“Il Tpan entra in vigore; che fare” – Resoconto del meeting del 22 gennaio
Pubblichiamo il messaggio di Loredana De Petris – senatrice LEU e Presidente del gruppo misto – inviato al meeting del 22 gennaio promosso da Wilpf-Italia e dai Disarmisti esigenti, intitolato “Il Tpan entra in vigore; che fare.”
Care e cari amici,
Oggi celebrate la storica giornata dell’entrata in vigore del Trattato ONU di proibizione delle armi nucleari.
Condividendo la vostra gioia e la vostra speranza, saluto il vostro incontro, di riflessione e programmazione di strategie e di azioni per la sua effettiva implementazione.
Mi preme sottolineare il lungo cammino che abbiamo percorso fianco a fianco, con la collaborazione in varie iniziative parlamentari (mozioni etc.), che, nel corso degli anni, abbiamo anche presentato in conferenze stampa organizzate insieme al Senato.
Sono ben consapevole che i Paesi aderenti alla NATO non hanno partecipato ai negoziati per la definizione del Trattato per la proibizione delle armi nucleari; ed in conseguenza di ciò l’Italia, conformandosi a tale posizione, finora ha fatto mancare la sua adesione.
Continuo ad essere convinta che sussistono sia le ragioni di opportunità storica che di diritto internazionale affinché l’Italia aderisca al Trattato che stigmatizza lo stesso possesso delle armi nucleari.Il trattato, infatti, vieta non solo l’uso delle armi nucleari, ma anche la minaccia, negando quindi la legittimità della deterrenza che ha consentito la crescita esponenziale degli arsenali nucleari durante la “Guerra fredda”, e la folle corsa agli armamenti oggi, purtroppo, ripresa.
E confermo che, sempre con il vostro aiuto di cittadini attivi e sensibili ai problemi della pace e della sopravvivenza dell’umanità, continuerò a darmi da fare per impegnare il governo:
1) a disporre gli atti necessari all’adesione dell’Italia al Trattato delle Nazioni Unite relativo al divieto delle armi nucleari, adottato a New York il 7 luglio 2017 e aperto alla firma il 20 settembre 2017;
2) a presentare conseguentemente alle Camere il disegno di legge per l’autorizzazione alla ratifica e per l’esecuzione del Trattato.”
Gli impegni presi dalla senatrice, da sempre vicina alle organizzazioni promotrici, sottolinea l’indifferibilità dei temi trattati nel meeting e riassunti nel Comunicato Stampa conclusivo (23 c.m.):
“Il mail bombing sui parlamentari per il DDL di ratifica italiana del TPAN (testo redatto da IALANA Italia); l’opposizione locale al dispiegamento delle nuove atomiche americane; l’azione in agosto sulle potenze nucleari a Roma da effettuare in concomitanza con la sessione di revisione del TNP a New York; il sondaggio mondiale antinucleare sulle piattaforme social; il coinvolgimento del mondo cattolico ed in particolare la pressione sui francescani perché recedano dal considerare l’industria bellica volano di sviluppo (vedi volo delle Frecce Tricolori su Assisi); la strategia per rilanciare la denuclearizazzione sia civile che militare (vedi deposito unico delle scorie radioattive); il rilancio dell’obiezione alle spese militari, finalizzata alla difesa nonviolenta, anche per perseguire gli obiettivi di No arsenali Sì ospedali; il lavoro culturale sulla terrestrità con il progetto Memoria e Futuro e altre iniziative.”
In apertura, Alfonso Navarra ha tracciato un quadro della situazione odierna e sollecitato a proseguire nelle pressioni, nazionali e internazionali, per ottenere la ratifica del Tpan da un numero sempre maggiore di paesi. Il Comunicato Stampa sintetizza tre obiettivi: 1) continuare a premere sulla ratifica del parlamento italiano che, al carro della Nato, fino ad oggi non c’è; 2) opporsi al ritorno degli euromissili che include la risistemazione delle basi di Gheddi e Aviano (senza dimenticare il problema dei porti nucleari); 3) dare corpo, anche ricorrendo ad intelligenti forme di obiezione di coscienza, all’obiettivo “No arsenali Sì ospedali: convertire le spese miltiari in investimenti per la salute nella prospettiva di una conversione ecologica dell’economia.”
A sua volta Antonia Sani Baraldi (ex presidente della Wilpf-Italia, persona di grande riferimento, già insieme al marito, il regista Massimo Sani, sui tempi della pace), dopo avere ringraziato Loredana De Petris per gli impegni presi e ricordato gli articoli 2, 3 e 15 del Tpan (già tradotto in inglese, francese russo, spagnolo), che ne semplificano la ratifica (in vigore dal giorno successivo alla sua pubblicazione nella G.U.), ha sottolineato l’importanza di percorrere più strade, come da intervento di Alfonso Navarra.
” ….Oggi è giunta la notizia che anche la Cambogia ha ratificato il TPAN. Ora i Paesi sono 51” ha detto Antonia Sani, “… A me arriva molta forza dai vari messaggi che quotidianamente mi giungono dai membri di ICAN. Oggi stesso sono arrivate dieci felicitazioni per l’adesione della Cambogia, dall’Austria al Costa Rica, dall’Indonesia all’Irlanda, al Messico, missioni permanenti presso l’ONU.
Noi di WILPF-Italia, tra le associazioni vincitrici del Nobel per la Pace nel2017, tramite ICAN, abbiamo contatti con associazioni di tutto il mondo, che ci mandano inviti,comunicazioni di eventi contro le armi nucleari, prese di posizione nei confronti degli USA che “smistano” bombe nucleari..
