Bebé Glotón: una bambola da allattare
L’ultima novità in fatto di giocattoli arriva dalla Spagna: il bambolotto da allattare al seno. Non una provocazione ma un nuovo giocattolo con cui far giocare forse le nostre bambine.Ai tempi del liceo, ricordo, che mi colpì molto {{una pagina dei Promessi Sposi}} in cui si raccontava dell’infanzia di Marianna, la futura monaca di Monza, che giocava con santini e bambole dalle fattezze monacali per abituarla all’idea che presto sarebbe stata una reverenda madre, con vocazione o senza questo non importava!
Beh di tempo ne è passato, ed il valore sociale e pedagogico del gioco è stato ampiamente discusso!
La psicologia in primis ha visto nel gioco {{un elemento importante nello sviluppo psichico e della costruzione della personalità di un bambino}}. Inizialmente fu proprio Freud ad individuare nel gioco una modalità per promuovere il processo di identificazione nei bambini.
Anche la mia generazione, di molto post-sessantottina, è cresciuta con i cosiddetti {{giochi adatti ai bambini e giochi adatti alle bambine}}. Su questo tema si sono versati fiumi di inchiostro, il femminismo, in passato come oggi, si è spesso schierato contro quei giochi che tendono a riprodurre i ruoli di genere sottolineando molto l’importanza della neutralità dei giochi non solo nelle primissime fasi della vita.
Eppure in un mondo post-moderno, e ora forse più neppure tale, – in cui le problematiche di genere, seppur ancora vivissime sono sempre più accantonate, in cui le pari opportunità sono quasi un miraggio – è strano doversi interrogare ancora sull’importanza che taluni giochi possono avere nello sviluppo della personalità.
È di pochi giorni la notizia che un’azienda iberica specializzata in giocattoli abbia introdotto sul mercato un nuovo giocattolo. {{Bebé Glotón}} è un bambolotto molto speciale, lungo ben cinquanta centimetri, dunque quanto un neonato vero, lui non si limita a piangere se ha fame, vuol davvero mangiare e in che mondo? Ma come i bimbi veri, ossia allattando al seno.
Il giocattolo prevede che {{le bambine indossino al momento della poppata una specie di “reggiseno” a cui il bambino si aggrapperà e inizierà a succhiare}} emettendo anche il tipico rumore da suzione dei neonati affamati.
{{Le finalità del gioco}} dovrebbero essere a dir poco lodevoli, ossia: abituare le potenziali future madri, fin dalla più tenera età che allattare al seno è sano e vantaggioso. L’allattamento al seno, infatti, rafforza il legame madre/figlio, irrobustisce il sistema immunitario del bambino e agevola il suo sviluppo neurologico, inoltre nelle madri diminuisce il rischio di depressione post-parto e la probabilità di sviluppare osteoporosi e alcune forme di tumore, nonché il recupero fisico e il ritorno al peso originario.
Ma nonostante le encomiabili finalità un giocattolo del genere non può che suscitare almeno perplessità.
Aldilà di quelle che possano essere le opinioni personali sull’adeguatezza dei giocattoli che riproducano i ruoli di genere, una domanda sorge spontanea: ma lavorare di fantasia, com’è stato per tutte le generazioni passate, non è più adeguato? {{Perché un giocattolo dovrebbe indurre delle bambine a confrontarsi con un corpo o parti di esso che non sono proprie della loro età?}}
Certo tutte e tutti siamo cresciuti guardando la mamma, la zia o un’amica allattare il proprio bebè e questo non ha certo influito in modo negativo sulla nostra crescita o sul rapporto col nostro corpo (anzi!). Ma si trattava di {{donne in “carne e ossa”}} e inconsciamente era uno strumento per conoscere il mondo: da grande anch’io avrò un bambino! Insomma il bello era guardare e poi lavorare di fantasia.
Sicuramente allattare al seno è in primo luogo una questione culturale: {{l’UNICEF, l’Unione Europea e l’Organizzazione Mondiale per la Sanità- OMS}}, si prodigano per diffondere ed incoraggiare {{la cultura dell’allattamento al seno}} ma allora perché una bambola da allattare al seno viene venduta corredata di “ciuccio”, che è ormai dimostrato essere uno dei nemici principali dell’allattamento al seno? E {{la funzione pedagogica del “ciuccio” qual è?}}
La situazione è paradossale soprattutto se si considera che meno di un mese fa ad una madre è stato chiesto di allontanarsi dalla sala pranzo di un albergo, e di trasferirsi in una saletta contigua perché{{ stava allattando al seno e poteva urtare la sensibilità di qualcuno dei presenti.}} I presenti dalla sensibilità suscettibile sicuramente non avevano giocato con la bambola, ma indubbiamente avevano dimenticato di essere stati bebè!
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