AMO QUELL’ITALIA CHE CONTINUA A VOLERSI BENE e a gioire delle piccoli-grandi cose come le milonghe
Sono 588 le Milonghe censite in Italia: ricordate Paolo Conte alle prese con una verde milonga o la dolcezza della voce di Gianmaria Testa e Joe Barbieri nelle milonghe del sabato?Questa invece che vi racconto è stata una domenica trascorsa a Caprarola, cittadina della Tuscia, a vedere palazzo Farnese le sue strade in salita e una piazzetta minuta,ritagliata in un angolo, con delle coppie che mai potresti immaginare, improvvisamente ballano, allacciate nel tango.E’ il 19 marzo 2017, un giorno avanti la primavera ma oggi il sole non si è affacciato e si balla come viene, anche con la giacca a vento o il berretto di lana in testa, una signora non ha rinunciato ai piedi nudi nelle scarpe con tacco.La “milonga” si legge che “è una danza popolare di origine uruguaiana che deriva dalla più comune Habanera, a ciui il tango tolse nel tempo tanta popolarità. Dicono che nacque nei primi anni del XIX secolo nelle case da ballo frequentate da gente povera o comunque non benestante. Per estensione, era usato anche per indicare le donne che lavoravano in queste case da ballo.”Ho visto due giovani donne insieme, coppie mischiate in età disparate, tutti semplicemente persi nella voglia di ballare e c’era un vento leggero che portava via ogni pensiero e intruso.Davanti quel palazzo spettacolare, così grande che non sai come fecero a farlo nel ‘500, e tutte quelle scale, quella terrazza enorme e le case piccole vicino affacciate con reverenza su quei lontani cinque piani della famiglia Farnese, oggi di proprietà della Repubblica Italiana, dal 2014 gestito dal Polo museale del Lazio.Loro, quelli della Milonga, stanno in quell’angolo di piazzetta, non so assolutamente niente di loro, sono persone semplici che evidentemente amano ballare. Ieri ero stata a un concerto a Palazzo Altieri, nel comune di Oriolo Romano, dove almeno 30 persone del coro polifonico di Bracciano hanno eseguito con una passione incredibile e maestria, musiche dei generi più vari, donandoci una grande gioia, fino alla commozione.
Ho pensato che mi sto facendo davvero vecchia se gli occhi mi si riempiono di tenerezza e rispetto per questa Italia che pure continua a volersi bene ad amare e contaminare con la sua comunicativa e capacità artistica, anche certe parti addormentate nell’ incomunicabilità culturale.
Ho letto che lo scrittore argentino Jorge Luis Borges, criticò a un certo momento il tango e preferì la milonga, perché non trasmette la malinconia del primo.
“Tutti sono in attesa di migliorare la propria situazione, tutti sospirano a torto o a ragione,ognuno si lamenta nessuno può resistere alla tempesta… La vita è una milonga e dovete sapere danzare, in pista è superfluo perdere la bussola.La vita è una milonga e dovete sapere danzare, perché è triste stare seduti, mentre gli altri ballano.”
Sono le parole di La vida es una milonga eseguita da Pedro Laurenz del 1941.
Oggi non ho provato nessuna malinconia, anzi, mi sono detta che ero viva, grazie anche a chi gode di certi momenti e fa godere anche chi non ha il coraggio come me di ballare o cantare. Stonate sono ben altre cose nella nostra bellissima Italia.
tutte le foto sono qui miei scatti e così la scelta dei video nella Tuscia al link http://www.agoravox.it/Milonga-italiana.html
grazie