La legge 194 compie 40 anni e sulla sua applicazione e sull’aborto si riapre l’iniziativa e la discussione tra le donne (ma non dovrebbe interessare anche gli uomini?). Segnaliamo la lettera sottoscritta da esponenti del femminismo italiano (tra cui Alessandra Bocchetti) e da numerose associazioni e dalla Cgil, rivolta a tutte le nuove elette in Parlamento, e il testo diffuso da Non una di Meno, che per la giornata di sabato 26 maggio ha promosso anche manifestazioni pubbliche in numerose città. Infine una dichiarazione di Emma Bonino rilasciata alla TV di Repubblica.

Questa lettera è indirizzata alle donne che oggi siedono in Parlamento.

Siete le più numerose della storia della nostra Repubblica, vi trovate lì per il desiderio e la lotta delle donne che vi hanno precedute. Vogliamo celebrare con voi, che siate d’accordo o no, i 40 anni della legge che ha dato alle donne il diritto di dire la prima e l’ultima parola sul proprio corpo.

Un po’ di storia: la 194, legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, è stata fortemente voluta dalle donne contro la destra e a fronte di una sinistra a lungo titubante, alleato senza remore fu solo il Partito Radicale. Alla fine gran parte del Movimento femminista, le donne dell’U.D.I, dei Partiti di sinistra, dei Sindacati e delle associazioni e tante altre seppero mettersi insieme, dopo mediazioni non facili, e vinsero. Fu un vero e proprio atto di governo.

È questo insieme che vogliamo celebrare e mostrare oggi ancora vivo e potente.

Insieme abbiamo salvato tante donne dalla morte e dalla vergogna della clandestinità. È per questa coscienza che non ci può fare paura l’oscena propaganda che si sta scatenando in questi giorni contro questa legge, che pretende di mostrare le donne come assassine. Ma l’amore delle donne per la vita lo testimoniano secoli di storia.

È la nostra libertà a fare paura. Oggi tutti sono pronti a condannare la violenza, tutti contriti per ogni donna uccisa, per ogni donna maltrattata e abusata, ma sia chiaro: le radici di ogni violenza stanno tutte nella pretesa del controllo del corpo delle donne e se questo controllo un tempo era sacro, era legge, era dovuto, oggi è solo un terribile vizio.

Le donne non hanno più padroni. Di un gesto triste e grave come l’aborto, troppo spesso causato da una sessualità maschile irresponsabile, le donne rispondono non allo Stato ma prima a se stesse nel profondo della loro coscienza e poi a coloro che amano.

Oggi la denatalità fa paura, tanti dicono che sia colpa della nostra scarsa moralità,ma le donne non sono messe in condizione di avere figli, lo si vede dalle scelte economiche, da quelle politiche, dalla precarietà del lavoro, dai tagli ai servizi, da una scuola in perenne difficoltà, dallo scarso o nullo coinvolgimento degli uomini nell’esperienza della genitorialità, dai prezzi delle case e degli asili nido. Le donne non sono pazze, a fronte di un loro desiderio, non fare figli quando non puoi permettertelo è una scelta molto triste.

Ma il desiderio può non esserci e questo è un fatto di cui tutti devono imparare a tenere in conto. La maternità oggi è una libera scelta, non un obbligo, non un dovere, né una merce, risponde solo a un desiderio, ma questo desiderio è importante per la vita di tutti, per la vita della società stessa, poiché infelice è colui che nasce senza il desiderio della madre. Così pensavamo e così pensiamo.

Vi scriviamo per dirvi che, qualunque governo verrà, le donne non faranno un passo indietro, speriamo di avervi al nostro fianco. Continueremo a lavorare per affermare la nostra piena cittadinanza e per rendere migliore questo paese. Riempiremo le piazze, se necessario.

