L’Accordo di Azione Comune fa appello alle forze politiche, affinché, nella loro autonomia, applichino il 50% e vigilerà sull’applicazione della legge.
L’Accordo di Azione Comune per la Democrazia Paritaria, che raccoglie oltre 50 tra Associazioni, Gruppi e Reti femminili e si prefigge l’equilibrio di genere nelle istituzioni e nei luoghi di decisione, consapevole che nella storia della Repubblica le donne si sono rivelate meno coinvolte nelle pratiche di scambio e di corruzione sempre più diffuse e che, sovente, e particolarmente nell’ultima fase, sono state vittime di pratiche offensive della dignità femminile, e convinto che, con la loro capacità di iniziativa e di cura, competenza e intelligenza, attenzione e cultura esse siano un soggetto decisivo per salvare l’Italia dal degrado e ad avviarne una rinascita, ha ritenuto positive alcune norme della legge elettorale discussa in Parlamento e detta “Rosatellum”, che vanno nel senso delle proposte dell’Accordo. Ci riferiamo, in particolare, al fatto che, sia nelle liste che tra i capilista di ciascun partito, nessun sesso possa essere presente in misura superiore al 60%, che nei collegi plurinominali con due seggi i candidati/e debbano essere un uomo e una donna, in quelli con tre seggi, due uomini e una donna oppure due donne e un uomo, in quelli con quattro seggi , tre uomini e una donna oppure tre donne e un uomo costituisce un passo avanti. L’Accordo di Azione Comune e numerose parlamentari avevano tuttavia proposto emendamenti diretti a garantire che, sia nelle liste che nei capilista ci fosse il 50% di uomini e di donne, emendamenti che, purtroppo non sono stati recepiti.
L’Accordo fa appello alle forze politiche, affinché, nella loro autonomia, applichino il 50% e vigilerà sull’applicazione della legge.
L’Accordo, consapevole che il coinvolgimento degli elettori e delle elettrici sia fondamentale per contrastare il preoccupante astensionismo che si è manifestato nelle recenti elezioni in Sicilia e a Ostia, inviterà l’elettorato femminile a esprimere il suo voto anche sulla base delle scelte compiute dai diversi partiti in merito alla parità tra donne e uomini