Emancip(h)ate della compagnia Teatro al Femminile vince l’edizione 2021 del concorso “La giovane scena delle donne”
Premiato lo spettacolo “Emancip(h)ate” – scritto e diretto da Virginia Risso e prodotto da Teatro al Femminile – alla terza edizione de “La giovane scena delle donne”, l’importante vetrina nel panorama teatrale nazionale dedicata a giovani attrici e attori professionisti che tra il 9 e il 12 settembre ha portato sul palcoscenico sei spettacoli sulla situazione culturale e sociale delle donne nella contemporaneità.
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Gli spettacoli sono stati scelti tra le circa settanta proposte pervenute da tutta Italia, nell’ambito della XVII edizione del festival internazionale “La scena delle donne” diretto da Bruna Braidotti e organizzato dalla Compagnia di Arti e Mestieri, realizzato con il contributo del MiC, il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Friuli.
Questa la motivazione della giuria:
«Uno spettacolo corale e fortemente femminile che a partire da materiale autentico riesce a veicolare, anche ad un pubblico giovane, temi complessi come l’obiezione di coscienza, la discriminazione di genere e i processi per stupro attraverso una scrittura drammaturgica ben congegnata e una regia che ricorre con efficacia alla tecnica della clownerie per raccontare forme di violenza simbolica e epistemica che spesso acquisiscono un carattere tragicomico e paradossale».
Lo spettacolo, primo classificato, vince un premio in denaro di 1500€ e sarà ospitato nella prossima Stagione promossa da “La scena delle donne”.
La giuria ha voluto inoltre attribuire una menzione speciale a “Corpi al vento – Arianna, Fedra, Pasifae: le donne di creta” di e con Ilaria Gelmi e Antonella Ruggero, per «l’originale approccio al mito, raccontato con una tecnica attoriale che denota una mirabile capacità di ascolto e consapevolezza della scena e che lo rende godibile a tutte e a tutti e soprattutto fruibile dalle giovani generazioni. Attraverso una regia completamente a nudo ci restituisce una visione d’insieme in cui tutti gli eventi sono collegati evidenziandone la tragica ciclicità e suggerendoci il superamento di un destino da cui anche le donne possono liberarsi».
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