L’11 giugno, alla Biblioteca Nazionale di Napoli, Sala Rari, Lea Meandri interviene su Il desiderio dissidente, antologia della rivista L’erba voglio (1971-1977), edizioni Derive e approdi.

 

Tra gli ideatori della rivista: Elvio Fachinelli, Lea Melandri, Luisa Muraro, Giuseppe Sartori. A giugno e settembre, nel 1970, si svolsero a Milano due convegni su “Esperienze non autoritarie nella scuola”, intervennero lavoratori e lavoratrici di asili autogestiti e di scuole elementari e medie. Oltre alle relazioni, anche numerosi contributi di questi convegni vennero raccolti in un volume: L’erba voglio. Pratica non autoritaria nella scuola, editato all’inizio del ’71 da Einaudi. Dopo la pubblicazione del libro si originarono diverse discussioni e furono coinvolte molte persone estranee al mondo della scuola. Per rispondere alle tante/i coinvolti e per approfondire lo stile di lavoro di autogestione delineato nel libro, si creò una rivista: L’erba voglio, dal 1971 al 1977 (28 numeri).
A partire dal 1976 si fece anche una collana di libri che ampliarono i temi della rivista tra cui: Lea Melandri, L’infamia originaria; Enrico Calandri, Boccalone; Elvio Fachinelli, La freccia ferma. Tre tentativi di annullare il tempo. L’esperienza di L’erba voglio si concluse quando lo spazio di ricerca intellettuale e politica si ridusse gravemente per il fenomeno terroristico.

Con Elvio Fachinelli, pochi anni prima della sua morte, dicembre 1989, la Meandri pensò ad una ripartizione per temi di articoli di L’Erba voglio. L’idea di una ripubblicazione fu accantonata sia da Lea, che diresse la rivista Lapis. Percorsi della riflessione femminile, che da Elvio, che forse già sapeva della sua malattia. La rivista ha affrontato molte tematiche: antipsichiatria, femminismo, antimilitarismo, controinformazione, lotte operaie, movimento degli studenti, psicanalisi, alternative della comunicazione. E’ una miniera di intelligenza creativa. Lea è quindi ritornata a selezionare materiali, perché ancora attuali e quindi utili a una riflessione sulle tumultuose trasformazioni in corso. La raccolta dei vari articoli è un materiale prezioso, testimonianza che la «rivoluzione, come il desiderio, è inevitabile e imprevedibile, e non finirà mai di sconvolgere i custodi del terreno dei bisogni».

Questa antologia evidenzia «l’originalità del lavoro fatto» e gli aspetti anticipatori come atomizzazione e conformismo di massa, senso di impotenza diffuso rispetto a un potere «sempre più astratto e indeterminato», rifiuto del «diverso», abbandono della politica come luogo dell’agire collettivo, perdita di confini tra privato e pubblico, tra sogno e realtà. Il desiderio
dissidente riprende la definizione che Fachinelli diede nel ’68 del movimento degli studenti.