NE_OS: poema murale sulla storia di Ostia
Lo scorso 31 dicembre, il Gruppo Subword ha terminato “NE-OS – Storia di un Futuro”: poema murale sulla storia di Ostia che fonde street art e video poetry, realizzato sulla facciata della stazione Lido Nord di Ostia (lato via Ostiense).
Al Gruppo – collettivo ostiense di agitazione culturale (2017) -appartengono in prevalenza poet* e artist* con progetti sperimentali (realizzati o in progress), finalizzati all’interazione tra la comunità hip hop e alcuni ambienti dell’arte e della cultura innovativa del territorio lidense.
Dall’interazione del Gruppo col territorio (eventi culturali e laboratori a cadenza mensile su argomenti attinenti la dialettica tra linguaggi dell’arte e della cultura), è nata l’idea di NE-OS, firmato da SMK, Aurora Pilati, Silvia “Chemutai” Conchione, ErLem, Canicola, Riccardo Di Gioia e Laila Scorcelletti.
Le/gli artisti* si sono impegnat* gratuitamente, per tutto lo scorso anno, nella progettazione, realizzazione, organizzazione, pubbliche relazioni e comunicazioni, di un’opera che hanno regalato al territorio grazie alla promozione e al sostegno dell’Assessorato alla Cultura del X Municipio che ne ha colto l’idea innovativa, con affidatario burocratico Acca International S.r.l., e collaborazione di Caterpillar per il video-poetry. Altri preziosi interlocutori: Ecomuseo del litorale romano; Museo Agostinelli; personale Atac della stazione Lido Nord; Monica Chelagat; Roberto Gentile; Giorgio Jorio; Mario Rosati; Federica Stramaglia; Pasquale Marra; Alessandro Lorusso.
Geolocalizzazione di NE-OS sul linkhttps://g.co/kgs/PcsEy1.
“Mi è caro soffermarmi sulla figura della Sdora che, nella murata, è la sola figura femminile tra i telenauti/scariolanti” sottolinea Laila Scorcelletti, “…una donna con un ruolo preciso nel gruppo bracciantile (cooperativo) giunto a Ostia da Ravenna nel 1884 per bonificarla con decine di chilometri di canali. Ogni dieci uomini, una Sdora che cucinava per loro (in romagnolo, “sdora” è la sfoglia della pasta) e teneva la corrispondenza con le loro famiglie. 500 braccianti analfabeti e 50 donne che sapevano leggere e scrivere! Questo rappresenta un ribaltamento sociale; per l’epoca, una situazione rivoluzionaria, quasi un bagliore femminista naturale che si è mosso in sordina e che nessuno ha mai colto come tale. In quest’ottica, nella murata, il ruolo simbolico della Sdora assume, a mio avviso, un ruolo radicante, quasi a fondamento degli altri simboli dell’opera perché, in qualche modo, li racchiude tutti (…)
La Sdora incarna, simbolicamente, l’abito mentale che oggi riveste la donna nell’essere mediatrice e portatrice, attraverso la parola autentica, dei valori che sono insiti nel suo stesso ruolo: dona la radice con le nascite garantendo un futuro alla società, mantiene i legami con le origini, nutre, cerca di mitigare le conseguenze di una scelta sociale millenaria, prettamente maschile, fatta di una civiltà basata sulla conquista armata mirata all’espansione dei possedimenti, alla conquista della terra degli altri, al dominio di altri popoli attraverso le guerre di tutti i tempi. Quello che io leggo nella murata è questo ruolo fondamentale della Sdora che mi fa pensare al futuro come a una nuova era matriarcale fatta di parole autentiche portatrici di nuovi valori di pace e di profonda determinazione nel ricostruire.
A lei mi sono ispirata per il sonetto che sarà inserito nel Qrcode della murata insieme al video poetry, al testo esplicativo e alla poesia dedicata al politico e sindacalista Nullo Baldini.”
Info: ostiahhlab@gmail.com fb:
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LA SDORA (1984/2020)
Di che no ch’eravate anarfabbeti /quanno da la Romagna siete scesi /cor treno e co’ li vostri sogni appesi /sur traghetto scoprivate li segreti: / “l’artra riva è l’inferno de l’inquieti” / Ma ‘n cinquecento nun ve siete aresi / e pe’ onora’ tutti l’impegni presi / bonificaste Ostia e l’artr istagneti. /
E io so’ la Sdora che sa legge’ e scrive’. / Nun ce porto la tera ne le cariole / ma pijo ‘ste lettere lungo le rive / smarite dall’aratri o da le stive. / Le vojo pe’ ‘nventa’ artre parole /e fa’ rinasce ermonno, da le sorgive. (Laura Scorcelletti)