ROMA – All’ARCHIVIO CENTRALE DELL’UDI un libro su come insegnare a scuola la possibilità di rendere impensabile la violenza maschile sulle donne
Venerdì 14 dicembre 2018 all’Archivio Centrale dell’UDI in via della Penitenza 37 nel complesso della casa Internazionale delle Donne sarà presentato il libro INSEGNARE LA LIBERTA’ A SCUOLE – proposte educative per rendere impensabile la violenza maschile sulle donne delle edizioni Carracci. Alessandra Bocchetti, Somona Feci e Vittoria Tola ne discutono con Daniela Dioguardi, e Anna Maria Piussi.
Il testo raccoglie le relazioni di tre anni di corso di formazione regionale rivolto ai/lle docenti, organizzato in Sicilia grazie alla mediazione costruita con la direttora dell’USR M.Luisa Altomomte. Il libro comprende anche alcune riflessioni delle docenti che hanno partecipato, alcune programmazioni e lavori svolti dalle classi.
Oggi da molte parti si riconosce la necessità che la scuola si faccia protagonista del cambiamento indispensabile per affrontare il grave problema della violenza maschile sulle donne, segno evidente dell’incapacità degli uomini di misurarsi con la libertà femminile. Perché le giovani generazioni possano cominciare a sperimentare forme di convivenza civile e non violenta fra i sessi è però essenziale un agire educativo non episodico, ma capace di modificare l’assetto su cui tale violenza trova il suo fondamento: una cultura centrata su un unico soggetto, il maschile. La prima mossa per il cambiamento culturale che renderà inviolabile il corpo femminile e impensabile la violenza degli uomini passa, infatti, per l’inviolabilità delle menti delle donne. Occorre allora scompaginare l’intero impianto pedagogico e le discipline insegnate; valorizzare la presenza femminile nella cultura e nella storia; cercare modi non neutri per interpretare saperi e società; trovare nuovi linguaggi per raccontare uomini e donne, al di là degli stereotipi; utilizzare un linguaggio sessuato, rispettoso dei due soggetti. Da tale responsabilità pedagogica è nato il corso triennale di formazione docenti promosso dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia con la Biblioteca delle donne e centro di consulenza legale UDIPALERMO. Questo libro ne ricompone i contributi teorici e una selezione delle progettazioni didattiche e dei lavori svolti nelle classi, esempi originali di un agire educativo fondato sulle pratiche trasformatrici delle donne.
Anna Maria Piussi si racconta: Sono arrivata tardi al femminismo e forse non ci sarei mai arrivata se non avessi incontrato donne del femminismo della differenza con cui si sarebbe costituita di lì a poco Diotima. Da allora ho modificato profondamente anche la mia ricerca, fino a quel momento “neutra”. Laureata in Filosofia all’Università di Padova, ho lavorato come docente di Pedagogia all’Università di Verona fino al mio pensionamento da docente ordinaria, nell’ottobre 2014. In questa università continuo per il momento a tenere corsi e a far ricerca, sempre con il taglio del pensiero della differenza sessuale, perché considero essenziale anche per la pedagogia la grande scommessa filosofico-politica aperta da Diotima e desidero continuare a condividerla con studenti e colleghe. Ho scoperto l’interesse per l’educazione e per la scuola nelle relazioni politiche tra donne e nel lavoro comune che è stato prima la pedagogia della differenza sessuale e in seguito il Movimento di autoriforma della scuola. Educare nella differenza, da me curato (Rosenberg & Sellier, 1989) a seguito del I° Convegno nazionale di Verona, rappresenta lo spostamento di sguardo consentito dalle relazioni politiche tra donne di quegli anni e dall’elaborazione comune in Diotima. Molti convegni, incontri di studio, seminari, corsi di formazione si sono succeduti da allora in Italia e all’estero, che qui non posso enumerare. Si sono messe in moto molte energie e desideri di donne (e di qualche uomo) sulla e attorno alla scuola e all’università, molte relazioni si sono costruite e ritrovate nel tempo. La passione di insegnare a partire da sé e in relazione significativa con altre/i ha contagiato diversi ambiti dell’educare e dell’insegnare, come dimostrano il libro da me curato con Letizia Bianchi, Sapere di sapere (Rosenberg & Sellier, 1995, tr.spagnola Icaria 1996), e altri volumi collettanei, italiani e stranieri, ai quali, in parte, ho contribuito, articoli su periodici, atti di convegni. In Spagna, paese che frequento da vari anni grazie alle relazioni con alcune donne, ho contribuito a far nascere una pratica/rete di relazioni tra studiose e insegnanti, dal nome “Sofías. Relaciones de autoridad en la educacíon”, che ha prodotto diverse pubblicazioni. E sempre in Spagna collaboro da tempo, anche con pubblicazioni, con il Centro e la rivista Duoda dell’Università di Barcelona, con il CREC, Centre de Recursos i Educació Continua di València, e con l’Instituto Paulo Freire de España. Nell’ottica di ricerca di un senso libero di essere donne (e uomini) nel pensiero e nelle pratiche di insegnamento/apprendimento e nella costruzione di genealogia simbolica femminile, con Ana Mañeru ho curato il libro Educación, nombre común femenino, e con Remei Arnaus, dell’Università di Barcelona, ho coordinato il progetto internazionale “Ser universitarias en el presente-Essere universitarie nel presente”, che ha dato luogo ad alcune pubblicazioni, tra cui il volume collettaneo Universidad fértil. Mujeres y hombres. Una apuesta política (anche in edizione italiana). Ho ideato e diretto la collana “La prima ghinea. Donne in educazione” (Rosenberg & Sellier, Torino) e faccio parte con Simonetta Uliveri e Barbara Mapelli del Comitato editoriale della collana “Genere, differenza, educazione” (Guerini, Milano). (da Diotima )