ROMA – alla CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE – una giornata promossa dall’AFFI per riflettere sul futuro anche con parole poetiche come sa fare EDDA BILLI
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Sono trascorsi più di 25 anni dall’ ottobre 1992 data della prima assemblea dell’Associazione Federativa Femminista Internazionale che con il CFS (Centro femminista Separatista) aveva maturato un progetto ambizioso: una Casa tutta per le donne. Una scelta vincente che ha portato al risultato di avere la Casa Internazionale delle Donne. Un momento di riflessione e di incontro per rinnovare la conoscenza con le tante giovani donne e le nuove associazioni che oggi abitano la casa. Un modo per ricordare chi ci ha precedute e ci ha consegnato un bel risultato che deve essere difeso ad oltranza. I risultati acquisiti vanno
DIFESI perché è possibile sempre tornare indietro … QUESTO NOI NON CE LO POSSIAMO PERMETTERE!
DIFESI perché è possibile sempre tornare indietro … QUESTO NOI NON CE LO POSSIAMO PERMETTERE!
In mattinata alle 10,30 si parlerà di diritti delle donne e dei sentimenti a distanza di 170 anni dalla dichiarazione di Seneca Falls ma anche della dichiarazione dei diritti umani a 70 anni dalla firma di Parigi e della situazione del rispetto dei diritti oggi in Italia ne parleremo con Il Paese delle Donne – Maria Paola Fiorensoli, con la Wilpf – Patrizia Sterpetti e con Power and Gender – Irene Giacobbe
Nel Pomeriggio alle 18,00
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Vi aspettiamo numerose per una festa di cuori e pensieri
Ricordiamo che EDDA BILLI è Presidente onoraria della Casa Internazionale delle Donne un riconoscimento che le è stato rinnovato anno dopo anno per il suo indomabile impegno che l’ha vista sempre presente dai lontani anni sessanta nelle lotte femministe per il riconoscimento delle donne come persone autodeterminate e come cittadine del mondo. Ma Edda Billi è anche, soprattutto, poeta che nel volume “DONNITA” propone un centinaio di componimenti divisi in 5 raccolte – “Lucy”, “Calce viva”, “La giostra della frullana”, “Barlumi”, “I mangiatori di simboli”. Una poeta consapevole di essere dentro un “corpo politico” ma senza nessuna pretesa di poesia civile: la sua è la parola lucida e dolente di un’anima che scava e vola, che sa sorprendere la natura segreta di cose e animali, che dà alla rabbia e al dolore la quiete della pietà, che sa l’incanto d’amore trovato e perso ed è capace di prendere per mano, come un’amica attesa, anche la morte. Il libro è stato curato da Paola Mastrangeli con la postfazione di Carla Vasio