ROMA – Camera dei deputati passa in commissione l’emendamento sulle molestie sessuali nei posti di lavoro
Questa notte è stato approvato in via definitiva l’emendamento relativo alle molestie sul posto di lavoro. dalla Commissione Bilancio della Camera. Il contenuto di questo emendamento fa parte riguarda la proposta di legge che avevo depositato alla Camera in occasione del 25 novembre.
La lavoratrice o il lavoratore che agisce in giudizio per la dichiarazione di discriminazioni per molestia o molestia sessuale poste in essere in violazione dei divieti di cui al presente capo non può essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito o sottoposto ad altra misura organizzativa avente effetti negativi, diretti o indiretti, sulle condizioni di lavoro, determinati dalla denuncia stessa. Il licenziamento ritorsivo o discriminatorio del soggetto denunciante è nullo. Sono altresì nulli il mutamento di mansioni, ai sensi dell’art. 2103 del codice civile, nonché qualsiasi altra misura ritorsiva o discriminatoria addotta nei confronti del denunciante. Le tutele di cui al presente comma non sono garantite nei casi in cui sia accertata, anche con sentenza di primo grado, la responsabilità penale del denunciante per i reati di calunnia o diffamazione ovvero l’infondatezza della denuncia.
I datori di lavoro sono tenuti ai sensi dell’articolo 2087 del codice civile ad assicurare condizioni di lavoro tali da garantire l’integrità fisica e morale e la dignità dei lavoratori, anche concordando con le organizzazioni sindacali dei lavoratori le iniziative più opportune di natura informativa e formativa al fine di prevenire il fenomeno delle molestie sessuali nei luoghi di lavoro. Le imprese, i sindacati i datori di lavoro e i lavoratori e le lavoratrici si impegnano ad assicurare il mantenimento nei luoghi di lavoro di un ambiente di lavoro in cui sia rispettata la dignità di ognuno e siano favorite le relazioni interpersonali basate sui principi di eguaglianza e reciproca correttezza.
On. Titti Di Salvo Si è laureata in scienze politiche, ha lavorato come impiegata presso la Cassa di Risparmio di Torino. Diventa sindacalista e, nel 1985, è eletta alla segreteria regionale della Fisac-Cgil del Piemonte. È stata cofondatrice a Torino nel 1987 di “Sindacato Donna”, associazione di donne dentro e fuori il sindacato nata per rappresentare il nesso tra lavoro produttivo e riproduttivo delle donne. Dal 1990 lavora alla segreteria confederale, nel 1999 diventa la prima donna Segretaria generale regionale della Cgil del Piemonte e nel 2002 è eletta alla segreteria nazionale della Cgil, con la delega alle politiche europee ed internazionali. È tra le firmatarie dell’appello del 13 febbraio “Se non ora Quando?” e Componente del Comitato Promotore nazionale SNOQ.