Il disarmo tra gli obiettivi del piano d’azione 2021-2025 “Donne, Pace, Sicurezza
Pubblichiamo un report di Annalisa Milani (Wilpf-Italia) sulla bozza del Piano d’Azione 1325 “Donne, Pace, Sicurezza”, anni 2021-2025.
La bozza è stata ultimata nel corso dell’incontro del 17 novembre (in remoto), presenti le ong contribuenti alla stesura (Wilpf, Pangea, Wis, Aidos, etc.), ed altri organi istituzionali. Il testo è stato presentato dall’avv.ta Maia Bova, che lo ha compilato sotto la supervisione del Ministro Petri, Responsabile del Comitato italiano per i Diritti Umani (che redige i rapporti degli impegni internazionali contratti dall’Italia). Nel suo intervento, il Ministro ha sottolineato il forte contributo della società civile al Piano d’Azione, modificato in più parti, e reso più inclusivo, più comprensibile ed efficace con la diminuzione da 7 (sette) a 4 (quattro) degli obbiettivi: “…non è una Bibbia ma un lavoro in progress, ancora aperto all’influenza di prassi che provengono dalla società civile” (Petri).
Rispetto al contributo della Wilpf-Italia, credo che la vittoria più importante sia stata far includere “il disarmo” nell’Obiettivo 1.1 Promuovere la partecipazione significativa delle donne, delle giovani e dei giovani nei processi di pace e sicurezza, nonché in materia di politica internazionale, disarmo (WilpF) e di sviluppo anche alla luce dell’Agenda Giovani, Pace e Sicurezza (UNSCR 2250 et ff.). Nel mio intervento, ho fatto riferimento al conflitto che mi tocca molto, quello del Nagorno Karaback, conoscendo la disperazione dell’amica Gulnara che, pur implorando l’applicazione della 1325, ha avuto in risposta solo silenzi, mentre si lasciava spazio alle sole armi e ai mercenari!
Tra le modifiche approvate, quella degli indicatori per misurare le pratiche ed i loro effetti. Non sono invece passate altre modifiche proposte dalla Wilpf-Italia, compresa l’inclusione della “Nato”, che è bene ricordare insieme alle spiegazioni (virgolettate) fornite dall’avv.ta Bova: 1.7 Prevedere il confronto regolare e democratico tra esperte (ricercatrici sociali/operatrici sociali, cooperanti, rifugiate) e funzionarie/i del Ministero degli Affari Esteri e delle commissioni parlamentari per la definizione della politica estera in rapporto a conflitti in Paesi terzi. – “L’inclusione implica un esercizio governativo che non è proprio dell’Agenda.”
2.9 Introdurre formazione e cooperazione tra donne delle OSC e donne delle Forze armate che le rendono mediatrici per la soluzione di dossier su temi quali l uranio impoverito nei poligoni militari, la presenza in Italia di armi nucleari, la dotazione di aerei per il trasporto di armi nucleari”, con altra aggiunta, al 4.10 “investire professionalmente su ricercatrici sociali e operatrici sociali…etc… – “Non necessita la specificazione.”
Molto c’è ancora da fare, specialmente trattandosi, come ha detto il ministro Petri, di un “living document in progress” che dovrà passare per i previsti meccanismi di approvazione ed essere approvato entro fine anno.Un nuovo incontro è previsto a Gennaio 2021.