Abbiamo capito che tutto quello che è stato fatto negli anni che hanno preceduto l’approvazione del TPAN, grazie ai contatti ICAN, è stato utile per costruire nel mondo un insieme di collegamenti, di simpatie, anche di confidenze, di racconti della vita quotidiana, cosa fanno, dove si vedono, come si incontrano….tutte informazioni che per noi appartengono a mondi sconosciuti, ma che arriviamo, attraverso di loro, ad averne una specie di conoscenza.
Credo che sia interessante “dividere” il percorso che ha preceduto la firma del Trattato da quello che ne ha rappresentato il seguito. Ricordo gli incontri di Ginevra organizzati dall’OEWG nel 2016 (presenti Alfonso Navarra, Giovanna Pagani, Luigi Mosca), i convegni precedenti, a Oslo (2013), a Nayarit (2014), a Vienna (fine 2014), con l’obiettivo di offrire suggerimenti all’ONU per giungere alla messa al bando delle armi nucleari, a superare ostacoli diplomatici. Si doveva sottolineare l’importanza di difendere l’umanità da un rischio estremo che poteva accadere all’improvviso,anche per un errore,e che poteva dar luogo a una sconfitta dell’umanità.
Solo nel 2017 la strada è stata aperta, proprio nel momento in cui sierano concluse le riunioni fatte con tanta pazienza e tenacia nelle intenzioni.
Alcuni nostri rappresentanti erano presenti a New York nella sede ONUquel 7 luglio 2017!
Il percorso dopo la firma del TPAN è stato quello di impedire che divenisse lettera morta. Abbiamo dovuto continuare e continuare per fare ratificare il Trattato oltre i 51 paesi, come necessario. Cosa è stata quella battaglia! Bisognava andare avanti con le ratifiche, in primis la ratifica dell’Italia. I nove Stati nuclearisti sono un incubo per noi, se pensiamo a ciò che rappresentano (USA, Russia, Regno Unito, Francia, Cina, India, Israele, Pakistan, Nord Corea).
In Italia abbiamo raccolto 10.000 firme presentate al Presidente Mattarella. La strada è ancora lunga. Abbiamo organizzato iniziative, progetti, convegni in tante parti d’Italia, sempre con l’obiettivo di convincere i nostri rappresentanti nelle Istituzioni. L’Italia non figura tra gli Stati che possiedono bombe nucleari benché essa ne possieda un certo numero nelle basi di Ghedi e di Aviano.
L’Italia è un paese nelle mani della NATO, da cui riceve le bombe da ospitare nel nostro territorio.
La sua è una posizione mortificante perché non ha né l’arroganza dei nove paesi nuclearisti, né il coraggio di rifiutare le bombe inviate dalla NATO. Il suo contatto con il nucleare figura come “ricerca scientifica”….Quindi noi dobbiamo convincere la popolazione a incitare l’Italia a uscire da questa posizione ambigua. Mi avvio a concludere con un esempio che conferma la diffusione dell’ambiguità di posizioni, di estrema importanza. Nello scorso mese di settembre, il Parlamento Europeo ha votato una Risoluzione contro l’esportazione di armi. Il testo riguarda l’istituzione di controlli per sanzionare gli Stati membri che violano le regole sull’esportazione di armi. Di fronte a un Trattato che proibisce, a partire da oggi 22 gennaio 2021, le armi nucleari, non ci pare troppo possibilista e del tutto incurante della salute umana un, sia pure limitato, assenso al ommercio di armi?”
Come da programma, Luigi Mosca (ArmesNucléaires Stop), si è fatto tramite col webinar Entry intoforce day organizzato dalla campagna Ican.
Nel suo intervento ha sottolineato come gli Stati nuclearisti siano riusciti, prima del Tpan, a tenere bassa la tensione asserendo di fare sforzi verso il disarmo.
“Un processo complesso e ambiguo” ha detto “ma guardano da vicino i passi verso il disarmo che alcuni avevano effettivamente fatto erano motivati più da ragioni economiche e dal voler evitare una guerra nucleare, mentre non era affatto chiaro che si parlasse di eliminare completamente le armi nucleari. L’evolversi della situazione, a Ginevra, durante le fasi preparatorie del Trattato, ha registrato un crescente aumento della tensione tra Stati nuclearisti e gli altri. Non tutti gli Stati nuclearisti erano presenti ma quelli che c’erano ne erano i portavoce. Il confronto su un futuro Trattato li ha costretti a gettare la maschera ed è apparso chiaro il fatto che gli Stati nuclearisti non intendevano disarmare, andare concretamente verso un mondo senza armi nucleari.(…) Francia, Inghilterra, Usa hanno fatto una forte opposizione, hanno fatto di tutto per sabotare il processo di formulazione del Tpan e questa posizione a oggi non è caduta, anzi capiscono bene che la messa in vigore di questo Trattato ha un impatto anche su di loro.”
Altri interventi: Patrizia Sterpetti (Wilpf-Italia), Adriano Ciccioni (Ban the Bomb), Ennio La Malfa e Oliviero Sorbini (AK), Laura Tussi (Memoria e Futuro), Fabrizio Cracolici (Rete educazione alla terrestrità), Giuseppe Farinella (Il Sole di Parigi), Massimo Aliprandini (Lega obiettori di coscienza), Giovanni Sarubbi (il Dialogo), Francesco Lo Cascio (Rete Ambasciate di pace), Patrick Boylan (PeaceLink), Ennio Cabiddu (Sardegna Pulita), Tonino Drago (fisico nucleare), Marzia Manca (Movimento Nonviolento).
Il meeting è registrato su canale video Siamo tutti premi Nobel per la pace con Ican.