Romaeuropa Festival 2018 – al Mattatoio è di scena il corpo chiave d’accesso per scomporre e ricomporre il presente
Torna negli spazi del Mattatoio, dal 18 al 21 Ottobre, il focus, a cura di Francesca Manica, che il Romaeuropa Festival 2018 dedica alle nuove tendenze della danza europea. Giorni di danza, tra Italia, Olanda, Grecia, Norvegia e Austria (queste le nazioni protagoniste dell’edizione del focus) per presentare le creazioni di artisti che contaminano la propria ricerca coreografica con altrettanti linguaggi scoprendo nuovi mondi emotivi, percettivi ed estetici. «Fil rouge tra queste giornate è il corpo inteso come strumento personale e politico, chiave di accesso all’emotività degli artisti o “arma” per analizzare, scomporre e ricomporre il presente. Un corpo visionario che si relaziona alla musica, che attinge dalla letteratura o dall’immaginario che condiziona la percezione del femminile, che si rende ironico attraverso proiezioni video o che si fa strumento d’indagine della stessa composizione musicale» afferma Francesca Manica.
Ed è in quest’ottica che Dancing Days si aprirà il 18 Ottobre con le pièce The Dry Piece – XL Edition firmata dall’olandese Keren Levi che ispirandosi alle creazioni di Busby Berkeley (celebre regista di musical degli anni Trenta) e al testo The Beauty Myth di Naomi Wolf, trasforma la scena in un dispositivo attraverso cui indagare il concetto di bellezza legato alla rappresentazione della donna. La narrazione del corpo femminile prosegue nella stessa giornata con la coreografia S.Rituale di Sara Sguotti: il progettovincitore dell’edizione 2017 di DNAppunti Coreografici nasce come autoritratto del piacere personale a partire dall’incontro tra la poesia di Baudelaire Il serpente che danza, alcune opere di Louise Bourgeois, Tracy Enim e Ren Hang.
Dalla Grecia arriva l’acclamato coreografo Christos Papadopoulos, tra i nomi che hanno maggiormente conquistato l’attenzione di pubblico e critica negli ultimi anni per l’originalità e l’assoluta radicalità delle sue composizioni. Con Opus, il lavoro che presenta insieme alla sua compagnia Leon and the Wolf il 19 Ottobre, Papadopoulos prosegue la sua ricerca sulla natura del gesto indagando la relazione che intercorre tra musica e visione. Protagonista della pièce è, infatti, una reinterpretazione dell’Arte della fuga di Bach: quattro danzatori in scena per visualizzare questo capolavoro della cultura musicale occidentale, esplorare le nostre reazioni automatiche e impulsive quando ascoltiamo la musica, lasciarci percepire un senso del divino incarnato dalla natura, dal corpo e dal suo movimento.
Doppio appuntamento ancora al femminile il 20 Ottobre: Luna Cenere, coreografa e danzatrice di origini napoletane, classe 1987, già attiva nella compagnia di Virgilio Sieni, presenta il suo Kokoro, trasformazione e mutazione del corpo per decostruire la nostra percezione della realtà e le categorie dualistiche (bene-male; bello-brutto) nelle quali siamo abituati a incasellarla; la norvegese Ingrid Berger Myhre utilizza invece il corpo per riflettere sulle stesse strutture della composizione coreografica. Blanks, il titolo della sua performance, è un processo metalinguistico che invita lo spettatore a interrogarsi sulle modalità attraverso le quali si assiste ad uno spettacolo di danza e il modo in cui la descrizione verbale di una situazione possa alterare la situazione reale stessa.
Ci riporta con ironia negli anni Novanta il duo austriaco Luke Baio e Dominik Grünbühel che con Ohne Nix, in scena il 21 Ottobre, dà vita ad una performance immaginifica in cui videoproiezioni e tecniche di morphing incontrano un sofisticato quanto esaltante umorismo per riflettere sui processi artistici, sul valore dei tentativi e dei fallimenti.
Chiusura di questa edizione del focus, in scena il 20 e il 21 Ottobre al Teatro Vascello, è Excelsior di Salvo Lombardo fondatore della compagnia Chiasma. Il coreografo italiano riprende in mano il celebre Gran Ballo Excelsior per estrarne i temi politici e sociali che lo plasmano. Lontano dal voler rimettere in scena questo capolavoro della cultura coreutica o da qualsiasi reinterpretazione in chiave contemporanea della pièce, Lombardo intende invece porre sotto una lente d’ingrandimento il ruolo simbolico che lo spettacolo ha assunto nella società occidentale, incarnando il sentire comune e le aspettative di un determinato periodo storico. Qual è oggi l’eredità culturale di una certa idea di Occidente nata alla fine del XIX secolo? Quali iconografie e quali immaginari del Gran Ballo Excelsior riemergono oggi, in forme apparentemente diverse nella rappresentazione degli “altri”, nel disegno dei corpi e nella negoziazione delle relazioni tra Europa e “resto del mondo”?
Completa Dancing Days, il 21 Ottobre, la presentazione dei lavori dei tre finalisti di DNAppunti coreografici, bando di sostegno ai futuri coreografi italiani realizzato in network con Cango/Centro di produzione sui linguaggi del corpo e della danza Firenze, il Centro per la Scena Contemporanea/Operaestate Festival del Comune di Bassano del Grappa, L’arboreto – teatro dimora di Mondaino, la Fondazione Romaeuropa, Gender Bender di Bologna e la Triennale di Milano. Gli artisti e le artiste selezionati per l’edizione 2018 sono: Simone Cisternino, Marina Donatone, Siro Guglielmi, Riccardo Guratti, Masako Matsushita ed Elena Sgarbossa.
Incontro pubblico per riflettere sugli spettacoli osservati durante questa edizione del focus ancora il 21 Ottobre con Vis à Vis, il percorso di formazione ideato da Teatro e Critica e guidato da Gaia Clotilde Chernetich.
Tutta la programmazione di Dancing Days sul sito: https://romaeuropa.net/festival-2018/dancing-days/