ROMA – Da troppo tempo ormai chiediamo di occuparci della nostra città – vogliamo Roma città sicura per le donne, affinché le morti di Rosaria, Claudia, Marinella, Giovanna, Desirèe e tante altre non siano state solo un servizio di cronaca nera o un episodio di propaganda politica.
Desirèe Mariottini a soli 16 anni non c’è più. È stata uccisa in barbaro modo. Siamo ancora una volta davanti all’orrore e ai responsabili non va data tregua. Ma ancora una volta siamo alle prese con forme di strumentalizzazione legata a chi sono gli stupratori o al degrado di un quartiere pieno di buchi neri. È comprensibile, ma si dimentica che lo stupro è, troppo spesso, arma maschile in pace e in guerra e non prerogativa di pochi o solo del degrado urbanistico e sociale.
La storia di Roma dal ratto delle Sabine ad oggi si ripete con l’ennesimo stupro e uccisione ma anche senza attraversare due millenni di storia è sufficiente guardare negli ultimi decenni ai casi rimasti nell’immaginario collettivo.
1974 Strage del Circeo, tre ragazzi fascisti dei Parioli (la Roma bene) seviziano, violentano e uccidono Rosaria Lopez e Donatella Colasanti (che si finge morta), due ragazze non del loro livello sociale
1977 Claudia Caputi, quartiere Appio Tuscolano, viene violentata 2 volte da un branco di giovani romani nel parco della Caffarella
1988 Marinella Cammarata, in pieno centro storico, a due passi da piazza Navona viene violentata da tre uomini bianchi
2007 Giovanna Reggiani viene aggredita, violentata e uccisa da un muratore rumeno del campo Rom di Tor di Quinto
2018 Desirèe Mariottini, 16 anni, viene drogata seviziata, stuprata e uccisa da un branco (di spacciatori) a San Lorenzo
Nel 1976 ventimila donne scendono per le strade di Roma al grido Riprendiamoci la notte, una lunga marcia notturna che chiede la sicurezza per le vie della metropoli di notte. Da allora le donne non hanno mai smesso di chiedere a tutti di prevenire la violenza maschile in tutto il paese e non solo.
Da troppo tempo ormai chiediamo di occuparci della nostra città che lascia gli spazi sotto controllo della criminalità. Inutili gli appelli ai Municipi, al Comune, al Governo per interrompere questa lunga storia di stupri. È necessaria l’ennesima vittima per accendere di nuovo i riflettori sui problemi bui dell’area metropolitana?
Ma non facciamoci confondere; cosa ci raccontano queste violenze dal Circeo a San Lorenzo? Ci dicono che non c’è ceto sociale, età, razza, che non possa macchiarsi di violenze e stupri. L’unica prerogativa di uno stupratore è essere maschio. Lo stupro, così come la violenza sulle donne, è trasversale. Se poi uno stupratore agisce in branco la vicenda diventa ancora più crudele ed efferata.
È ora che chi di dovere si faccia carico delle responsabilità per rendere Roma città sicura per le donne, affinché le morti di Rosaria, Claudia, Marinella, Giovanna, Desirèe e tante altre non siano state solo un servizio di cronaca nera o un episodio di propaganda politica.
Ci auguriamo che vengano colpiti i responsabili, che venga applicato il codice penale e che ci sia la certezza della pena. Spesso, infatti, dopo lunghi e dolorosi processi vedere che ai colpevoli di tali violenze sono assegnate pene lievi o, come nel caso dello stupro di Montalto, i responsabili sono mandati ai lavori sociali, significa infierire impietosamente ed istituzionalmente su chi ha già sofferto ad oltranza.
Vogliamo poter vivere a Roma senza la paura di essere aggredite, seviziate, stuprate e uccise. Fuori e dentro casa! In tutt’Italia.
#siamolaltrametàdellacittà