la figura politica di Rossana Rossanda, con l’ausilio di cinque interlocutori (Carlo Freccero, Philippe Daverio, Sandro Lombardi, Fabrizio Barca e Nadia Fusini) che con lei ripercorrono alcune tappe fondamentali della sua vita: dall’ esperienza di partigiana all’ingresso nel Pci, dal rapporto con Togliatti alla radiazione dal partito, dal ’68 al rapporto con il movimento femminista, dalla fondazione del ‘Manifesto’ al suo addio al giornale nel 2012.

Rossanda
Riccardo Barenghi  il 22 novembre 2016 su La Stampa ha scritto questo  —    Spiritosa, anche autoironica, e ovviamente intelligente come è sempre stata, Rossana Rossanda a 92 anni racconta se stessa nel film, anzi nel docu-film, di Mara Chiaretti che  è stato proiettato al Nuovo Sacher di Roma. A fare gli onori di casa c’era Nanni Moretti, ad assistere un pezzo di quella sinistra romana che ha vissuto tra il Pci e il manifesto. Come Rossanda, che dopo essere stata una dirigente del Pci, fu radiata insieme a Luigi Pintor e Aldo Natoli insieme a tanti altri (Lucio Magri, Luciana Castellina, Valentino Parlato per citarne solo tre), e diede vita al manifesto. Un giornale certo, ma anche un gruppo politico e una comunità di giovani giornalisti guidati dai “vecchi”, che poi tanto vecchi non erano visto che non avevano neanche cinquant’anni.
“Essere Rossana Rossanda” – questo il titolo del film – racconta questa persona attraverso immagini e discorsi politici del passato inframmezzati a dialoghi di lei stessa con Nadia Fusini, Carlo Freccero, Fabrizio Barca, Philippe Daverio e Sandro Lombardi. Si parla di politica ovviamente, ma anche di arte, di rapporti umani, di pregi e difetti, di storia del secolo scorso. Un film umano si direbbe, che ci restituisce una Rossanda anche intima, pronta a mettere un pubblico le proprie debolezze, a mostrarle come l’ictus che l’ha colpita due anni fa. E divertente, cosa che nelle sue apparizioni è stata raramente. I comunisti, e Rossanda comunista lo è sempre stata per quanto non ortodossa, e lo è tuttora, prima di tutto dovevano essere seri. C’era poco da scherzare negli anni duri della lotta di classe e della guerra fredda. In privato però era un’altra storia, anche i comunisti ridevano. Peccato che questo film non abbia trovato finora qualcuno disposto a distribuirlo. Chissà, magari la Rai…