ROMA – UN’ARTE VITALE: DALLE PAGINE DEL LIBRO AI MURI DELLA NOSTRA CITTÀ
Un progetto educativo per avvicinare all’arte le allieve e gli allievi delle classi primarie e secondarie dell’Istituto Maria Immacolata, nel cuore del quartiere Cenotocelle.
Intervista a Elisabetta Vannucci
Il progetto realizzato da Elisabetta Vannucci, che da ottobre a giugno vede coinvolte/i artiste e artisti della street art, di fama nazionale e internazionale, in laboratori con le/gli studenti, uscite extra scolastiche, visite ai musei, incontri con le/gli artiste/i e loro interviste, fa suoi i principi base di un’educazione continuativa orizzontale, proponendo i modelli dialogico e di apprendimento collaborativo e facendo sua la tecnica ‘learning by doing’.
“Abbiamo chiamato il progetto “Un’arte vitale: dalle pagine del libro ai muri della nostra città”, perché quando si studia questa materia nelle scuole primarie e secondarie, spesso si pensa all’arte come a un qualcosa di statico, di poco concreto, che viene letto, osservato e studiato attraverso immagini stampate sulle pagine di un libro. In grande contrasto con le realtà artistiche e i suoi linguaggi, che invece accompagnano e a volte ispirano epoche e tendenze”.
Sempre in costante mutamento, intrecciate al contesto storico e sociale in cui si sviluppano. “Interagire con le allieve e gli allievi, costruendo intorno a loro un percorso che man mano si possa modificare in base alle loro esigenze, che possono mutare durante il percorso formativo, permette loro di acquisire padronanze tecniche e conoscenze che poi possono riutilizzare in contesti extra scolastici. Permette inoltre un’interazione continua e un’alta partecipazione attiva alle attività laboratoriali e non, che ogni volta le/li coinvolge in maniera diversa”.
Qui la scuola è intesa come momento di scambio di saperi, d’incontro e confronto, di divulgazione attraverso un reciproco apprendere, dove il dialogo continuo fra docente-allieva/o, interno-esterno, aula-strada, casa-scuola, si trasforma in una rete di educazione continua. Una scuola intesa come filo conduttore di saperi e non contenitore, dove “le lezioni diventano laboratorio, lo spazio-aula è inteso come ponte tra la scuola e la città” e l’edificio scolastico trova il suo senso nel contesto urbanistico- sociologico in cui è inserito e se ne riappropria “inteso non come luogo isolato e a parte ma attivo, coinvolto dove gli spazi scolastici diventano luoghi della città” e dove la street art diventa un vettore di spostamento. Espressione artistica scelta in questo progetto “perché immediata e diretta, che di solito si trova in luoghi extra scolastici e con cui le/gli allieve/ i hanno modo di rapportarsi anche da sole/i, con cui hanno un incontro diretto perché i murales occupano spazi urbani (strade, muri, stazioni, piazze). Uno dei laboratori prevede la realizzazione di un murale insieme allo street artist Solo, artista conosciuto a livello internazionale e saranno coinvolte diverse classi in due giornate d’incontro e lavoro”.
Il lavoro proposto dall’Istituto Maria Immacolata attraverso il progetto di Elisabetta Vannucci, inserito nel programma scolastico di storia dell’arte di quest’anno, traccia così l’inizio di un racconto che si spera proseguirà con le classi dei prossimi anni, diventando eredità e spunto.
Continuando sempre a suggerire che il senso di collettività e il concetto di singola/o dovrebbero avere spesso confini più sfocati, perché “un agglomerazione anche grande di case e di uomini” e di donne “non può essere considerata città se le manca la consapevolezza di essere centro motore in grado di contribuire all’evoluzione dell’umanità e accelerarla” come si legge nella quarta di copertina del libro a cura di Marino Berengo, “Intervista sulla città medievale” di R. S. Lopez, edito da Laterza nel 1984.
Elisabetta Vannucci Storica dell’arte, curatrice, insegnante di storia dell’arte, con una particolare attenzione ai temi di genere e sociali collabora da diversi anni con varie/i artiste/i emergenti, nazionali e internazionali, organizzando collettive e personali in diverse città italiane e all’estero. Con uno sguardo particolare alla street art, dal 2011 organizza eventi e laboratori per avvicinare allieve e allievi all’arte, collabora con diverse associazioni e Onlus curando mostre, fra cui “Le mille facce dell’Africa”, “Libertà d’espressione” e “What is art?”. A sua cura sono sono stati pubblicati diversi cataloghi di mostre di arte contemporanea e di artiste/i emergenti, dal 2014 organizza eventi di beneficenza a favore della Missione di Mafuiane in Mozambico. Laureata in Studi Storico-Artistici, specializzata in Storia dell’Arte, ha fatto il tirocinio presso MLAC- Museo Laboratorio d’Arte Contemporanea a Roma.
Solo, classe’ 82, è un artista poliedrico con un attenzione particolare ai temi sociali, che affianca una profonda conoscenza di tecniche e materiali, un attento studio dei particolari e in ogni suo lavoro traspare la sua costante ricerca trasversale, dai diversi ambiti disciplinari a quelli artistici. I suoi lavori sono esposti in diverse gallerie, ha avuto vari riconoscimenti nazionali e internazionali, ha all’attivo molte collettive e personali e “alle opere su tela, che vengono esposte in varie gallerie del mondo, affianca la sua produzione sui muri, realizzati nei quartieri di periferia. Dalla mostra al Macro di Roma curata da Achille Bonito Oliva dal titolo “Tracks”, alle gallerie di Parigi, Praga, Berlino, Miami e Londra, dai muri di Primavalle a Roma, ai poster nelle zone disagiate di Rio de Janeiro e Los Angeles. Nel 2015 organizza il ‘festival internazionale di poesia e street art’ nel suo quartiere di origine, il Trullo, a Roma. Progetto fortunato che trova la sua realizzazione con l’aiuto di altre realtà artistiche nate proprio fra quelle vie, come i “Poeti der Trullo” e i “Pittori Anonimi”. A Londra, sempre nel 2015, crea il progetto chiamato “Comics Parkour”. “Ha lavorato con numerosi brand internazionali: dalla Nike per il Giro d’Italia, alla casa di produzione della Fox, Disney e Warner, da Telethon per la Città della Scienza di Napoli fino alla storica casa di moda di Valentino, con la quale ha collaborato, a New York, per la nuova collezione dell’atelier “Goop”, di Gwyneth Paltrow. Lavora come scenografo per il cinema, tra cui il lavoro sul set del blockbuster “Zoolander 2”.