 

Firme:     Cgil Nazionale, UDI Nazionale, Laiga, Rete per la Parità, Telefono Rosa, Dire, Donne in Quota, Casa Internazionale delle Donne Roma, Uil Nazionale, Differenza Donna, Teresa Manente, Senonoraquando Torino, SeNonOraQuando Bolzano, Museo delle donne di Merano, Snoqfactory, Alessandra Bocchetti, Catiuscia Marini, Linda Laura Sabbadini, Rosanna Oliva, Francesca Comencini, Gabriella Carnieri Moscatelli, Laura Onofri, Stefania Tarantini, Chiara Guida, Lidia Ravera, Anna Paola Concia, Marina Terragni, Le Kassandre Napoli, Patrizia Asproni, Paola Tavella, UDI Palermo Onlus, Onde donne in movimento Caltanisetta, Coordinamento antiviolenza 21 Luglio Palermo…

Per adesioni, informazioni e contatti: ledonnesonoqui@gmail.com

Questo è il documento di convocazione di tutte le iniziative che si svolgeranno oggi in Italia

40 anni di legge 194 Vogliamo contraccezione gratuita e libertà di scelta sui nostri corpi

Il 26 maggio, a quarant’anni dall’approvazione della legge 194 che legalizza l’interruzione volontaria di gravidanza, Non Una Di Meno torna nelle piazze di tutta Italia forte della solidarietà dei movimenti femministi che in tutto il mondo, dall’Argentina all’Irlanda, dalla Polonia agli Stati Uniti, hanno rimesso al centro del dibattito pubblico la giustizia riproduttiva e la libertà di scegliere.

Il movimento rivendica la libertà e i diritti conquistati in decenni di lotte collettive, per dire che la sessualità delle donne non è finalizzata alla procreazione, che la maternità non è un obbligo ma una scelta.

Non Una Di Meno denuncia la responsabilità di Stato e Regioni nella continua violazione del diritto alla salute riproduttiva: anche questa è violenza di genere. Il numero di medici obiettori ha raggiunto una media del 70%, con punte del 90% in alcune regioni. Solo 390 su 654 strutture dotate di reparti di ostetricia e ginecologia effettuano interruzioni di gravidanza, con il risultato che l’interruzione volontaria di gravidanza è sempre più un percorso a ostacoli. L’aborto farmacologico è somministrato da pochi ospedali e in modo limitato, mentre la stessa legge 194 prevede l’uso delle tecniche più aggiornate a tutela della nostra salute. Inoltre, riguardo gravidanza e parto, oltre il 20% delle donne racconta di aver subito umiliazioni e pratiche violente durante il parto, mentre l’accesso gratuito agli esami diagnostici durante la gravidanza è compromesso dalla carenza di strutture pubbliche, con conseguenze gravi sulla salute e sul benessere delle donne, soprattutto quelle più povere e precarie.

Nel difendere la nostra libertà di scegliere partiamo dalla forza di un movimento globale che pretende e reclama una trasformazione dell’intera società. Siamo con le donne argentine che hanno imposto al parlamento di discutere la legalizzazione dell’aborto, con le irlandesi che a fine maggio voteranno in un referendum per decriminalizzare la procedura per l’aborto, con le polacche che per prime hanno scioperato per bloccare i tentativi del parlamento di proibirlo.

Vogliamo la contraccezione gratuita.

Vogliamo l’accesso gratuito all’assistenza sanitaria per l’ivg, la gravidanza e il parto indipendentemente dalla cittadinanza e dai documenti.

Vogliamo gli obiettori fuori dalle strutture sanitarie pubbliche e dalle farmacie.

Vogliamo la RU486 a 63 giorni e senza ospedalizzazione, somministrata anche nei consultori pubblici.

Vogliamo l’eliminazione delle sanzioni amministrative per le donne che ricorrono all’aborto fuori dalle strutture sanitarie pubbliche.

Vogliamo welfare per l’autodeterminazione, la sanità pubblica, laica e a nostra misura, i consultori aperti alle donne di qualunque età, alle persone gay, lesbiche, trans e alle migranti.

Vogliamo l’educazione sessuale nelle scuole.

Sabato 26, cortei e iniziative in diverse città d’Italia per i 40 anni della 194: Roma, Milano, Bologna , Napoli,Alessandria, Bari, Catania, Firenze, Mantova, Brescia.

 

Emma Bonino:”Legge fondamentale, ragazze di oggi non diano questo diritto per scontato”

 

 

https://video.repubblica.it/cronaca/aborto-40-anni-della-194-bonino–