La Clean Clothes Campaign porta in Italia le rappresentanti sindacali delle lavoratrici che producono il lusso italiano in Turchia. Clean Clothes Campaign (Ccc) opera da più di 15 anni per il miglioramento delle condizioni e il rafforzamento di lavoratori e lavoratrici nell’industria tessile globale. E’ composta da coalizioni nazionali in 12 paesi europei con un network di 250 organizzazioni in tutto il mondo.
La sezione italiana, {{[Campagna abiti puliti->http://www.abitipuliti.org]}}, è promossa da Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Coordinamento Nord/Sud, FAIR e Manitese con l’adesione di AltraQualità, Assobotteghe, Ctm-Altromercato, Fondazione Cuturale Responsabilità Etica, Gas Birulò, LiberoMondo e Rete Radie Resch

Nei prossimi giorni, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul vero prezzo del lusso, la Campagna Abiti Puliti porterà in Italia una delegazione di sindacaliste turche composta da Emine Arslan e Nuran Gulenc, protagoniste della lotta che quasi un anno stanno conducendo insieme a molte altre donne e uomini della Desa, azienda fornitrice della Prada, per rivendicare il diritto fondamentale alla libera associazione sindacale.

I fatti: 44 persone della Desa, azienda turca che produce prodotti di lusso per il mercato europeo sono state licenziate dopo essersi iscritte al sindacato Deri Is per cambiare le proprie condizioni di lavoro in fabbrica, i bassissimi salari, gli orari di lavoro eccessivi e le precarie condizioni di igiene come l’assenza di servizi igienici e di acqua potabile.

La Clean clothes campaign sostiene le seguenti richieste dei lavoratori e delle lavoratrici alla direzione della Desa:

● riassumere immediatamente e incondizionatamente tutti i lavoratori nella stessa posizione precedentemente occupata e assicurare che gli vengano corrisposti i salari per il periodo di forzato licenziamento;

● fornire ad ogni lavoratore una dichiarazione scritta in cui si dichiara che essi sono liberi di associarsi ad una sindacato di loro scelta;

● sviluppare adeguate procedure disciplinari e di denuncia;

● riconoscere il sindacato Deri Is come legittimo rappresentante dei suoi iscritti e assicurare ai lavoratori la libera iscrizione a sindacati indipendenti;

Per la Ccc, Prada e tutte le imprese committenti hanno la responsabilità di assicurarsi che i diritti dei lavoratori siano rispettati in tutta la filiera produttiva.

Prada aveva dichiarato in una lettera alla Campagna Abiti Puliti che “qualora emergessero prove di violazioni di normative giuslavoristiche, comprovate dalle autorità turche” sarebbe stata pronta a prendere le misure necessarie. Il tribunale turco ha già emesso una sentenza che conferma le discriminazioni sindacali e ha ordinato l’immediato reintegro di Emine e di altri 7 lavoratori. Ma – afferma la Campagna abiti puliti – nessuna misura è stata intrapresa da Prada per indurre la Desa a rispettare la legge e le convenzioni internazionali.

Da qui {{le prossime iniziative della Ccc in Toscana: 5 marzo, incontro con la Commissione Etica Regionale della Regione Toscana a Firenze;
6 marzo, appuntamento con il coordinamento delle RSU di PRADA ad Arezzo.}}

Il {{7 marzo 2009}} la Clean Clothes Campaign (CCC) insieme al sindacato turco Deri Is organizzeranno{{ una giornata di mobilitazione internazionale}} nei confronti di Prada per denunciare la situazione di continua repressione del diritto dei lavoratori e delle lavoratrici della Desa, sua azienda fornitrice, ad organizzarsi in un sindacato libero. Le mobilitazioni avverranno contemporaneamente a Milano, Londra, Parigi, Madrid e Instanbul.

Approfondimenti in [www.abitipuliti.org->http://www.abitipuliti.org]