Articolo di Rosaria Gasparro tra le principali animatrici di Attacco poetico, bizzarra comunità di San Michele Salentino (Brindisi). 

C’erano anche molti ragazzi e ragazzi, magari anche liceali o poco più, alla manifestazione antifascista e antirazzista di Macerata il 10 febbraio: chissà cosa pensano delle nuove campagne discriminatorie di alcuni licei (ph di Federico Martelloni)

— C’è un effetto domino che agisce indisturbato, un legame non lineare che fa cadere una alla volta le tessere del tessuto sociale, una reazione a catena che con l’ideologia dell’eccellenza, dalle connotazioni classiste, privilegio per pochi, getta nell’ombra la dignità dei più, e delinea lo scenario di un futuro passato, in cui si diventa facilmente scarti, per intelligenza, povertà, lavoro, colore della pelle, orientamento sessuale, fragilità. Un’ideologia che contrappone al successo l’anonimizzazione dei tanti nessuno, di chi non rientra nelle categorie bianchi benestanti belli e felici, i sospesi e i marginalizzati, le non persone su cui scaricare il male del mondo.

Un effetto domino che utilizza format apparentemente neutri, senz’anima, – una compilazione di moduli prestampati per riportare lo stato delle cose, una mera rilevazioni di dati contesto, dice la preside del Visconti, il liceo che si presenta con “tranne un paio, gli studenti sono italiani e nessuno è disabile”, – la cui ragione genera mostri, i Rav come atti dovuti che indicano nell’assenza di poveri, disabili e stranieri i punti di forza di una scuola, sospendendo di fatto l’articolo 3 della Costituzione e aprendo percorsi pericolosi per tutti.

Cadono così le tessere dello stare insieme, ogni difficoltà dell’altro è un inciampo per una formazione di qualità, è un rallentamento negli apprendimenti, ogni disagio dell’altro è un problema per me, perché farmene carico? E così in questa ricerca del meglio come condizione individuale e non comunitaria, una ricerca che vede tutti i soggetti coinvolti – politici, genitori, dirigenti, insegnanti, studenti, il meccanico e l’imprenditore, la casalinga e la scrittrice – prende forma senza rumore ogni giorno il razzismo delle scelte, una diffidenza un rifiuto un’esclusione non si rifiutano a nessuno. Apprendisti della discriminazione in salsa banale, l’odio attende a breve distanza, e ce n’è per tutti.

La colpa è diffusa e ci riguarda, ci interroga quando facciamo finta di niente e vediamo che è la tessera dell’altro a cadere, quando ci tiriamo fuori dalle responsabilità e ci riduciamo a meri esecutori senza coraggio, e questo causerà la caduta successiva di un’altra tessera-identità, quando non chiamiamo le cose con il loro nome, non le chiamiamo più, perdiamo la voce, ed è la tessera immediatamente vicina a noi a venire giù, quando lasciamo che i violenti sfascino il senso e le persone e l’urto poi arriva per tutti.

Ogni dominio conosce bene il gioco del domino e per dirla con Saramago il fascismo aspetta.

“Io credo che ci sia la possibilità che il fascismo stia aspettando di tornare in Europa. Non verrà con le camicie nere, né brune né cose simili… Ma il fascismo non si nasconde più. È lì, è uscito in strada, è arrivato anche sui media. E può succedere che ci troviamo in una situazione politica prefascista senza rendercene conto. E che improvvisamente il fascismo arrivi a governare. E noi continuiamo a non rendercene conto. Perché la facciata si mantiene. E la facciata è l’illusione democratica”.

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