Un tribunale internazionale sui crimini contro l’umanità e i genocidi. Appello della comunità congolese in Italia
Appello della Comunità congolese in Italia e degli Amici del Congo per l’istituzione di un tribunale internazionale sui crimini contro l’umanità e i genocidi perpetrati dal 1993 al 2003 nella Repubblica democratica del Congo, e denunciati nel rapporto MAPPING-Rete Pace in Congo, dell’Onu (1 ottobre 2020).
Il 1° ottobre 2020 sono ricorsi dieci anni del rapporto MAPPING destinato a fare luce su parte di quello che è stato definito l’olocausto africano, la guerra nella Repubblica Democratica del Congo, il conflitto più sanguinoso dopo la seconda guerra mondiale.
Non c’è da stupirsi se nessuno ne ha mai sentito parlare e neppure di questa guerra che da più di vent’anni dilania la RD Congo provocando più di dieci milioni di vittime. Un conflitto in cui centinaia di migliaia se non milioni di donne hanno subito violenza sessuale come arma di guerra, alcune sventrate o sepolte vive dopo le violenze. Tutto ciò avviene nonostante la presenza in Congo di ventimila caschi blu della missione ONU più costosa da sempre. Tutto avviene nel silenzio della comunità internazionale nonostante la pubblicazione del rapporto MAPPING molto dettagliato, che denuncia con forza, in alcuni casi fino a fornire nomi e cognomi di persone, di multinazionali, milizie e gruppi ribelli, di forze armate, di regolari di Ruanda, Uganda, Burundi, responsabili diretti o indiretti di crimini e massacri contro civili soprattutto nella parte est del paese, miniera a cielo aperto e terreno di scontri e di conflitti economici per lo sfruttamento illegale di minerali, per esempio il coltan indispensabile alla nostra tecnologia (in miniere controllate dai Signori della guerra).
Il rapporto dell’Onu certifica e denuncia la morte di 6 milioni di persone nel decennio 1993-2003 e individua 700 massacri indicabili come crimini di guerra, crimini contro l’umanità e, alcuni, crimini di genocidio…tutti crimini imprescrittibili!
E’ molto che il mondo ne è informato ma vige il silenzio e questa volontà politica di non volere ricercare la verità fa sì che i carnefici continuino a vivere indisturbati insieme alle vittime e questo senso d’impunità totale porta alla reiterazione dei crimini.
Come Comunità congolese in Italia e Amici del Congo, uniamo le nostre forze, il nostro impegno a quello del Premio Nobel per la pace Denis Mukwege (2018) (ndr. Mukwege è un pastore protestante, medico ginecologo, tra i/le massim* espert* dei danni fisici da stupro, fondatore del Panzi Hospital, nel 1998). Ci uniamo alla società civile congolese e ai tanti attivisti impegnati in questa causa nel richiedere alla comunità internazionale l’applicazione delle raccomandazioni del rapporto MAPPING per giungere alla pace nella Repubblica del Congo e nella regione dei Grandi laghi.
In particolare, chiediamo che venga istituito un Tribunale penale internazionale per giudicare i crimini commessi in RD Congo e documentati dal rapporto Onu.
Rivolgiamo un accorato appello alla stampa e alla opinione pubblica italiana perché giustizia sia fatta e pace sia. Fare arrivare questo messaggio a più gente possibile, sarebbe già un grandissimo aiuto. (Fonte, Nigrizia)