Sono più gli/le immigrat* che ogni anno diventano cittadin* italian* rispetto a quell* che sbarcano.
Un milione di nuov* cittadin* dal 2002, più di quant* sono arrivat* via mare
Sono più numeros* gli/le immigrat* che ogni anno diventano cittadin* italian* rispetto a quell* che sbarcano. È così dal 2002. Anche se gli sbarchi attirano l’attenzione costante dei media e rappresentano uno degli aspetti più drammatici del fenomeno migratorio, la realtà italiana è più complessa ed è caratterizzata anche da una crescente e costante integrazione. Perché diventare italiani rappresenta, per questi (ex) migranti, un passaggio, spesso atteso da anni, che corona un percorso di integrazione. Secondo i dati rielaborati dalla Fondazione Ismu, dal 2002 al 2016 i nuovi cittadini sono stati oltre un milione (per l’esattezza 1.068.654), mentre i profughi giunti via mare sulle nostre coste 792.287. Solo negli anni 2002, 2011 e 2014 si è registrato l’opposto. Persino nel 2015 e nel 2016, quando in Italia e in Europa infuriava il dibattito sull’accoglienza dei profughi, il numero di nuove cittadinanze ha superato di 24 mila e 20 mila il numero di coloro che arrivavano con i gommoni.
L’Italia è al primo posto in Europa per numero di acquisizioni di cittadinanza, durante il 2015 (ultimo anno disponibile in cui è possibile un confronto internazionale secondo Eurostat). Seguono Regno Unito con 118mila cittadinanze concesse, Spagna e Francia con 114 mila, Germania con 110 mila, Svezia con 49mila, Belgio e Paesi Bassi con 27-28 mila. Dal 2013 in Italia le concessioni di cittadinanza sono fortemente aumentate: un trend in controtendenza nell’area dell’Unione Europea dove invece stanno diminuendo.
Tra le principali nazionalità extracomunitarie di origine degli acquisiti alla cittadinanza italiana durante il 2016 si confermano ai primi posti in senso assoluto albanesi e marocchini, rispettivamente con 37 mila e 35 mila neo-italiani. “Si nota invece come non siano presenti tra i principali dieci gruppi extracomunitari per acquisizioni di cittadinanza in Italia durante il 2016 i collettivi asiatici cinesi e filippini -sottolinea l’Ismu-, pur essendo molto numerosi dal punto di vista della popolazione residente (sono più restii a tale passaggio di status anche perché non è per loro giuridicamente ammessa la possibilità della doppia cittadinanza). Così come non è tra i primi dieci il gruppo ucraino, molto connotato al femminile, spesso composto da single e da persone in età più avanzata, giunte da poco in Italia per lavorare nel campo dell’assistenza domiciliare e legate all’idea di tornare presto in patria”.
Il 51% dei nuovi cittadini è di sesso maschile e la fascia di età più numerosa è quella degli under 20. Nel 2016 il maggior numero di acquisizioni di cittadinanza è avvenuto in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.