NAPOLI – UN ESERCIZIO DI MEMORIA – il 4 agosto 1943, 400 furono le fortezze volanti che misero a ferro e fuoco la città e con decine di bombe devastarono il convento delle Clarisse, il coro delle Monache ed i suoi affreschi medievali, ed altre opere d’arte.
Sabato 4 Agosto 2018 alle ore 11 iniziano le celebrazioni del 75° anniversario delle 4 Giornate
Il 1943 è stato un anno terribile e cruciale nella storia di Napoli e dell’Italia. Il peso tragico della Guerra e i germi di opposizione al nazifascismo che determineranno il cammino verso la Liberazione si delineeranno in quell’anno e determineranno le conseguenze drammatiche e le pagine più gloriose della nostra storia recente. Purtroppo, il 4 agosto 1943, 400 furono le fortezze volanti che misero a ferro e fuoco la città e con decine di bombe devastarono il convento delle Clarisse, il coro delle Monache ed i suoi affreschi medievali, ed altre opere d’arte.
Per iniziativa dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, dell’Istituto Campano per la Storia della Resistenza Vera Lombardi, dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, sabato 4 agosto, alle ore 11.00, verrà deposta una corona di fiori sulla lapide della basilica di Santa Chiara commemorativa della distruzione della basilica stessa, avvenuta il 4 agosto 1943 ad opera di bombardamenti anglo-americani.
All’iniziativa aderiscono: Liceo Statale Don Lorenzo Milani Napoli e la Libreria evaluna di Napoli
La cerimonia vuol ricordare tutte le vittime napoletane del secondo conflitto mondiale, sia dei bombardamenti a tappeto degli Alleati, sia della ferocia nazista, in particolare il Carabiniere Salvo d’Acquisto, le cui spoglie riposano proprio in Santa Chiara.
L’incontro costituirà anche l’inizio delle celebrazioni del 75° anniversario delle Quattro Giornate (28 settembre – 1 ottobre 1943).
“Napoli è la città italiana che ha subito il maggior numero di bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale, con un numero di morti stimato fra le 20.000 e le 25.000 vittime, in grande maggioranza fra la popolazione civile ( la discrepanza fra le cifre dipende in parte dalle diciture delle cause di morte apposte nei registri comunali).
Le prime ondate di bombardamenti, tutte dovute alla Royal Air Force britannica, fra il 1940 e il 1942, furono concentrate sulle infrastrutture portuali, le raffinerie , le fabbriche della zona orientale della città, la stazione centrale, ma alcune bombe caddero anche su civili abitazioni. Alla fine del 1942 dal bombardamento strategico, soprattutto per scelte degli americani, si passò al bombardamento a tappeto. Il 4 dicembre 1942 aerei inglesi e venti B24 “Liberator” americani causarono 900 morti, colpendo anche il palazzo delle Poste, via Monteoliveto e Porta Nolana. Il 21febbraio 1943, con un’incursione ricordata cole “ la strage di via Duomo”, venne devastata tutta la zona del decumano maggiore: a marzo vennero colpiti la zona del Carmine, la Pignasecca, piazza Cavour e Capodimonte. Il 4 agosto 1943, durante un’incursione di 400 “Fortezze volanti” B17 venne distrutta la basilica di Santa Chiara. Dopo l’8 settembre e soprattutto dopo le Quattro giornate, la città subì incursioni dell’aviazione tedesca, la più pesante delle quali causò circa trecento morti nella notte fra il 14 e il 15 marzo 1944.
Il 24 agosto del 1943 (lo stesso giorno dell’anno in cui eruttò il Vesuvio nel fatidico 79 d.C.) un violento bombardamento aereo anglo-americano colpì gli scavi di Pompei. Il pretesto fu la presunta presenza di una divisione corazzata tedesca negli scavi, fatto rivelatosi del tutto insussistente. I bombardamenti danneggiarono vari edifici, soprattutto nella zona del Foro, di Porta Marina e dell’Antiquarium. Gli edifici più danneggiati furono la Domus del “cripto-portico” (Regio I, Insula VI, civico 2) e il teatro grande, che subì un crollo parziale della cripta. L’archeologo Amedeo Maiuri già dal 1942 si era adoperato per proteggere gli scavi facendo sistemare sacchetti di sabbia e facendo trasferire alcuni manufatti e aveva tentato di scongiurare interventi militari nell’area anche rivolgendosi alla stampa dei vari Paesi in conflitto. Invano: 162 bombe degli “alleati “ cadono su Pompei antica.” prof. Antonio Gargano