ROMA – teatro PALLADIUM – “CI VEDIAMO ALL’ALBA” Una vicinanza che allontana
Una favola moderna che esplora il trionfo dell’amore, il mistero del dolore e la tentazione di perdersi in un futuro fantastico che non si realizzerà mai.
Dal 17 al 20 gennaio il Teatro Palladium ospita la prima nazionale di “Ci vediamo all’alba (Meet Me At Dawn)” (giovedì 17, venerdì 18 e sabato19 ore 20.30; domenica 20 ore 18), un classico del XXI secolo della celebre drammaturga e regista britannica Zinnie Harris prodotto da Khora Teatro che prende forma sul palcoscenico grazie a Francesca Ciocchetti e Sara Putignano, guidate dalla regia di Silvio Peroni.
Un lavoro incentrato sul racconto e che lavora sulle relazioni fra autore, attore e spettatore, mettendo da parte la spettacolarità della rappresentazione e creando un triangolo comunicativo incentrato sul messaggio del testo e sulle immagini emotive che le parole del testo ricreano. Un significato che è quasi sempre più complesso e articolato della visione univoca del regista e di cui ogni spettatore, ogni spettarice potrà percepire in modo unico e individuale le molteplici sfumature.
Incredibilmente onesto e teneramente lirico, lo spettacolo vede protagoniste due donne, Robyn e Hellen, su una spiaggia lontana dopo un violento incidente in barca. Stordite dall’esperienza, cercano un percorso verso casa. Sembrano essere, una coppia felice, contenta di essere sopravvissuta, ma scopriranno che questa terra sconosciuta non è ciò che sembra e che, sebbene siano costantemente insieme, non sono mai state più distanti.
Dove sono? E perché non possono tornare a casa? Perché Robyn è ossessionata dalle immagini di un’altra versione più terribile della realtà? Harris crea una sinfonia di perdita, desiderio e commedia, un’opera che si immerge nella paura e nel mistero, nella desolazione e nell’amore intenso e quotidiano, mettendo in gioco le cose che gli uomini temono di più.
Corto, teso, e avvincente, il testo è ispirato, almeno in parte, alla leggenda di Orfeo ed Euridice e della loro antica ricerca del partner perduto. Ma i suoi echi letterari sono più ampi e profondi: da “Mary Rose” di J. M. Barrie, a “A porte chiuse” di Sartre fino alla “Dodicesima Notte”.
E quando Robyn chiederà “Che paese, amici, è questo?”, la risposta è che si tratta di un paesaggio emotivo creato dall’autrice e pieno della sua poesia appassionata, del suo amore e della sua stessa disperazione.