Nel mese di maggio alcune docenti hanno creato il gruppo Facebook “Indici paritari – più donne nei testi scolastici e un nuovo linguaggio”, chiediamo alle dirette interessate di spiegare le caratteristiche e le finalità del gruppo.

Le fondatrici del gruppo sono: Monica Di Bernardo, Filomena Taverniti, Fabiola Del Vecchio, Diana Lenzi, Antonella Petricone.


Com’è nato questo gruppo e da chi è formato?
Siamo un gruppo composto da cinque insegnanti di scuola secondaria di primo grado e di scuola primaria che si è costituito a fine maggio.
Come ogni anno ci siamo trovate a dover scegliere i libri di testo per l’anno successivo e per l’ennesima volta ci siamo rese conto che le donne sono invisibili e, quando presenti vengono relegate in un box a fondo pagina o in testi aggiuntivi, altrimenti restano invisibili; non esistono che poche sparute scrittrici e poetesse nei testi di letteratura e la storia continua ad essere narrata da un unico punto di vista: quello maschile. Ma lo stesso discorso si potrebbe fare per tutte le materie. Per questo abbiamo deciso di dare voce alla nostra indignazione e abbiamo creato il gruppo Facebook, in poco tempo abbiamo raccolto più di 1386 adesioni.

Qual è la finalità?
Abbiamo deciso di rimettere al centro un tema affrontato da tempo da molte associazioni di donne perché pensiamo sia inaccettabile che una ragazza o un ragazzo possano completare un ciclo di studi senza avere idea del ruolo delle donne nella storia, nella letteratura, nell’arte, nella scienza, e che apprendano attraverso un pensiero unico e un unico punto di vista. La scuola dovrebbe fornire agli studenti e alle studentesse gli strumenti per approcciarsi ad una realtà complessa.
Stiamo parlando di figure femminili che avrebbero potuto e dovuto incontrare nei libri di testo, ma che invece non ci sono! Naturalmente sappiamo che molte colleghe e qualche collega già da tempo inseriscono le donne nella loro programmazione e che forniscono materiale ai loro studenti e studentesse, noi stesse lo facciamo da sempre, tuttavia pensiamo che questo non sia sufficiente e soprattutto che non si possa delegare ad insegnanti volenterose/i quello che dovrebbe essere la norma per i libri di testo di tutte le discipline, cioè avere indici paritari.
Anche il linguaggio utilizzato nei libri di testo non rispetta la parità di genere e continua ad utilizzare il maschile considerandolo inclusivo, anche se questo non è corretto neppure da un punto di vista grammaticale, ci piacerebbe che il dibattito sull’uso di un linguaggio inclusivo entrasse nelle scuole. Inoltre riscontriamo l’utilizzo nei libri di testo di un vero e proprio linguaggio sessista.
Tra l’altro le case editrici scolastiche hanno già un riferimento: il progetto Polite – pari opportunità nei libri di testo – che risale al 1997 e che tuttavia è rimasto lettera morta. Questo non si può dire invece per molte case editrici non scolastiche che stanno pubblicando testi dedicati alla riscoperta di storie di donne soprattutto nella fascia young adult e anche albi illustrati dedicati ai più piccoli o altre che si interrogano sulle diverse forme possibili per un linguaggio inclusivo.

Ad oggi a che punto siete e che prospettive avete per il futuro?
Abbiamo scritto un comunicato che invieremo alle case editrici nel mese di settembre, lo abbiamo reso pubblico il 15 luglio in occasione di un webinar che ha coinvolto Gabriele Maestri e Anna Lisa Somma rispettivamente curatore e curatrice del volume “Il sessismo nella lingua italiana. Trent’anni anni dopo Alma Sabatini” (edizioni Blonk) e Francesca Dragotto professoressa presso l’Università di Roma II e responsabile del centro di ricerca dipartimentale e multidisciplinare “Grammatica e sessismo”.
Ad oggi abbiamo raccolto 1982 firme e ricordiamo che è ancora possibile sottoscrivere il comunicato che trovate nel link riportato alla fine dell’articolo.
Desideriamo tra l’altro che il gruppo sia capace di offrire occasioni formative su certi temi, grazie al contributo di esperti/e che condividono e sostengono la nostra iniziativa, cosicché le persone iscritte possano conoscere e approfondire i temi e confrontarsi direttamente sui testi scolastici

Perché è importante stimolare la riflessione su questi temi?
Pensiamo che introdurre indici paritari nei libri di testo delle diverse discipline sia una ricchezza per tutti e tutte; inoltre scoprire una genealogia delle donne sarebbe importante per una comprensione più articolata di una realtà complessa che invece risulta sempre mancante per l’invisibilità di una parte. Per questo riteniamo necessario per il percorso di formazione di studenti e studentesse avere dei libri di testo rappresentativi dei cambiamenti in atto nella realtà.
Infine tutti gli/le insegnanti nel loro percorso di formazione dovrebbero avere accesso alla conoscenza del contributo delle donne nelle varie discipline che loro stessi/e porteranno poi nelle classi.

Il gruppo Facebook Indici paritari – Più donne nei testi scolastici e un nuovo linguaggio.

Per firmare il comunicato:
https://forms.gle/erYrYT4KcjKsNAa39